Critica Sociale - Anno XVIII - n. 12 - 16 giugno 1908
CRITICA SOCIALE 183 ciRlismo o la democrazia - incerta ecl esitante per In mancanza di quella direlta azione economica che compio con sincerità. vera lo distinzioni di ,parto, o offre ai ceti singoli i poli degli interessi intorno a cui raggrupparsi; incerta cd esitante anche (non mi stanco di riJJeterlo) per un linguaggio dei socialisti che, mentre, nella sua verbosità reboante, ba tonalità !'ivoluziounrle, velllca, vlceversa 1 ed accontenta ed attrae la psicologia dei mal– contenti, come una musica che conoscono od amano, che li elettrizza e li ncqueta: tale la situazione che ò uscita dallo oscillazioni o dai ripentimenti continui dei socia– listi mantovani. Non parliamo del proletariato. Trascinato e stirac– chiato a destra e a sinistra, come un cavallo guidato da dieci mani diverse di guidatori maldestri, osso cammi– na.va automaticamente, qua con la Lega o con un simu– lacro di essa, là con una timida Cooperativa, alla gior– nata, senza unità di Indirizzo e senza visione precisa della strada. Sl, lo so che gli ottimisti vengono innanzi con delle graudi statistiche per decantare il 11 magnifico movi– menlo,, di questa primavera mantovana. :Ma, a parte la questione del rperito che essi ci abbiano, questo fdtto medesimo di sentir ancora, dopo tant'nnni, parlare di 1Jrimavere o di risvegli, e giammai cli estati e di autunui, non 11rova forse che alle native e sempre rinascenti energie di questo proletariato agricolo manca la catena della continuità, manca, per parte di coloro cui spette– rebbe di darla, l'opera del coordinamento o della tradi– zione, onde solo le fasi successive s'innestano s 1 integrano In una azione efficace? Non prova che il ragno pertinace e indomito delle campagne mantovane, il contadino che dalla natura stessa o dalla vita della torra e delle piante impara la fede nello sicure rinascite o nei ritorni infal– libili, o non dispera mai del tutto e non cedo, ha dovuto e dovo ancor oggi rifare la sua povera tela? Chi gliel'ha lasciata spazzar via, chi gliel'ha lacerata con lo sue stesse mani, por volubilità, J)er sportismo e dilettantismo Yagabondo, quando non et'a per moventi e fini men dogai ? . .. Lo so: questo uso di tattiche contemporanee e con– traddittorie, questo impiego di mezzi i J)iÙ disparati, è inteso da alcuni corno Il no,i plus ult,·a di un saggio in• tcgralismo eclettico e sommamoute sperimentale. L'iotogralismo c1ualo lo intendiamo noi - che è poi il socialismo, o, se si vuole, il riformismo - consisto In una grande spregiudicato;i:za in fatto di armi e di tattiche; nel ripudio dl ogni esclusivismo; nella visiono del coordinamento del mezzi diversi quand'è possibile; e, ad ogni modo 1 nel concetto cbe ogni mezzo sia. buono quand'è usato a suo tempo e a suo luogo, ma che nessun mozzo devasi credere, ri priori, generalo nello spazio ed eterno nel tempo. Corti integralisti invece, por esempio 11!l'erri, e tutti gli altri che 1 modellantlosl su di lui, pre– pongono a tutto il resto u1:rn. formale 1mitù, ratta a costo dei più ibridi accozzamenti, e toccano ,•olentlori il sen– timento del proletariato con la corda dolla." fraterna cor~ dlnlità n, concepivano - non so se lo concepiscano ancora oggi - l'integralismo, non già come un sano eclcUismo agnostico e sperimentalista, ma come la coeJMenza, sotto un tetto medesimo, clelle tendenze e delle h.tticbe pili vario e più antagoniste. Seguir quindi In materia elettorale le vie più diverse, la'lciando ai capricci o ai rancori Ioeali tlel ainiloli Cir– coli di una clecina almeno di soci (art. 2 dello Sh.tuto del P. S. I.) il còmpito e la ftt.coltà. e la respo119abil!tà di decidere gravissimi interessi proletart, cosl da far dello alleanze qui o flno ad oggi 1 e da. non farne più là, do– mani, anche a costo cH tovinar tutta una campagnn elettorale e un piano di conqui11taj lnscla.ro 1 nel campo economico 1 la pili ampia libertà dl fondare e curaro J.eghe, o di screditarle, beffule, e rovinarle, non era politica alcoolista, ma era .... una forma d'Integralismo, che comprendeva o metteva alla prova tutti i metodi In una volta., e rispettava nel tempo stesso la libertìl di pen • siero di tutti, co!1Jl da poter ottenero la unità più coufor– tante (e feconda anche! non è vero?) noi sono del par– tito; nel quale " c'è posto per tutti, per tutte le ten– denze, le opinioui 1 e le attività; e c 1 ò lavoro per tutti., - per quelli che fanno o per quelli che disfanno, per quelli che operano, e per gli a.Itri cho li crit!cano, o li fischiano, o li deridono, o li calunniano, o li infangano! ... Indeboliti e paralizzati da questi interni malanni; dal non aver unità tra il pensiero e l'azioue; dal parlare cli rivoluzionarismo senza fare la rivoluziono; dal parlar di sindacalismo proprio mentre si sfasciavano i Sindacati ; dal fare del piatto o caotico riformismo abagliato 1 senza dirlo, anzi spergiurando di paventarle;>; i socialisti man– tovani offrivano alla reazione il de.~tro <l'insorgere. E la reazione ne approfittò. Consigli comunali sciolti, Delegati o birri mandati a far da. Commissari o a violar le listo elettorali pl'r pre– parare le nostre sconfitte, una forma di abusi e di arbitri Incredibili, quali appena si tollerano nello più tristi pro– vincie meridionali; questo è oggi la regola nella Provincia di Mantova. Ma, ancor pili di quo\ che sia mostruosa quella foggia quasi clandestina. di roaziono, è curiosa In situazione in cui si son trovati dinanzi ad essa I soclallsti, e strano il modo con cui la fronteggiano. ll~arole barricato, no. Nessuno lo prolonde e, se qual– cuno l'h!l. chiesto ni padrini dolio sciopero generale del rno-1 e ai fautori del sasso uella macchina e dell'atto 1·isotutiiio, Pha fatto per celia. La rosistenzn civile, neppure. La resistenza contro chi? Contro chi viola la legge? Ma la leggo non ò una ri– forme/la? lla. lo leggi borghe.iìi non sono coso che noi ripu– cllamo? :\la l'esigere la legalità per sò, o in\'Ocarla poi 11roprio diritto, non è riformismo P Ma Il dire che la leggo è un termine medio contingente di equità. fra le classi av– versa.rie, un torrono muta.bile, ma cli volta In \'olta co– mune, sul quale coincidono i dirittl e - In certo senso - gli interessi di tutti 1 non è ammettere la collribo1·azione lli classe? Prigionieri di se stessi e dei proprt atteggiamenti an– teriori, dopo esser.il spezzate con le proprie mani lo armi, dopo avor osl\utorati essi medesimi i metodi della ctiresa, 1 socialisti mantovani (parlo del socialisti uffi– ciali, si capisco) si sfogano in alti lai; in abbaiamenti contro la Prefettura, in piagnucolii di Infante che chiama la mamma, tra lo scarso interesse o la beffarda indiffe– renza di quell'opi11io11e Jmbblica neutra, ch 1 essi hanno disgustata e respinta; che sarebbe quella su cui si do– nebbe far leva per la dHe3a di uu diritto comune, mn che invece guarda allo disgrazie dol socialismo corno alla Rvontura di chi ha quel che si ò meritato e voluto. Oli ò che l'energia clella protesta, la fiera rivendica~ ziono della legge e do! diritto, è eftlcaco quando sia corollario e parte di un 1 opera dlrltla o coerente, di un programma comapovole o organico. È efficace sul labbro di chi la leggo positivamente accetta - e lo dice - pur intendendo e operando a trasformarla: o che può quindi
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