Critica Sociale - Anno XVIII - n. 16 - 16 agosto 1908
CRITICA SOCIALE vierebbc al pericolo, 1o1 sia pcrchè il numero degli ele~gihili per le minoranze sarebbe sempre assai limitato (?), sin. s01>ratutto pcrchè riuscirebbero gli elementi più temperati, che, per le loro rclazio11i cd attinenze, meglio potessero conciliarsi con le in– fluenr.e domiannti nel territorio ,,. Si potrebbe rispon• dere che l'interesse a non alhtrmare troppi elettori con candidature estremissime esiste anche più nel Collegio uninominale, dove l'cligendo è uno solo 1 mentrP, nella lista composita, n.nchc una droga più forte è pii1 facilmente digerita. I~ chi avesse per massima il pat justilfrt, et pereat 1111mdus potrebbe anche osservare che la rappresenhrnza proporzionale (da non confondersi con altri sistemi arhitrarì di rappres<'ntaaza delle minoranze) è quello che è, non ò nè poco nè molto limitata; è lo specchio della realtù. Ma. io preferisco trincerarmi nei fotti, o almeno (poichè i fatti compiuti non li abhiamo ancora) nelle ragionevoli induzioni più prossime ad essi. Da una ta.\·ola gi:\ puhblieata in queste colonne (1905, pag-.6) da Jlietro La.nini in un suo studio, poi riprodotto in opuscolo ('), e le cui cifre sono il frutto di un la– voro assai coscienzioso, ricavo che, in base ai risultati numerici delle ultime elezioni, se si foss e app licato il sistema del comuu divisore di Hondt, trià a.vn' llorato dall'esperienza belga, i radicali, in tutta Italia , non avrehbero perduto che G seggi (<la 32 a 28) e 7 i repubblicani (da 24 a I i), e i socialisti aHebbero progredito da 29 a 83, i;naclagnandone 54-,ossia quasi triplicA.nclosi. Tutta !'}},trema sarebbe cresciuta di circa una metò 1 ossia di 4 t mandati. La qual cosa - anche dal punto di visti~ strettnmentc radicale - non credo sarehbe spiaciuta all'on. Alessio, ia cui regione poi, il Yeneto, anehhe aumentati da. 4 a 6 i suoi deputati radicali. Consento subito che anche qui l'induzione pura– mente aritmetica non può valere se non come larga approssimazione: ma la stessa tendenza, asserita dal– l'Alessio, al prevalere degli elementi pili temperati dovrebbe far credere che - nella realtà - i rR.di– cali per lo meno nulla perderebbero, mentre sarebbe un po' minore il vantaggio dei socialisti. A tutto ciò si aggiunga il profondo remue-11uhia.r,e derivante dal suffragio universale - o fosse pure da un allargamento del suffragio - e dall'indennità; dulie qunli riforme anche 1ft democrazia radicale dovrebbe sa.per trarre il suo pro. Malgrado tutto questo, io ammetto 1>erfettamente che i timori dell'on. Alessio anebbero gran peso se 1 nelle presenti condizioni poliliche, le fortune della democrazia e quelle del socialismo accennassero a salire rapidamente. Se " quel programma positivo di riforme, in favore del quale - scrive l'Alessio - con l'on. Sa.echi, con l'on. 'J'urati, con !'on. nissolati e con tanti altri amici carissimi abbiamo lavorato con un santo ardore in questi ultimi anni ,, - se cotesto programma avesse davanti a sò disclliusa e piana la via; se non d'avessimo tutti dolerci di u11a ijtasi politica 1 che certo l'Alessio - che non è un ottimista - avverte e lamenta al pari di noi, e alla quale contribuiscono e le condizioni generali del– l'Italia o l'inerzia dei partiti avnnzati (quante ,•olte alla. Camera, con l'ou. Alessio, per proseguire .o di· fendere l'opera nostra, cercammo invano, eg-li i suoi radicnli, io i miei socialisti. .... e ci caddero, a en– trambi, le braccia!)~ - allora sarebbe lecito bandire il qu'leta non 111ove1·e. Non sarebbe misoneismo o co– modità di persone, sarebbe un alto interesse delle idee e del partito. Siamo noi nel caso? Alla onesta coscienza di Alessio la risposta - che non può essere dubbia. (•) :.1ccous1 e !.As1i;1: Pe•· la r'1pp,•tst11lam:a p,·ofll)1·zw11alt. Di· blloteca della Critica (cent. 2t.). ~: fu solo dopo una lunga esperienza di questa com.lizione di cose, che minaccia davYero " 11ultima ora,, alla democrazia e al socialismo riformista, che ci decidemmo a proporre un'agitazionc,che in altri tempi ci sarchhe parsa, e ci parve, meno 01>portuna. l danni e i pericoli delht quale (che, del resto, sono 1111cor essi una condiz.ione del successo; porchò, come suol dirsi, chi non risica non rosica, o fl. molti avversari la riforma pnrn\ trang-ugiabilci nppunto per le Fìpe· ranze che offrirà loro) ci semhrnno assai minori del danno certo che <lerh·a chil permanere, non reag'enclo, nel marnsmo presente. Si tratta, insomma. cli trovare una via d'uscita, suscitanclo 1 con un po 1 di sforzo, di COrA/'.!frio, di audacia. le ener~ie latenti su cui possiamo contare .. Anche nlla democrnzia non si 11rriva sempre in carrozza. Duo ultime osservaz.ioni. r.'on. Alcssio, per avvalornre la sua tosi, ci richiama a co11sidorare l'attuale composi:done dei Consigli provinciali. Il confronto 11011 l'egge, perchè nllo ele– zioni provinciali finora (o 11011 dico sia beue) in ge• neralo lo città capoluogo f' i partiti avanzati non ::1'intcressnro110 punto. ggli teme inoltre dell1elemonto contadino, che crede 1>reda dc>signata o al clericalismo astuto o al sindaca– lismo ,,iolento. )la queste due forz~ esistono ed agi– scono già orn. L'incanalarle nell'alnio elettorale non può che correggerle e ulfrettare hl lihorazione intel– lettuale dei contadini che le subiscono. lo ho sempre pensato che, dove, per acciclirt nostra o per l'amhiente a 1101troppo infesto, i pret.i lavornno fl. organizzare i contadini e a procurar loro vnntnggi economici, gli eredi necessari di quel ln.vol'O dovremo esser noi. E 1111 sindacnlismo rivoluzionario, che si avvia alla CA-mera, si avvia in pari tempo al suicidio. Questi nemici, clacchè ci s0110, è meglio \'ederli in faccia e nttirnrli sul terreno parlnmentare, doYe - per male che se ne dica volontiori - è certo che il Medio Evo non trova aria res1>irahile e, al contatto delle neces• sità clellfL pratica, le utopie e la retorica perdono presto le loro iridcscenz.e più ingonnatrici. F. T. LEORGANIZZAZIONI E LORO IMPIEGATI Relazione al Congresso della resistenza. C•I La qucslione degli impiegati sindacali è una delle pili importanti per il movimento operaio, perchè, se i pro~ressi in questo dipendono, in note,•ole parte, da condizioni oggettive, determimite dallo sviluppo del– l'industria e delle imprese, una JHtrt.c non meno im- (1) ll Congresso delle Soc1eb\ opornlo lii rcslstc111.a 1Hlcrcnll nlla Confedcra1.lone g<'ner1tle del Jtworo al terrà \n Mot1c1rn. tlRl e nl 9 set– tcml>rc, o Avrà una eccezionale !nwortanzft, IIIA. per la rlpcrcus111one dello caper\('nie declsh·c rstre <lai movtmcnto Ol)Crnlo lta11ano 111 questi ulllml tempi, sia come 11reJ)Araztonc al succesi.lvo Congreuo IOOIRIIStR (Firenze, 19·'?2 ottobre). Al Conirrea,.o di )IOdl'IIA Si discuterà parttcolnrmenl(' In d!selpllnR degli a1)Jlelll Alla IOlldarletà naz!Onllle e lnternazlOnRle negll seloperl. relutorl Cli/da t' Ui.edardi ehe già 1mb• l>llcarono le toro cùncluslonl; I rapporti fra ('(lnfedcrRzlone del 1.a– voro e l'Rrtltt politici (relaiorl Q,,uqlrno r Cfotti); la leglsJR1IOn(l 80Cifll{!, O cioè l'AS~lcuraztono ('OlllrO lo llllllRttte, LA ,·eechifllfl, nn– \'J\lldllà (Ctrlwini (' I'. Chtt.•CI) O la rlrormll dl'llft legge 111!,(II lnrortunt (l)',tr<1u1J•w, ooucluslonl gl1'l J)Ul>blicate); ln (IUC'~llonc degli addetti 1111er\'IZ! 1>11ùbllcl di fronte !Il dO\'Ol'l dellR 80lldnrlotA negli scioperi (Otll'A1·11l/t). ~ot commenteremo f lnvur\ di quCAIO Congresso nel 1101111·0 secondo f:lseteolo <Il settembre. Xellll re1nzio1w 1nec1lhi, elle <1111 Inseriamo, &tilln lstruzlooo ed or– g1rnlizA.Z10nedel pereonale addetto 11lleor,:rnnlZl.f\zlonl economiche, l'nmtco no!ltro prof. f>llglllli'i e,prtme Idee c110 non saranno nuo,·e poi leltort dellR C,·i.tlca, ma che el 1>Rr1•el111ere~~1rn1edi illlrovllre co~ì riunito n &l$tematlzzllte. Il tema è oi,cgl, SOJ)rlltut10. In lllllla - del l)IÙ aito Interesse. (.\'ota d! C'IUT!C.\SOCIALE).
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy