Critica Sociale - Anno XVIII - n. 14 - 16 luglio 1908

CRITICA SOCIALE 221 affarista, un po' egoista, un po 1 bottegaia 1 fa loro paura: non solo la considerano come un pericolo per la co– scienza del lavoratore - essi che pur hanno tanta fi– ducia nella u coscienza socialista m formatasi mercè le iniezioni di propaganda verbale ! Ma, anche dove e quando (come nei recenti importanti Congressi tenuti in marzo ed in maggio a Reggio Emilia) essi si trovano dinanzi a un programma e a un orizzonte ben più ampio di cooperazione, essi si levano a ripetere monotonamente l'avvertimento 1 che II la Cooperazione non deve uccidere la Resistenza 11 : la quale, nella loro mente, Impersona la lotta di classe genuina, proletaria, di schietta marca socialista, laddove la Cooperazione è un'arma cortese, un fioretto con bottone, una forma attenuata e spuria di lotta contro la borghesia! E quando Antonio Vergna!lini, ad esempio, tratteggia le linee della " Cooperazione integrale 11 - così pro– fondamente socialista e pur tanto evolutiva e inibitrice contro tutte le convulsioni e le sopraffazioni di cate. gorla - tra coloro che non approvano o che non capi• scono, non vi son tanto dei cooperatori non socialisti e • borghesi '" quanto di codesti compagni mantovani a striature rivoluzionarle. Per costoro, che intendono la Cooperazione di lavoro come un succedaneo, tollerato e in sott'ordine, della Resistenza, l'idea che le singole associazioni di operai possono essere infrenate nella loro corsa agli alti gua– dag11te impedite nei loro monopoli, appare cosa antili• berale, antisocialista, e borghese; cosa, proprio, da ri– formisti addormentatori e tiepidi. Nella loro mentalità tuttavia inconsa11evolmente indl– vlduali~ta e perciò alquanto sindacalista, non entra ac– cora la visione di una complessa ricostruzione soc!ale, in cui i singoli gruppi operai possono esser tratti a dan– neggiare non più il capitalismo sfruttatore, ma l'intera società, fatta di loro eguali o simili, io un generale e reciproci) iugulamento. Per essi, la categoria operala che guadagna di più - sta pure mercò un monopolio e a spese rtegli altri - è quella che ))iÙ s'accosta al– l'Ideale del Socialismo, concepito da essi come una scala del Paradiso dei salari - da 1,50a 2 1 a 8 1 a 6 1 a 12 lire .... Cos1, la vera Cooperazione a indirizzo socialista, discl• plinatrice, eguagllatrice ed organica, è meno accessi– bile e più ostica a quelli che si credono più socialisti. Attaccati al concetto che la nsiste,iza e la lotta del lavoro siano la parte più genuinamente sociallsta del mo• vimento operalo, essi ammettono la forma cooperativo. di consumo accanto e anello collegata alle altre, ma non arrivano o non s'acconciano a riconoscerle l'alta fun– zione moderatrice e livellatrice che essa avrà contro I pericoli borghesi di prevalenze privilegiate dei singoli gruppi operai. Tale funzione di coordinamento e di egualità, io che consiste il socialismo, ad essi pare azione adclormeuta– trlce delle energie e degli impeti ribelli dei lavoratori; e non s'avvedono che essa serve a preparare e a for– mare quel mondo soclallsta 1 in cui non ripullulino, traa– portati dall'individuo al gruppo, gli egoismi, le dii!pa– rità, le sopraffazioni del sistema borghese. Cosl,per una visione poco larga. del movimento e del futuro divenire socialista, la loro paura della Coopera– zione è, in fondo, una paura inconsaputa del Socialismo. Perchè non v'è nulla di men socia.lista. che la conce– zione ristretta ed irosa di una classe che da sè e per se sola combatte per la propria emancipazione, la quale sembra Implicare l'assoggl)ttamento di altre classi nella alterna. bilancia della Storia l Non è questa la. visione che arride al nostri occhi di socialisti evolutivi 0 1 se pili piace, riformisti! · La classe la.voratl'ice, sempre più rorte e sempre meno paurosa, quanto più forte, di contatti o di rapporti, al– larga la sfera della sua azione, dà a.Ila sua battaglia un carattere sempre meno esclusivista e settario, la porta su un terreno pili largo e comune ad altri ceti numerosissimi, direndendo, coi proprt, gl'interessi di tutti coloro che non sono legati e partecipi a.Ila speculazione. i,; li mondo borghese viene combattuto e disfatto, con tattica profondamente rivoluzionaria e pur evolutiva b civile, non col cieco cozzare contro le sue ròcche, nè colle inani intimazioni di " scender dal trono 11 , ma col disgregarlo, sostituendolo nelle sue parti e funzioni ,i– tali, levandogli d 1 intorno gli elementi che lo compon– gono e Io sostengono, attirandoli a noi, adoperandoli a formare, contro a quello, accanto a quello, per entro a quello, il mondo nuovo della umana solidarietà, della civiltà socialista! 0. ZIBORDl. LAQUESTIONE DELLE CASE .AROMA TII. Le Cooperative edilizie. Più della speculazione vera, fioriscono a Roma le Cooperative edilizie. Fioriscono per numero e per continua germinazione, non per solidità intrinseca. L'amico mio Cesana non sa trovar giusto che " quattro poveri diavoli, mettendo insieme la loro miseria, pretendano ipso facto di diventttre padroni di case 11 • E, pAr vero, in un ambiente poco educato allo spirito cooperativo, rhe è anzitutto sacrificio e parsimoniosa tenacia, è diffusa, nella novissima coo– perazione edilizia, l'uspettazione del miracolo e del tliritto ad avere terra e quattrini e case senza. fatica alcuna. Insieme a qualche pagina mirabile dovuta a vi1·ti1 di uomini intraprendenti, questa forma di cooperati• vismo non ha segnato traccie molto luminose. Senza dare neppure un'occhiata a quelle sotto-specie pa• rassitarie di soda.liii spurii che 1>itoccano ai " soci benemeriti,, qualche azione (vecchio malanno comune a tante pseudo-socìetà•operaie ed alla fungaia rlei Circoletti elettorali}, anche le Coperative edilizie che hanno più forti le reni si avventurano con troppo scarso presidio finanziario nelle loro intraprese, e, dopo aver due o pili volte gravato d'ipoteca terra e case sorgenti, ai trovano al quarto d'ora di Rabelais; così che, se non soccorre una pietà superiore, gli edifici loro cadono nelle fauci di qualche pronta spe– culazione. Bisogna avere il coraggio di mettere in guardia. contro il precipizio imminente. Le Cooperative '-'di– lizio hanno diritto a vantaggi ed aiuti degli enti pubblici, solo in quanto si riscontrino capaci e degne ad una attenta ispezione, ed in quanto si assogget– tino alla tutela di quell'organo che la legge ha im· plicitamente designato ad una funzione tutoria pei minori organismi edilizi: l'Istituto per le case popo· lari; oppure del Comune direttamente. Sarà opportuno determinare con apposite norme regolamentari le modalità di siffatta tutela; e non si deve esitare a richiedere che, tra le condizioni per godere gli s1>eciali favori destinati alle Coopera• tive, vi sia la previa presentazione d'un piano eco– nomico che garantisca la disponibilità (mercè le ope· razioni finanziarie da agevolarsi dallo stesso ente tutore) di una data somma per metro quadrato da costruire.

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