Critica Sociale - Anno XVIII - n. 15 - 1 agosto 1908

238 CRITICA SOCIALE dacalistt o i socialisti italiani, ma anche, e più, fra le due classi dalla cui lotta ò germinato il movimento so– cialista. Perciò io credo sla possibile torse esaminare più profondamente, ma non più completamente che non abbia ratto il Michele, l'Importanza dei borghesi, ovvero - secondo una comune espressione - degli ùitellettuali noi mo,•imonto socialista italiano. È questa una caratteristica nostra. Da un esame scru– poloso che l'autore fa di vart ambienti socialistici del nostro paese, risulta che questi, pur basandosi princi– palmente sul proletariato agricolo e industriale, contano però non pochi elementi borghesi, e che le stesse masse elettorali socialistiche comprendono molti borghesi, mentre hanno contro di sò numerose schiere proletarie, non tutte incoscienti (repubblicani, democristiani, anar– chici, ccc.). E non è un fenomeno odierno, perchè, fin dalla vecchia lnler11azionale, alla teata del movimento eocialista in Italia si sono avuti dei borghesi, degli tmiversitari. Quali le cause di questo fenomeno, che in nessun altro paese - Francia compresa - raggiunge queste propor– zioni? La princlpalo ò nell'indo1e tutta particolare della borghesia italiana. 11 L'italiano del tipo medio, specialmente il medio borghese, ò un uomo alla buona e senz11cerimonie. Nel trattare con persone di altre classi, egli non ba un modo di vedere e un contegno proprio del la classe a cui ap– partiene. Un sentire democratico dell'uguaglianza umana attenua nella ,·lta sociale le sofferenze di classe. Cosi è anche nei costumi, che io Italia avvicinano le classi più che in qua\alasl altro paese. I pregiudizi &Ocialipossono poco; il culto dei titoli, in confronto di altri paesi, è cosa da nulla j lo spirito di casta e la boria nobilesca si può dire che non esistono. E' nell'indole nazionale l'amore della pace e l'avversione al militarismo 1 il quale non è, come in altri paesi, uno stato psicologico, ma ~~:eis1\it:W:1a~1:~!,taòtou~~~:ti1t:z~~t::..di ~:i ~~ 0 :t::i~~ con criteri puramente utilitari; non se ne fa questione di sentimento patriottico e di onor nazionale. 11 Non essendoci quindi da noi quella rigorosa divisione tra le classi che c'è, per esempio, in Oermania 1 u tra la borghesia. italiana. e il Partito internazionale della classe lavoratrice c'ò un ponticello di non troppo Incomodo passaggio .... Al borghese italiano, meno legato alla tradizione, di regola è più agevole il passaggio al socialismo che non al borghese-tedesco, oppresso dalla grave mora del pregludlzt tradizionali; il primo ba sul secondo il vantaggio che deriva dal carattere nazionale e dalla forza della pubblica opinlon03,che gli permette di prendere un atte,i;rglamento più libero rispetto ai maggiori problemi psicologici o politici.... 11 carattere na– zionale non ò ultima causa del gran numero rii bor– ghesi ascritti al Partito socialista italiano. 11 Veramente codesta ò una causa, diremmo, negativa, in quanto è uno stato di fatto che non ostacola l'ac– correre di borghesi verso il Partito socialista; ma non si può dire una causa determinante. In questo punto è monco il lavoro del Michols; e vi accenno solo, tenuto conto di quel che l'autore ha scritto nella pre– fazione; e cloò che, col libro presente, tentava provare la legittimità di una nuova disciplina scimtifica, cioè " della scienza della sto1·iaanalitica dei partiti politici, ramo della sociografia applicata ,,. li lettore, anche il meno competente In questo genere di studi:, si accorge subito della contraddizione contenuta nella prima es– pressione: u scienzn della storia nnalitlca.,, La storia è una scienza.? rammentate il vecchio pro– blema? Ora pochi sono quelli che rispondono sul serio di si. Al più oggi si contentano di dire che scient.iflco deve essere il metodo 1 nè più nè meno che nelle opera• zloni chirurgiche o nel massaggi, nel senso che biso– gna servirsi di tutti i risultati delle scienze che ci pos– sono porgere qualche lume, per esempio, iu questo caso, l'economia politica, la psicologia, l'etnografia, l'aotropo• logia e simili, dato che anche queste possano considerarsi come scienze. La stessa scienza politica, che ormai si chiama così in mancanza d'altro termine, non è una scienza, porcbè solo un Insieme di regole empiriche, non di leggi ; come potrebbe passare per scienza una sua applicazione? A parte questo, come può pensare il Michela a darci per una novità - come raceva anche in un articolo di qualche mese addietro nella Rifonna sociale - la scit11za della storia analitica dei 1,artiti politici? Per non par– lare degli stranieri - per esempio, il ,veill, special– mente per I' ffisloit·e d11,mouvemetit social en France, uno studio che desidereremmo pel nostro paese - ricorderò la storia dell' rnteniazionale del Martello, e i Partiti politici milauesi del Salvémini; un libriccino quest 1 ultimo che, nonostante la forma polemica, ò un vero gioiello e me– riterebbe di essere conosciuto molto più di quel che non sia. ll libro del Mlcbols, del resto, non stud.ia abbastanza il nesso tra l'economia nazionale e il partito politico del proletariato italiano; ma 1 come descrizione dello stato di fatto di questo partito, è veramente completo, anche se non sempre originale. L'azione della borghesia nel partito specialmente è studiata, come ho già detto, molto bene e anche spassionatamente, col sussidio di dati e statistiche preziose. L'autore non nasconde le sue simpatie pel sindaca– lismo, che dice una reazione principalmente contro la prevalenza degli lotollettuali nel movimento socialistico; ma riconosce che, mentre i riformisti sono stati fra i primi a rilevare il danno di quella prev-alenza, gli agi– tatori dell'idea neo-corporntlvhtica sono essi stessi dogli intellettuali, e eho d'altronde la partecipazione dei bor– ghesi al movimento Internazionalistico prima, socialista poi, è stato disinteressato quasi 11empre 1 interessato mai. E pub eonchludere con una pagina che mi pare elo– quente venendo da un sindacalista: " Il movimento operalo italiano è, e dev'essere, assai complesso .... Easo ba bisogno di quanto v'è di vivo nel– l'intellettualltb. italiana .. Ma, se il proletariato sente an– cora - e ehi sa per quanto tempo - il bisogno di avere forti nuclei di combattenti fra. gli intellettuali, non è men vero che, In questo matrimonio indissolubile tra. il proletariato e l'intellottualità 1 Il proletariato ò la metà più Importante. E' una educazione vicendevole. Per creare quel tipo d'intellettuale dl cui, per ora, il movimento operalo non può fare a meno, occorre come co1Jditio sine qua 1ion Il presupposto de!Pesistenza di un proletariato nò imberbe nè imbelle, capace di esercitare un'efficace opera di controllo, e, se non ancora capace di far da sè, perrettamente conscio del propri diritti e dei propri doveri. u Non è l'operaio amante delle racili sassaiuole per isfogo o per I svago, ma neanche quell'eterno gregario sottomesso e modesto, caro ai demagoghi arruffapopoli e ai demagoghi arra.ffaquattrini I che cambierà il mondo.,, 0 . .A. ANDRIULLI, A i pt·ossim·inume,·i: Unn. 11cricolosu,temlonzn dell'Amministrazione fer– rovinrin, d·i UN ÙON'1'ROLLORH. Le condizioni tlel contadino abruzzese, del prof. FI– LIPPO LUSSANA. La Criticn. Sociale e il Temvo: per l'Italia, amw L. 22, semestre L. 12.

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