Critica Sociale - Anno XVIII - n. 14 - 16 luglio 1908

CRITICA SOCIALE 223 Ma In effetto tutto ciò non rispondo ancora ol dati pratici; l'esempio (ò così in Halla od ò puro cosl fuori d'Italia) dello costruzioni di scuole o di ospedali lnrorma. Jl :Municipio ò un buon costruttore teorico; ò, ln pratica, un modiooro sorvegliante dello suo costruzioni. li cho non slgnlflcn. ancora cho non clobbnno munici– palizzarsi lo caso: dice solamente eho la municipalizza• zione non sarà ancora la panacea. Lo leggi economiche sono più rortl dei nostri desideri, o le leggi economiche dicono che la municipalizzazione della casa renderà, economicamente parlando, grandi bonoftzf futuri, impe– dendo t plus-Talari della casa, regolarizzando il mer– cato, proibendo di fatto l'accaparramento. Ma pensare che la municipalizzazione possa ora modtflcaro molto il prezzo unitario degli ambienti, ò un po' u11 1 1llusioue. Yorrei ricordare qualche esempio cho dimostra Il con– trario: a Parma, se si deve crodoro al proprietari, le case popolari costrutto, auspico Il Comuno, hanno do– vuto, 11ornecessitò. di cose, affittarsi a prezzo tale, che i proprietari 81 sono creduti in dovoro di elevare essi puro le pigioni! Non occorre rilovaro che trattasi di un caso eccezionale: ma la dimostrazione cho proprio la costruzione municipale costi meno, non ò data, e con– viene almeno restare nel dubbio. Quindi, noi rapporti economiel 1 la municipalizzazione, non dhersamento dall'azione degli Istituti autonomi che in fondo possono benissimo compiere la stessa opera ciel !IunloiJ>lo, ovlta sovra ogni cosa I danni futuri; J)el mo– monto1 noi rapporti finanziari, può rondore I prezzi del– l'alloggio pili rispondenti al ,•alore reale accettabile, ma non può spostare di molto il tasso dogli affitti. Piuttosto, costruendo case razionali, abituerà a dare alla caaa Il significato sociale che essa si merita i e sa• rebbe un luogo comune ripetere ora che nella casa è uno dei perni della modificazione morale ed lutellet• tuale del popolo. Ma dovo Il problema diventa di risoluzione molto dif– ficile ò nella scelta dei mezzi per costrurro. 11 Oalll fn. cenno della insufficiente aziono dogll isti– tuti autonomi, od ha ragione. Ma erodo che pel Municipi la cosa ala molto più facile? So re11lmento al vuole ri– solvere il problema delle case in una città, come Milano, con un aumento da 15 a 20 mila abitanti all'anno e con quel focolai di agglomeramento che ò facile rilevare at– traverso alla nota inchiesta, occorrono subito almeno 30 mila ambienti, con successiva costruzione di 10 mila ambienti all'anno. E, se la municipalizzazione ros'!e as– soluta, o si volesse far fronte al fabbisogno dell'aumento gradualo di popolazione, togliendo anche lo plaghe del passato, non basterebbero 15 mila ambienti all'anno. Osela, esprimendoci in cifre e calcolando una sposa di 1200 lire por ambiente (e il calcolo ò basso so non si vogliano sacrificare le ragioni di igiene o di estetica, che sono parto fondamentale del programma), occorrono almeno 2'4 milioni immediatamente o da U a 18 ogni anno per un lungo periodo di anni. Io non so che cosa possono fare I Municipi di vera– mente efficace, di fronte a cifre di quo3ta fatta. Si ac– contentano anch'essi, anco se partigiani della municipa– lizzazione, di affrontare in piccolo un problema che ò risolvibile sola.monto in grande. Cosl cadono i vantati benefici economici delle grandi costruzioni municipali e il problema rosta sempre in atto. 'Porse un rimaneggiamento generale nella ripartizione dei tributi potrebbe dare ai Municlpt I mozzi per una radicale opera di costruzione edilizia: ma, se si invo- cano o lo gravoso obbligazioni municipali, o i prestiti di favore cbo la legge mette in conto alla Cassa depo– siti o prostili, che, poveretta, non sa più ove pescare i denari, si riuscir:\ solameuto a formulare del voti, de– stinati n. Isterilire di fronte allo oslgori:,;o della vita reale. Chi Hl ò trovnto alle prese colh\ pratica sa che cosa vuol dire trn.srormaro Js condizioni di una città e dare caso, sia pure municipali 1 a quello cho si suol dire il " massimo buon mercato "' Supponiamo pare i socialisti all'amminllitrazione pub– blica di llilano o a Torino: cho cosa J)Otrebbero essi fare por risolvere rapidamente questo punto? Procurarsi subito trenta milioni? Forse i prostitl darebbero il de– naro; ma corno fa a parlarsi di massimo buon mercato quando si costruisce coi debiti o sul debiti P ! Nocessartn.mento, auche le ammlnlstro.1,lonl popolari faranno appena quel che potranno, cloò poco. Si veda l'esempio di Brescia, ove le Intenzioni sono generoee, quanto vuota ò la borsa, o dove l'amministrazione popolare vuole ma non sa come risolvere Il quesito. Senzn dubbio, alcune delle misuro ricordate da Galli hanno il loro lato buono: io vorrei agglungeni la fa– coltà e magari l'obbligo alla Cassa di risparmio di in– vestire almeno motà delle riserve in sLablli economici. Sarebbe qualche centinaio di milioni, cui potrebbesi corrispondere un tasso mite dol 3,2~ por conto, gettati sul mercato della casa; e In. leggo, a salvaguardare le Casee, potroiJbo anche avere concessioni alto n facilitare alle Casso. noi momenti di bisogno, la cessione solo temporanea degli stabili al grandi 1t1tltutl di credito, per ottenerne denaro ove l'urgenza si presentasse. :Ya questa e altro misure sono del palliativi per facilitare l'opera di rinnovamento. La quale, municipale o no, urta contro uno scoglio, che nessun programma minimo fa superare con poche parole o con qualche voto: la nostra miseria. K J3ERTAHELLI. At prossi,mo numero: Il seguito di O. CASALINT: Nuove rormo di azione mu11iti111lle,li. Scuola e lotta. di clnsse. li Congresso delle organizzazioni 011ernie tedesche, ciel prof. l◄'AUSTO P.AGLI.\.RI. FRA LIBRI E RIVISTE Apologi<1, tlella, violenza. Lo elezioni amministrative, cho hanno avuto luogo di recente In L 1 'rancia o cbe causarono al J)Rrtlto socialista notevoli J>Ordlto,banno indotto la direziono del Matiti di Parigi a rivolgersi a Giorgio Sorel, aftlnchò il capo del sindacalismo rlvoluzionario francoso e internazionale volesse manlrestare pt-l gra,i pi,bblico la sua opinione sulle vicende del socialismo eletto,·ale. Il Sorel ha ceduto all'invito e, assieme all'articolo ri– chiesto (pubblicato sul Mati,a del 18 maggio J>.p.), ba inviato al po1>olaregiornale parigino Il proprio ritratto 1 dal _quale a11pare come l'ex-ingegnere di ponti o strade, Impancatosi u supremo teorico della rlvotuzlone sociale, sia un uomo sulla sessantina, con baffi o barbetta a plz1.0 1 fronte nlta, naso piccolo o camuso, piantato assai davvicino a un palo d'occhiottl vispi o canzonatori: una. faccia cho arieggia molto quelle cosl dotto socratiche. Il Sorel sembr11.affettare la più perfetta Indifferenza di. rronto al rovesci del socialismo olottoralo; sembra anzi provarne un'intima e raffinata compiacenza. Per lui li socialismo francese non ò che una vana scherma– glia di i,itetltlt1wli ambiziosi o parolai. Il socialismo vero non latà che nei Sindacati operai; J>lùprecisamente:

RkJQdWJsaXNoZXIy