Critica Sociale - Anno XVIII - n. 16 - 16 agosto 1908
250 CRITICA SOCIALE srorzo per conquistarlo - colla soluzione del pro– blema. meridion,do, mi pare intuitiva e apodittica. Per tutto ciò n on sapr ei disgiung-ermi da quanti - a dispetto dei tenta.th' i fin qui for5e troppo fiacca– mrnte iniziati - chie dono clic esso diYenti parto viva ed essenziale del nostro progriunma ìmmcclinto. :Ma ciò che non mi riesce d'intendere è che, per– ciò, vi sia altro nel progrnmma. da rlbbandonarc, sia pure per un tempo soltanto. U11suffrngio universale messo lì come la sola. o grande hriga del partito - sia pure col codazzo delle riforme politiche connesso - e, se non proprio con carattere di pregiudiziale, divelto dalle riforme economiche, quelle, sì, le più veramente sentite, che dehhono esserne non soltanto lo scopo, ma il contenuto e la tranrn - mi semhra un salto metafisico noi politicismo democratico, al– trettanto aberrante e pericoloso, quanto aberrante e prematuro mi sembra il ritrnn:ii ciel partito - come sembra vagheggino il Bonomi e l'And1'iulli - nel breve 1imbito della politica ic de_gli org-a.nizzati ni che non solo è ben altnt cosa dolliL politica g-enerale proletaria 1 ma che essa stcssr:., non dimentichiamolo, almeno sul terreno politico, è ni suoi primi vag'iti. lo conclusione, la riforma !nterna dell'azione del partito socialista, che vuol essere tema del Con– gresso, a me sembra profilnrsi come una riforma assai più qu,,ntitativa. che qua,lifafitia. Prima e piì1 ancora. che decidere di fare altm co.•v1, e soltanto o in ,prevalenza altra ro$a, crm\'errebbe decidrrsi a fare ... quel che già si è fatto, ma a farlo più e me– glio. La campagna pel suffragio universale potrà essere un veicolo a questo 1·inforw d 1 azio11e. :Ma. noi dobbiamo troYare i 111odiJJrafici perchè le lamentate deficienze siano colmate. Separato nettamente il partito dalle degenerazioni anarcoidi, questa è l'o– pera oggi necessaria - e che, finalmente, è diven– tata possibile. Il Congresso 1 dalle Sezioni e dai Circoli, meglio che dei voti generali di tendenza, esiga la relazione di ciò che es.;i hanno fatto, sul terreno del lavoro concreto - organizzazione, cooperazione, prop~ganda, aziono municipale, educazione proletaria. Stuc\ii i modi di interessare a un'azione politicn, vigorosa - suffragio universale compreso ~ le organizzazioni economiche 1 che oggi eono assenti. Organizzi una Direzione del Partito agile o intelligente, e prepari - senza umani rispetti - la epurazione e il rin– sanguamento del Gruppo parlamentare, nel quale tutto le energie del movimento proletario dovreb– bero condensarsi e riassumersi, e rifluire sul movi– mento medesimo, con un circolo assiduo di azione e reazione reciproca. Non pensiamo a II rifare n il socia\i..:mo: ci basti di " farlo n· ]!:eco perchè - frn tante opinioni divergenti - io mi trovo nel mezzo, con l'umiliazione di sentirmi questa volta ..... conserva.toro noi partito! l!'ILIPPO TURATI. Postscriptnm per Io scrntinio plnrinominale. A proposito dello scrutinio di lista provinciale o regionale, che sembra ormai II candidato n a entrare nel programma immediato dei socialisti 1 !'on. Giulio Alei;sio scrive, dall'alto Cadore, una lettera alla 1'ita (15 agosto), in cui, polemizzando con Luigi Lodi e col sottoscritto, avyerte che tale sistema segnerebbe pér molti anni, a suo credere, " l'ultima ora per la democrazia n, stante il predomini o, che ne verrehbe, delle campagne sulle città., delle qua.li l'ivendica l'im– portanza storica per il progresso del p aese; e crede che anche il partito socialista ne Rvreb\Je quindi un danno indiretto. L'on. Alessio è scettico quanto alle barriere che il " collegio piì.1 largo n opporrebbe a.I pre,•alere del localismo (che verrebbe soltanto allar– gato e pluralizzato) e delle horiose nullità campani- listichc (perchè gli uomini di valore non s 1 improvvi– sano, le ~ importazioni elettorali n uon sono facili, e il Collegio ristretto permette almeno all'elettore di conoscere bene il suo cnudidato); e prevede, dall'ado• zione dello scrutinio plurinominale, la trasformazione dC'll'ftalia in un" vasto Belg-io,n dove i soli socialisti contrastano il potere a una fortissima concentrazione clorico-conservatrice, e fors'anchc in un Belgio peg– _giorato. Lo opinioni di Oiulio Alossio 1 uno de' piil 1:1inccri, coscienziosi e operosi deputati radicali - talchè, se molti ne contasse l'rnstrema Sinistra che gli somi– gliassero, sarebbe probabilmente assai diverso il no– stro atteggiamento in fatto di alleanze possibili 1 mal• grado il dissenso che ci divide anche da lui sul tema. delle spese militari - meritano sempre un esame spassionato e rispettoso. E io sono lieto della sua opposizione, che ci obbligherà tutti quanti a esami– nare l'nrgomento con molta. circospezione, prima. di venire a. risoluzioni definitive. Dubito però che J'amico Alessio - forse impres– sionato (e Yedremo poi so n. ragione) da condizioni speciali alla sua re~ione - esageri il pericolo che prcYede, e cada inoltro nell'errore molto comune di trascurare gli effetti indiretti che una. datn riforma provoca per ripercussione, sia pure a qualche distanza di tempo. Nes~un dubbio che la campagna sia 1 cli reiiola, meno evoluta politicamente della città, sebbene il fatto sia tutt'altro che generalo ed irremovibile, come dimo– strano g-li esempi del Reggiano e del Mantovano, dove l'Alessio stesso riconosce che i socialisti nulla avrebbero da temere, e qualcosa da guadagnare, dallo scrutinio provinciale. l~ non è proprio nulla di ma.le che la democrazia, se oggi è prevalentemente ur b~na, sia costretta, per la. propria difesa, a spingersi un po' fuori le mura cittadine, con profitto suo proprio o della politica generale. Ma il danno che l'Alessio teme è, come dissi, esa• gerato .. Anche, probabilmente, perchè rantagonismo reale frn città e campagne è già molto attenuato elettoralmente dall'attuale circoscrizione dei Collegi. Molto spesso la campaiina. si aggiunge alla città per formare il Collegio; nè sempre la grande città o i capoluoghi di provincia sono i centri pii1 industriali o piì.1colti e quindi politicamente più avanzati. Da (luesto punto di vista Biella val bene Napoli, e molte borgate rurali del Piemonte scavalcano facilmente l3ari o Palermo. Ond'è che, già col sistema attuale di voto, ben piccoli\ è la differenza, in fatto di elezioni democra– iiche1 fra i capoluoghi di provincia e i centri minori. Una rapida scorsa all'elenco dei deputati e dei Col– legi ci dà, che, su circa 83 eletti di Estrema Sinistra, soli 25 - meno di un terzo - rappresentano città ca,poluoghi, e 58 provengono da altri Collegi, mentre i Collegi che abbracciano capoluoghi di provincia stanno al totale elci Collegi come 110 a 508, nella proporzione quasi di un. quarto. E, su 38 deputa.ti radicali, circa un quarto appunto - ossia 1 0 - ven– gono dai capoluoghi cli provincia, e ben 20 dai centri prevalentemente rurali. Ammetto che la. fusione di pili Collegi eterogenei in un solo susciti coerficienh morali che sposteranno la proporzione aritmetic1t; ma perchè deve dirsi che, in quest'attrito, le forze urbane le più avanzato o politicamente decise - cedcrnnno a quelle rnsti– cano? A semplice buon senso, dovrebbe indmsi il contrario. D'altronde la riforma, com'è da noi vagheggiata, si connette stretta.mento alla rappresentanza propor– zionale, al suffragin unh•ersale e all'indennità ai de– putati. I~a rappresentanza proporzionale è ricordata dal– l'Alessio unicamente per obiettare che essa non ov•
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