Critica Sociale - Anno XVIII - n. 14 - 16 luglio 1908

2l2 CRITICASOCIALE Questo partito è nato da un ragionamento. Nobile nascita! Anche Minerva nacque da un cervello, quello di Oiovo. In generale, gli altri partiti derivano da un complesso di sentimenti, che sono l'effetto, più o meno consapevole, di un complesso di interessi omogenei. Il ragionamento per essi è un fatto posteriore e riflesso. Il ragionamento del partito economico - dovuto in gran parto ad Emilio Lepetit, che vuolo richiamarsi ad una pubblicazione dell'on. F. S. Nìtti sul partito radi– cale - parmi che sia, su per giù, il seguente (mi affido alla memoria e sintetizzo dalle varie letture). L'Italia - si dice - produce molto meno di quauto potrebbe. L'Italia perciò ha scarsa ricchezza, scarsa in relazione sopra tutto ai suoi grandi bisogni. Dalla sua povertà derivano tutti i suoi guai, al contrario di quanto accadeva a san .Francesco, che dalla povertà traeva tutte lo beatitudiui. j:; la povertà che, per via diretta o indi• retta, determina l'analfabetismo come la delinquenza, la corruzione elettorale come il parlamentarismo, il pa– rassitismo come la burocrazia, ccc, ecc. Jl problema massimo e più urgente, quindi, per l'Italia è di produrre dì più e diventare più ricca. L!J.politica dello Stato e di tutti noi deve dunque diriger.ii al ftne di produrre di più 1 subordinando tutto a questo flue. È d'uopo creare un partito che tanto si proponga con piena coscienza. Questo sarà. - lo diciamo in due parole sole, senza contare l'articolo - il " partito economico"' Il ragionamento è semplice. Altri direbbe semplicista. Qualcuno sarà. persino tentato ad insinuare - l'Italia b~ un eccesso ..... di produzione di gente sofistica - che esso sgambetta in un circolo vizioso, in quanto la pro• duzlone sarebbe bassa, essendo il paese q_uello che è, e il paese sarebbe quellO che è, essendo la produzione bassa. Ma io non mi metterò per questa via: aggiungerò solo che, per il fatto di essere semplice, il ragionamento ha la grande virtù di venire capito facilmente, senza co– stringerci a sforzare la testa. La semplicità è requisito indispensabile per chi vuol fare breccia con uu suo qualsiasi programma. Probabilment!) ad essa si deve se non pochi avranno accettato, come una rivelazione, il nuovo verbo che, con tanto simpatica o recisa convin– zione, il Lepetit ed altri sono andati dh•ulgando. Chi sa quante brave persone, rievocando vecchi spunti d'idee ruminate in mente - ognuno di noi ha voluto al– meno una volta fare da medico e da farmacista dei mali del paese - avranno esclamato, con una buona fregatina di mani: e1tnca! eccolo finalmente, il principio vero a cui la gente di buona volontà, abbandonando vecchie divisioni e vani antagonismi, dovrà ispirarsl per il bene inseparabile della patria e dei singoli! In vel'ifa, caro '!'urati, la formula del partito econo– mico si impone. ll sentirla e l'iscriversi al partito non dovrebbero essere che un momento solo. La vidi e t'amai, è il caso di ripetere con i poeti. Io ti domando, in vero: vuoi tu l'aumento della produzione e della ricchezza? Ti sfl.do a rispondere di no, Se non sei sicuro di te stesso, pigliati il gusto di ripetere la domanda a tutti quelli che ti capitano avanti quando esci di casa. 'l'utti ri– sponderanno un gran u sl II colla parola o col gesto, Qualcuno, magari, precorrendo gli effetti pratici della formula, ti stenderà aJJerta, colla palma in alto, la mano. Probabilmente i sindacalisti catastrofi.ci, per farti di· spetto, ti grideranno di no, ma forse udrai che, dentro di !oro, il cuore martellerà u 1:1ì 11• La formula del partito economico però non è sola - è bene richiamarcelo alla. mente a.oche per capire meglio la natura di essa - a godere di codesta fortuna plebi• scitaria. La formula della p:-oduzione ha una. grande aria di famiglia con altro formulo che spesso ci risuo– nano all'orecchio. Lascio da parte ii il partito degli onesti 111 che di tratto in tratto spunta fuori e viene caldeggiato nel Mezzo– giorno e in particolare nell'ambiente di Napoli. Rievoco solo le formule più affini, di carattere economico. Ecco• tene due: u il partito del la\'Oro,,, con scritto sulla tricolore bandiera u politica del lavoro 11 (l'iniziativa fu ripresa 1 tempo fa, dalla fertile mente dell'on. Maggiorino F'erraris); u il partito dei consumatori m col motto u po– litica dei consumatori,, (il concetto era sostenuto da. alcuni radicali, vagheggianti l'idea di rendere sinonimi partito radicale e partito dei consumatori). Chi non vor, rebbe iscriversi a partiti di questo genero? Per il "par– tito degli onesti" la cosa è più che intttitlva: il non volercisi iscrivere potrebbe per~ino considerarsi come un delitto contemplato dal Codice Penale, e in più articoli, non escluso quello che contempla l'apologia di reato. Ma la cosa non è meno chiara per lo altre due formule, che più ci premono. Chi può negare il suo voto ad un partito il quale proclami il dovere e l'utilità del lavoro? Cbi mai lo negherà a quello che si proponga di ribas– sare all'estremo i prezzi dei generi di consumo, dalle barbabietole alle case, e per la felicità dei consumatori e quindi di tutti quanti gli nomini, giacc!l.è tutti 1 per avventura, prima di essere, alla nostra volta, consu• ma.ti sotto terra, siamo consumatori? Anche, dunque, da ciò cbo si può indurre dalle for– mule affini, si comprende, per analogia, che il principio del partito economico possiede la virtù di trovarci tutti consenzienti, di unirci tutti in un'aspirazione sola, al disopra delle concezioni unilaterali della vita e della politica, le quali costituivano i vecchi partiti prima che il nuovo, il partito omnibus, fosse bandito. ... Ma, pur troppo, - è cosa vecchia, ma sempre dolorosa - non v 1 ha felicità in questa terra. "La gioia dei mor– tali è un fumo passeggero." Constatata la forza di espan• sione, per così dire, della formula del partito economico, dobbiamo, proprio a causa di tale forza, rilevarne 1:mbito la negazione. Un 1 enunciazione cosl fatta sembra quasi fllosoflca, hegeliana, oppure è ben semplice e di questo basso mondo. Sorge, infatti, in noi questa spontanea doma.uda: come mai il partito economico, il quale avrebbe in sè il se– greto della redenzione sociale, ecc., del nostro paese o potrebbe considerarsi com~ il comune denominatore di tutte le frazioni in cui questo si suddivide, come mai tale partito non polarizza subito ~ è così semplice e intuitivo! - attorno a sè• tutti i partiti e tutti gli uo– mini, dai socialisti ai conservatori? come mai, anzi, - per allargare la domanda, - un simile partito non è sorto e non si ò generalizzato ben prima d'ora 1 non solo in Italia· ma in ogni paese, ovunque vivano uomini do– tati delFistinto del tornaconto e dell'aspirazione alla felicità., dal momento che esso ripromette di assecondare così efficacemente quell'istinto e quella aspirazione? Gatta ci cova, caro '!'urati, in questa domanda o, meglioi nella constatazione di fatto negativa che in essa è compresa. Che la formula" aumentate la produzione e formate un partito in base a tale programma i, trovi ostacolo nella natura dei fatti sociali? che l'analisi teo• rica, la quale porta all'imperativo categorico della for• mula, sia sbagliata o incompleta, così ch,e non conduca

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