Critica Sociale - Anno XVIII - n. 12 - 16 giugno 1908

182 CRITICASOCIALE contt·o i maggiori dit·igenti del magnifico movimento II di quel paesi (on. Gatti, Nuova Terra, 1· Maggio). Ora, io penso che la verità, sa.lutari.~sima sempre, lo sia piì1 che mai in questo caso, in cui può servire a guidar a un 09ame di coscienza le mas9e laToratrici 1 o ad orientare e riunire coloro (e sono molti nel Manto– vano, sebbene scoraggiati o dìSJlOrsi) che sono stanchi di dover marciare al seguito di chi cammina - per dirla col garbato eufemismo di Gasparo Oozzi - u al modo che si dipingono le saette 11• Eppoi penso che non son le schiette critiche interne che inà.oboliscono, di fronte ngli avversarì, i partiti, quando questi hanno forze ge– nuine e proprie, da resistere e da combattere. Nè le beffarde leggende del labriolisti sulle pecore prampoliniano e sul movimento cooperativo hirnno fatto ritardare d'un minuto o d'un passo il cammino del pro– letnriato reggiano contro i suoi formi<labi!i nemici: nè il dire con franca parola quella ch'io credo fermamente la verità sui casi del socialismo mantovano e sulla re– sponsabilità dei suoi dirigenti, potrà. indebolire l'esercito dei lavoratori nè impedire ai capi l'efficacia dell'opera, quando gli uni e gli altri trovino tn sè le effettive energie e il giusto indirizzo. Al modo delle saette, dicevo, par destinato a cammi– nare il Socialismo di quella. provincia, che diede I na– tali al teorizzatore della formula: " nè a destra. nè a sinistra, ma sempre diritto! ,, Dall'intransigenza elettorale (a parole, s'intende, non a fatti) al rivoluzionarismo ferriano; poi, quando al Con• gresso di Dologna del 1904 Ferri si appoggiò ai sinda– calisti o si lnsciò appoggiare da essi, fluo al la.brlolismo più spiccato; quindi ancora, quando Ferri tornò sui suoi passi, e abbandonò i Nindacalisti, o ne fu abbandonato, macchina indietro verso l'integralismo i seguendo, ma sempre in caricatura eccessiva, i vari atteggiamenti di colui, il cui nome e il cui prestigio essi sentivano esser necessario per conservarsi il favor popolare, i dirigonti del socialismo mantovano sballottarono di qua e di là questo povero proletariato, fluo a ingenerar in esso o la confusione o la stanchezza. Un nominalismo superflclale presiedette a queata cine– matografo politico, come l'operosità parolaia ne fu la espressione più attiva. Del periodo sindacalista. rimane un vocabolo - ohe va ora prudentemonte scomparendo: il Sindacato. Così la Lega dei calzolai, la Lega degli spazzini, deboli, pur troppo, <li poche mezze dozzine di soci, venivano solen– nemente ribattezzate col nome di Sindacato degli spaz– zini, Sindacato dei calzolai. Dell'opera sindacalista, benedetta. se avesse scos110e adunato, all'inruori delle formule dei vecchi partiti, re– ciprocamente sospettosi e gelosi, il proletariato di Man• tova, non restò altro segno che quell'atto da battistero. l\la la passione dei nomi non tramontò. E la nuova Banca delle Associazioni Cooperativo mantovano, che non si chiamò Cooperativa perehè laggiù questo vocabolo 8a di borghese 1 che non si chiamò dei lavoratori, come sarebbe stato più naturale, si intitolò Daoca proletaria, sonza pensare alla. contraddizione etimologica che v'è fra l'epiteto e il sostantivo. Cosl le " feste n a base di riceTimento, ,·ermut, ban– dlere, corteo, e comizio, con 3, 5 e persino 6 oratori, feste cosl somiglianti alle funzioni dei preti e alle cerimonie della borghesia, si chiamano "feste proletarie ,,.Il nome nobilita e asso!ve la cosa. Il periodo della parabola regressiva dal sindacalismo all'integralismo fu caratterizzato da ripetute lotte per la conquista del Consiglio provinciale, finite per 3 volte con elezioni che portavano in Consiglio, in proporzioni eguali, i rappresentanti dei partiti combattenti, e non consentirono alcuna .Amministrazione vitale. ID questa battaglia il socialismo sindaco-integralista mantovano dava i sintomi più tipici della sua atassla locomotrice. Alleato oggi) o non alleato domani, rialleato posdomaui; alleato in un Mandamento, e non alleato in un altro i disputante con la Democrazia) disorientata o divisa anch'essa, per meschine questioni e competizioni di persona e di partito, questo socialismo in istato cli ubbriachezza cronica flnl per confondere le teste e per romper le scatole in modo tale a.Ila massa degli elettori - a quella tal mas~a non reggimentabile che i socia– listi del catalogo e del casellario ignorano, erodendola distribuita sotto le varie bandiere in virtù dei loro co– mandi - da favorire la concentrazione avversaria, o da. dar in mano ai preti e ai moderati Il Consiglio provin• ciale per anni pareccht avvenire. . . Ma questo II blocco ,, borghese, di cui il socialismo mantovano si vanta, come del segno della sua forza e del documento del suo valore, è però ben diverso nelle sue origini dalla Grande Armata reggiana, e attesta assai pili la debolezza e gli errori che non la vitalità e l'opera anticapitalistica del socialismo. A Reggio il blocco nacque da un nucleo di veri inte– ressi parassitari, offesi dal nostro movimento cooperativo e municipale j a Reggio sorso di dentro, figlio genuino della nostra azione e dello nostre battaglie. Noi .Mantovano esso fu suscitato di fuori, per iuter– vento ed attività della Prefettura. e dei suoi agenti. E il socialismo mantovano, reo d'esser stato sempre troppo " politico n e troppo poco economico, d'essersi sempre occupato - claFerri democratico del 1890 e 92, a La.briola. del 1904.- assai più del Governo e dei Ministri e dei succhioni e dello Stato, che non dei contadini o delle mercedi o della viva questione proletaria, doveva, per una simmetria perrettamente logica, trovarsi contro un blocco di borghesia, non già spontaneamente adunatasi percbè lesa nei suoi interessi economici parassitari, ma chiamata a raccolta da una. iniziativa l)Olitica e da una forza esteriore, da.I rappresentante del Governo. Oli idolatri dicono, con un antropomorfismo eccessivo, che Giolitti in persona abbia giurato di far cadere En– rico ~•erri in prO\'incia di Mantova, in pena della cam– pagna. contro Bettola e del suo contegno alla Camera. Noi crediamo, più modestamente, che un Prefetto, ir– requieto di sua natura e desideroso di battaglie per sport e per amor di carriera, abbia detto a se stesso 1 e ulla sonnolenta moderateria mantovana, che egli ed essa sarebbero dei grandi imbecilli se non approHttassero di tutto quello che cla 5 anni a questo. parte i socialisti . mantovani vanno perpetrando 1 in opere e in omissioni, in tentennamenti e in errori, a totale beneficio degli avversart. *** - Il corpo elettorale disgustato o disoi:ienta.to , dal succe- dersi e dall'alternarsi e dal mescolarsi contemporaneo delle tattiche più diverse, dalla assoluta mancanza di un atteggiamento netto, dichiarato e preciso del partito socialista verso i partiti affini; la zona grigia - che di sua natura ondeggia, una massa semiliquida, tra il so-

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