Critica Sociale - Anno XVIII - n. 14 - 16 luglio 1908
21G CRITICA SOCIALE fanno nella cerchia della loro competenza tecnica, impedendo 1a routine e l'apatia nei servizi pubblici e collaborando alla lol'O gestione, perchè l'iniziativa nei servizì pubblici non può coesistere con un ordi– namento autoritario. G-li impiegati tendono a creare una organizzazione per la quale, spontaneamente, per intima necessità, le amministrazioni agiscano con intelligenza, compe– tenza, iniziativa, vivacità. La molla principale delle attuali amministrazioni di Stato è l'autorità estrin– seca, burocratica, fondata sul favoritismo e sull'in– competenza, che scinde in gruppi distinti le funzioni d'azione e quelle di c-.ontrollo e d'iniziativa; la ge– rarchia, insomma, che, sovrapponendo gli individui ai servizi:, genera l'arbitrio e organizza il disordine. I Sindacati professionali tendono a sostituirvi una autorità e una gerarchia fondate sul lavoro e sulla tecnica: non dissimili in ciò dalle organizzazioni O[>e– raie, le quali, come notano Legien e Bernstein, ol– trechè a migliorare i salari, tendono a introdurre la democrazia nella fabbrica. Già nell'industria pr~vata, come osserva Sorel, ai vecchi rapporti autol'itari sempre più si sostituiscono rapporti tecnici. Non ò più la disciplina fissa, mec– canica, esteriore, del regolamento stampato e della sorveglianza, ma è una. disciplina che nasce dalle intrinseche esigenze della continuità e del buon an– damento del lavoro e suppone la collaborazione e J1iniziativa. Analogamente nei servizi: pubblici, mo• dellantisi sul tipo industriale, al carattere politico sostituendosi il carattere tecnico, nasce il senso della responsabilità, che permette loro di uniformarsi alle convenienze del pubblico. Si legga in proposito il pregevolissimo articolo di Galletti e Salvémini 1 pub– blicato in queste colonne. " Non è, dunque, in una ftlosofla che il movimento antiautoritario contemporaneo ha le sue origini, ma nelle necessità della stessa industria. È qui che gli operai, prima, e poi, dietro la loro influenza, i funzio– nari di Stato, hanno attinto e attingono le regole che li avviano alla libertà. ,, Le organizzazioni di impiegati, come le operaie, maturauo, perciò, una evoluzione socialista, che flan• cheggia l'evoluzione degli istituti horghesi. Con esse e per esse, alla democrazia politica, subentra sempre più la democrazia o il federalismo professionale. Il federalismo. Come la borghesia aumenta Ja sua potenza col– l'accentra.mento, l'organizzazione operaia la aumenta allargando Je proprie autonomie. t( Questo federalismo è 1 in certo senso, una democrazia; ma, a differenza di ciò che avviene nelle nostre demo– crazie politiche, la libertà vi è effettivamente mantenuta dall'azione di ogni individuo. Non vi è delegazione, tutto si fa, si decide, per deliberazione generale, dagli stessi interessati. L'interesse particolare si contonde con quello dell'insieme in modo quasi materiale, nel modo più im– mediato e spontaneo. Il movimento federalista profes– sionale sopprime, dunque, l'autorità per una necessità che gli è intima, che viene dalla qualità stessa dei suoi membri. Nullo. è più lontano dal disordine. È la compe– tenza che decide, non la competenza individuale, ma di tutti. ,, I sindacalisti, - in omaggio alle loro pregiudiziali rivoluzionarie - oppongono il sindacalismo francese al sindacalismo " burncratico e accentratore,, dcJle organizzazioni inglesi e tedesche. Iu realtà, però, il federalismo dei Sindacati francesi, come dei nostri italiani 1 è un federalismo anarchico, piccolo-borghese, che ricostituisce Pautorità e la gerarchia del demos. I soci - incompetenti a giudicare del moVimento generale - giudicano e impongono ai Comitati cen– trali e ai segretarì - ai tecnici - le loro idee in– competenti. E' sempre la collettività astratta - Stato là, soci qui - che giudica e manda. Concetto anti– sindacalista per eccellenza! La teoria del Pouget (I) delle minoranze è teoria del rivoluzionarismo popolaresco, che ricostituisce un'autorità, in base ai principi astratti, dei pochi illnminati sulla maggioranza cieca. E', quindi, arbi– traria, dogmatica, utopista, antisindacalista. Il federalismo tedesco ed inglese è, invece, un federalismo tecnico, che, pur lasciando sovrana l'as– semblea dei soci, coordina l'azione dei singoli e dei gruppi in un'azione generale, impedendo che le im– pulsività e, quindi, gli errori di calcolo dei gruppi danneggino il beninteso interesse generale, rendendo la federazione uno strumento atto a sforzi coordinati al fine. I segretari, cioè i tecnici, sono eletti ai posti di responsabilità, per le loro capacità tecniche supe– riori; sono scelti trR. i più provati e spesso sono sot– toposti a tirocinio; sono i consiglieri, nod i padroni: pcrchè revocabili sempre. Basta leggere, del resto, i classici libri dei \Vebb e del De Rousiers per con, vincersi quale importanza si attribuisca in Jnghil– terra ai soci e alla loro attiva partecipazione alla vita sociale. n federalismo rivoluzionario è, invece, prodotto della diffidenza e della indisciplina anarchica, piccolo– borghese, dei soci, incapaci a subordinare la loro persona singola all'interesse del gruppo. E' anti– tecnico, e quindi antisindacale per eccellenza. Del resto, in pratica, va sempre più scomparendo anche io Francia. u Il federalismo professionale si svilupperà in tutte le parti della produzione, privata o pubblica; e lo Stato, come l'intendiamo in un dato momento della evoluzionf', cederà, e non resterà che un Governo professionale di uomini eguali in qualità di produttori, unicamente di– pendenti tra loro pei vincoli della tecnica. ,, La crisi parlamentare e l'azione riformista del Sindacati. Questa azione dei Sindacati costituisce la spina dorsale e la ragion d 1 essere del riformismo. Il rifor– mismo non è già - come fanno credere i sindaca– listi - parlamentarismo, quietismo, armonismo, so– cialismo di Stato, che attenda tutto dalla legge. E" quest.O 1 anzi, del rivoluzionarismo piccolo-borghese il più puro. l1 riformismo sa che questa evoluzione non può essere opera della legge soltanto. Appunto perchè ritiene che tutta l'azione socia– lista non si esaurisca nei Sindacati dei lavoratori delle imprese private, e riconosce il fatale estendersi delle funzioni e dei servizi collettivi, il riformismo afferma la utiìità del Sindacati dei funzionari per la trasformazione e la. socializzazione della pubblica impresa. Le riforme non possono essere che frutto della loro azione e collaborazione, perchè non pos– sono venir dall'alto: dal Parlamento e dall'ammini• straziune, considerate come entità astratte e come persone. L'amministrazione sfugge al controllo del Parla– mento; anzi, il Parlamento si perde nell'amministra~ zione tutte le volte che pretende dirigerla. " li legislatore non è più creatore nè inventore; di– venta meccanico, gerente del diritto; cerca, scopre, somma e formula, regola ciò che preesist~va empiricamente. (1) rouo~:T: La l'on(éd.!ralion gbiérale du h·avati. - Parie, 1908, - MtmMF-IX: Le svndlcal/.sme co11tre le socl<;llsme. - Parla, 1907.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy