Critica Sociale - Anno XVIII - n. 16 - 16 agosto 1908

240 CRITICA SOCIALE tutti quelli che costituli;cono gli elementi tanto decora• th'i quanto negativi della democrazia, ed accontentarci di uu piccolo manipolo concorde, omogeneo, con idee chiare o volonti\ decise, compo~to di uomini dotati di cultura moderna e d'un carattere non evanescente. J\rolto di queste osservazioni si applicano anche al nostro Gruppo parlamentare. Esso contiene molte belle intelligenze, molti uomini simpaticissimi, ma troppi si sono mostrati 11010 decorativi ed un po' lontani da tutlo quel nuovo fervore che ha Invaso il proletariato nostro. Bisogna avere l'ardimento di ringiovanire, di rinsan– guare, di dar larga parte a quegli uomini nuovi, che– nello palestre delle associazioni di mestiere e della cooJ)erazione - si sono ratta un'ottima cultura ed espe• rlema:a economica, acquistando la caJJacltà intellettuale - questo ha plì'1 importanza <ti quanto ad alcuno paia - di rappresentare la classe dalla quale direttamente provengono. La coucluFliouo lò'laràun'Estrema meno numerosa, un Oruppo socialista non di molto superiore all'attuale. In compenso non assisteremo più alla farsa di tanti capi– tani che parlano una lingua vicendevolmente incompren– rJibile, che sono costretti a mettere il maggiore impegno nell'evitare le collisioni appariscenti, adagiandosi nel– l'ovatta dell'assenteismo o dell'inerzia per paura di ro• vino.re l'arca s1rnta delle tradizioni. JI momento clelrepurazione mi pare assai propizio. Per chi non viva nelle nuvole, le prossime elezioni non possono accendere eccessi ve speranze. La politica gio– littiana e tutti gli Interessi, che attorno ad essa si al– leano, sono troppo rotti, perchò si possa sperare di sbaragliarli. JI nostro partito è tuttora travagliato da troppa crisi interna, perchò abbia. lo slancio e la forza di trascinaro le moltitudini, assenti dalla politica, corno sono assenti da.Ila. vita. La democrazia ò ancora incerta sulla sua via, allettata da una parte dall'opportunismo, e dall'altra travagliata dalle correnti nuove, che le chiedono, so non vuol morire, di rinnovarsi nella mo– dernità. del pensiero. Noi non possiamo, in questa situazione, tendere che ad una chiara manifestazione di idee, ad una ricostitu– zione della nostra rappresentanza politica, ad un rin– giovanimento del partiti affini, preparandoci nel modo migliore a rialznre 1 In Parlamento e fuori, con una imggia, concordo, omogenea, vivace, continua azione, le sorti del la lotta parlamentare. Con questo premesse si intende che per me non esiste il problema del blocco anticlericale. Un più scia– gurato inganno non potrebbe o~sere teso, in quest'ora, al proletariato italiano. Sotto il suo bandierone, ratto rli tradizioni formali, di vuote parole, di imitazioni scimmiesche, passerebbero, ancora una volta, troppi uo– mini cho ò bene ,•edere a viso aperto, sul terreno dei grandi interessi economici e politici dello classi Jl0po– lari. .Meglio- per mio conto - l'ìutransigenza, che una alleanza nazionale su quella vescica piena di aria che è l'anticlericalismo vecchio stile. Con ciò non nego l'utilità. delle alleanze. Ma esse non possono, 11011devono impiantarsi che conoscendo bene la brava gente a cui si ciò. il braccio e - ad ogni modo - sempre sovra un programma definito e con– creto. Quale? Se fossi persuaso di poter raccoglif,re attorno alla prossima piattaforma un consentimento larghissimo, di– rei: si Insceni In lotta su un terreno di riforme po– litiche. Ma, come si ò dotto, le elezioni di novembre o di aprilo non 1>otrauno essere cho un passoi una pre– parazione, un ru;cmt-goiil. li meglio verrà poi, quando ci saremo riratta la verginità e le ossa. Per ora non vedo la nostra fortuna, se non racco– gliendo iu rormulo sintetiche quelli che furono i pro– blemi più dibattuti e più gravi, quei problemi che stanno a fondamento di ogni altra risoluzione, quei problemi attorno a cui si polarizzano i maggiori ed i migliori interessi, capaci di gettare fasci di luce e suscitare con– vinzioni e fedi 1 quei problemi che appaiono e sono i più fecondi o pel quali potrebbe muoversi -utilmente anche tutta l'opero. 11ostra. La realtà. cl ha mostrato un'enorme, paurosa deflcenza. della cultura nazionale. Occorrono scuole, mezzi per crearle, mezzi per vivificare lo antiche, mezzi por ren– derle accetto alle popolazioni più analfabete o più inerti. Porchò non clovremmo noi impianta.re la nostra piatta– forma sovra questo problema fonclamentate della cultura popolare, che - non risolto - ci reciderà le ali di continuo ad ogni nuovo tentativo di asce3a? La realtà ci ha mostrato che ricchezze inesplorate, che virtù nascoste vivono, si contorcono nel desiderio di affermazione, rese vane dalla povertà dei mezzi. L'agri– coltura ò pronta ad allietare dì nuovi beni le campagne sempre più Inerti e deserte, solo che la soccorresse, in tutti i suoi tentativi di rinnovamento, il denaro a buon mercato. J.,e affittanze colletth•o 1 le cantine sociali, le industrio sussidiario e agricole potrebbero rinnovare la fortuna del nostro paese. Percbè non potremmo chiedere che alla produzione, a stimolarla, a renderla più agile e forte, specialmente nelle sue forme cooperative, in– tervenisse finalmente lo Stato? La realtà ci ha mostrato che è tempo oramai. di ab– bandonare lo sterile terreno di quella legislazione 1)0- ciale, ratta simile ad un qualunque ordine equestre, con– cessa per decorazioue 1 e che è tempo di inaugurare la legislazione sociale non pitocca, quella che costa, ma che è una cosa seria, non giuoco di bussolotti o para– vento per le nostre brutture. Perchè non porteremmo in prima linea quello rirorme sociali, che abbiamo tenuto troppo nell'anticamera per timore del sole sfolgorante P Ed ceco la. nostra JJ!attarorma trovata: ci11qua11familioni per la cultura popolare; cinquanta mil,itmi jJer le t"iforme sociali; ci11qua11tamilioni per la produzione. Certo essa contiene un pizzico di utopia. Essa supera le speranze di un'ora prossima. :Maessa ha la virtù di porro, nella sua interezza più profonda e più eenttta, li problema che affanna Il nostro paese, non risolv.endo il quale 1101 cl aggireremo, come r&otasmi, in cerca di qualcosa di cous1stonte a cui aggrapparci. Questa piattaforma ci permetterà di raccogliere at~ torno a noi le intelligenze più lucide e più sveglie, tutti gli uomini di sentimento moderno 1 ci permetterà di ioalzare, contro le ricchezze proruse per gli armamenti, le ricchezze negate ai bilanci civili, alla redenzione In– tellettuale, economica, sociale delle moltitudini. Queste a,,ranno un punto saldo di orientamento, una facile pietra di parngooe per distinguere il grano dal loglio. Si lotterà. attorno ad un sogno, ma esso potrà. vestirsi 1 in un tempo 11011 lontano 1 dello vosti della realtà. Resa 1>iùtangibile, più comprensiva, più dinamica la nostra piattaforma, fortificata poi da una perseverante azione parlamentare 1 noi ci avvieremo a porre, in tutta la sua lucidità e quasi automaticamente, il problema politico della riforma elettorale. Ma questo, lanciato in aria, senza. un solido e tangibile addentellato colle ri-

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