Critica Sociale - Anno XVIII - n. 15 - 1 agosto 1908

CRITICA SOCIALE 233 e tre l casi, rimane il possesso della cosa. Perdasi, poi, la proprietà subito - alla sottoscrizione del patto - o per– da.si al termine del contratto, purchò sia data sempre in corrispetth,o della concessione, lo risultanze econo• miche por Il concessionario non cambiano, perchè t'gli dovrà sempre ammortizzare annualmente la stessa som– ma a.:, per riavere al termine do\ contratto il capitale iniziale. E questo mi sembra tanto chiaro cla non aver bisogno di esi:1eredimostrato, sebbene n. prima Yista non sembri. Jnratt1 1 qualunque sin. il momento e la condi– zione per la quale il concessionario perde il diritto di proprietà, egli non può che ragionare In questo modo: per ottenere il godimento dell'industria per un tren • tennio, ad esempio 1 ò pagato o pa~herò alla fine del periodo convenuto un capitale corrispondente al valore dell'implanto;debbo quincli ammortizzare, nel trentennio, la somma corrispondente. Dunque, in tutti i casi, la conclusione è sempre uguale e si riduce alla reintegrazione del patrimonio ceduto ad altri, aJm~zio dell'accautqnamento di 1 1 n del . valore di coato dell'impianto. SI deve quindi rif~ndere il totale utile dell'industria, senza detrazione della quota d'ammortizzo, se non si vuole procedere a una espro– priazione, negando ogni risarcimento pel danno procu– rato. Che se poi si vuole rimborsare Il valore industriale versando la somma delle quote ancora da ammortizzarsi - ricavate da.Ile dichiarazioni fatte agli effetti dell'im– posta di R. 11. -, bisogna detrarre l'interesse legale sulla somma prima trovata dalla quota degli utili netti annui (secondo paragraro del comma e): di que!:lta dif– ferenza si stabilirà. il valore attuale e la risultante sarà Il rimborso del guadagno cessante. Questo però è un adattamento dell'art. 25, e si pagherebbe sempre una somma maggioro della perdita effetti\•a che suhil'lce il concessionario. Infatti, si abbia un'impresa concessa a privati, la quale paghi l'imposta di R. :M. per L. 250.000 di utill, detratte L. 90.000 ehe dedica all'ammortizzo, potehè, dopo 50an11i, la proprietà dell'impianto ò del Municipio. Si riscattano 20 anni e, seguendo la liquidazione di cui sopra, si à: L. l.800.000 valore industriale x rimborso degli utili cessanti. La somma ;,e darà un'annualità. di L. 160.000, e, ag– giunto a questa l'interes1'le sulla somma rappresentante il valore industriale in L. 90.000, il concessionario av;·à quell'utile che verificava con l'esercizio dell'industria. rM·a, se non era 11 riscatto. egli giunge\'a nl termine na-' turale della convenzione senza aver realizrn.to nulla in più degll utili annui, pur perdendo la proprietà. dell'im– pianto: con la municipalizzazione gli rimano un capi– tale di L. J.900.000, il quale darà una rendita perpetua di L. 90.000. Yi ò un ultimo modo di calcolare l'entità. della rifu– sione: come valore dell'impianto si paga il costo at– tuale, all'Interesse legale e per gli anni di riscatto, della quota d'ammortizzo; come rimborl'!0 dell'utile cessante, si toglie la inte,·a quota amuw dell'amm01·tizzo dalla media dell'utile annuo, e, della diff,ffenza, si tro\'a il valore attuale all,interesse legale, eco. Quest'ultima liquidazione, che dà le ste!:lso risultanze della rifu11ione del1 1 utile lordo annuo, nel suo valore at– tuale, all'interesse legale e per gli anni di riscatto, à lo svantaggio di non giustificarsi in nessun motto, percbè non si può dire neppure che sia un adattamento del– l'art. 25. È una creazione ex 1101:0, e come tale non di– scutibile. ... Qualche altra disposizione inopportuno. è bene porre In evidenza: l'art.~26 del Regolamento sulla legg8 della municipalizzazione dice che le mansioni della Commis– missioue amministratrice sono cli regola gratuite, salvo quando il Consiglio comunale non voglia rendere i membri di essa compartecipi all'utile. Se si riflette alFindole delle mansioni di questi am– ministratori, all'importanza delle aziende che vengono munlclpallziate, alle responsabilità di eui la legge è prodiga, al lavoro non solo di direzione, ma anche di sorveglianza, poichè è troppo - disgraziatamente - ra– dicato il pensiero che la cosa del Comune non è di nessuno, si vedrà come sarebbe stata cosa morale, o nell'In– teresse della stessa azienda, rendere obbligatorio un emolumento agli amministratori, come in qualunque ~ocietà privata. Anche quando la municipalizzazione viene eseguita con il solo scoJ)o di abbassare i prezzi di costo del prodotto, e il Comune ne rinuncia al lucro, anobe allora, il compenso agli amministratori è morale ed opportuno. Non essendo obbligatorio, si troverà difficilmente un .Municipio che voglia adottare quel principio, e ancor più difflcilmento quella disposizione potrà essere appro– vata dagli amministrati, avvezzi a. considerare le cariche publJllohe solo come onori. Poi, nell'art. 16 del Regolamento, troviamo stabilito che gli storni da capitolo a capitolo dol bilancio della. uziendn debbono essere approvati dal Consiglio Co– munale. Ora, poichò il bilancio preventivo della Commissione amministrativa esige l'approvazione d~I Consiglio, e poichè le spese contenute in quel bilancio non ànno mai che il carattere di spese necessarie all'esercizio del• l'industria o quindi non si possono stornare ad uno scopo differente - come nei bilanci dei Comuni - non si spiega l'inutile ingombro di tale disposizione. Se poi si riflette che la deliberazione del Consiglio richiede l'ap• provazlone dell'autorità tutoria, che il co,uuntlvo della azienda sarà esso pure approvato dal Consiglio e dalla Prefettura, pare si sia voluta riprodurre la favola della. guardia della guardia del re. E anche la disposizione f), dello stesso art. 16, per la quale i contratti, che vincolino l'azienda per oltre un anno, richiederanno l'approvazione del Consiglio comu– nale, sarà sempre un- ostacolo all'andamento 1 1 erammte indttst,·iale dell'azienda. O le Commissioni amministra– trici rinuncieranno a contratti vincolanti per più di un unno, per non veder ritardate, pubblicate e imbrogliate lo ))rR.tiche di acquisto; oppure Il venditore, sapendo di raro un compromesso che per lui ò Impegnativo subito o per lo amministrazioni lo sarà dopo un mese e forse più 1 o sogneranno prezzi maggiori dei correnti o non vorranno saperne di impegnarsi. E, Invece, chi non sa. eh~, specialmente nei contratti - officine del gas per carbone - una pratica ritardata produce perdite non lievi e che nell'ind~strìa la burocrazia può essere una ragiono di rallimento allo scopo? Una. maggiore libertà - daccbò i bilanci preventivi e consuntivi debbono essere approvati - Ki tradurrebbe lu un incremento delle aziende municipalizzo.te . . .. Se 1>ochisslmi riscatti di pubblici servlzt si YerificÌl.rono dopo la promulgazione della legge, se molti :Municipt 1 dopo studi coscionziosl e sereni, dovettero nbbandonare l'idea. di sostituirsi ai concessionari nell'esercizio di importan• tisslrni pubblici servizi, ciò ò avvenuto per il diretto

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