Critica Sociale - Anno XVIII - n. 12 - 16 giugno 1908
CRITICASOCIALE 181 Quanto poi alla forza produttiva della donna, a testimonianza degli stessi industriali, consacrata in inchieste fatte in America) in fnghilterra. e anche in Italia, mentre una donna nhitualmente 1n1òatten– dere a due telai o spesse volte anche a tre, gli uo– mini raramente raggiungono l'ngilità e la prontezza necessaria. per attendere a più di un telaio. l•'orse a Prato, in qualche piccolo stabilimento di tessitura 1 potrà avverarsi il fotto rammentato dal prof. An– driulli, ma non certo nella grande industria tessile, come da noi in 1,ombardia, o come nel Lnncashire, dove le tessitrici conquistarono salari eguitli a quelli degli uomini, o superano questi di gran lunga per numero e per abilitò. rn fondo, il prof. Andriul\i I pur riconoscendo in teoria Fequità del pareggiamento nelle retribuzioni del la,•oro femminile, collo sue argomentazioni di· fende la tesi contmria. . .. Quanto ai diritti politici della donna, il prof. An· driulli crede di aver rispettata In pura ortodossia I del partito socialista. Da buoni e coerenti socialisti 1 egli <lice, non cc ne siamo occupn.ti fino ad ora, per– chè al proletariato organizza to, ora come orn, non può j venire alcun contributo dallo donne elettrici. Oh! di quante cose credettero inutile un tempo occuparsi i socialisti, eppure adesso si occupano! La evolu– zione economica, la concentrazione dei capitali, la rh·oluzione che si compiva automaticamente e la ca– tastrofe finale, ci dispensavano, con tutta la logica clclln più perfetta ortodossia, da ogni attività. pra– tica, nl di fuori delle organizza1.ioni cli resistenza, in favore di miglioramenti immediati delle classi lavo• ratrici. Scuole, biblioteche, educazione fisica, assi– stenza pubblica, riforme politiche, sociali 1 econo– miche e trib11tnric 1 tutto logicamente non poteva servire al proletariato asservito economicamente, e da socialisti coerenti ce ne disinteressavamo buddisti– ca.mente. Ora, in un sol decennio, quanti strappi a cosilTatta ortodossia. e quante eresie! Parimenti sono convinta che non passerà molto tempo, e anche l'e– resia del voto alle donne s'imporrà trionfnlmente ai nostri futuri Congressi e conquisterà diritto di cit– tadinanza nei nostri programmi. 'l'utto ciò è innegabile, mi dirà il prof. Andriulli, ma verrà col tempo, quando voi donne sarete orga• nizznte per mestieri e professioni, e allora. forse (?) anche il proletA.riato risentirà la henefìcn influenza del concorso cicli' u altra metà ciel ge11cre umano ,,. Fatto sta, però, che il movimento politico femmi– nile non sta affatto in dipendenza diretta dalle or– ganizzazioni economiche. In Inghilterra, dove ora si combatte !a più grandiosa battaglia poi diritti poli– tici delle donne, in quello che è il paese classico del '!'rade-unionismo, dopo più di mezzo secolo di pro1>aganda co1·porativista, e dopo il lungo e assiduo lavoro della IVomeu's 1'rade Union's League e del– l'l11dipendent U,bour Party, si hanno in tutto 120.000 donne organizzate, di cui 90.000 appartengono al– l'industria tessile del Lancashire. E' evidente che non potevano le sole organizzazioni economiche fem– minili dare grande impulso al movimento poli– tico odierno . .Eppure in questi giorni 1 llyde l'ark ci dà forse lo spettacolo non ancora visto nella storia di centinaia di migliaia di donne, reclamanti i diritti politici, e alla vigilia forsanco cli ottenerli dopo la recente promessa del primo ministro Asquith d'includern nel JlllOYO progetto di allargamento del suffragio anche il suffragio femminile. Cosl pure in Gernrnnia 1 contro 1.3,14.803 uomini organizzati si hanno soltanto 74,411 donne, e in lfrancia, su piì.1di 900.000 donne impiegate nelle grnndi industrie, senza con– tare queJ\e del lnvoro a domicilio, non si hnnno che 60.000 organizzate. Non ò questo il momento di analizzare le causo della lentezza delle org-anizzazioni cronomiche fem– minili, ma il fatto è che cotesta lentezza non impe– disce affatto il risveglio della coscienza politica della donna lavorntricc, che sente come l'uomo il peso delle imposte, alla quale preme l'istruzione o l'edu– cnzione dei figli, e che vuole scuotere dalle spalle il giogo di condizioni giuridiche, che la mantengono, nonostante la sua partecipazione alla cr<'azione delle ricchezze sociali, in uno stato di inferioriHL nella famiglia e nella società. 1,: questo risveglio politico delle donne non ò soltanto elci paesi a grande in– dustria, e nepput'e ò soltanto il prodotto di un re– gimo che grida vendetta. come in Russia, ma si estende ai piccoli 1>aosi nordici, alla S,•ezia, alla Non•egia, alla Danimarca, e si ritrova perfino in Uoemia e in Galizia, dove le donne possiedono il voto amministrativo e si presentarono nelle ultimo elezioni con una candidatn propria . Consento che non saranno le congressiste cli Roma, che daranno lo grandi battaglie in favore dei diritti politici della donna.; ma non 1>ossodisconoscere la grande importanza di quel Congresso e le conse– guenze che ne potranno sc11turire. Nò, pnr troppo, mi pare improhabilo che nnche in Italia possa ve• nire concesso alle donne il voto po!itiro e ammini– strath•o, se non proprio per censo come l'!rnno scor,so in Norvegia 1 almeno per ça.tegorie, come pare YOglia. proporre· h~ Commissione nominata dal Ooverno che si occu1 >a.di questo tenrn. li'orsechè recentemente anche in Dani ma,·c a non fu votata dalle due Camere h~ <·oncessione del voto amministrativo alle donne, sia pure circondata da molte restrizioni? i\fn, perchè la legge fosse unica per tutti gli elettori, si estesero quelle restrizioni anche agli uomini, pe!Xgiorando in senso reaY.ionario In legge clcttornle in vigore. Questi sono, secondo mc, i benCfici fu11mo11imenti 1 che ci vengono da un movimento politico iniziato e sostenuto esclusi vamento da signore clell1alta società 1 da professioniste e da donne della. borghesia.. g!:!Si dovrebbero aprire gli occhi al partito socialista, o indurlo a. COlllf)letare la sua propaganda., chiamando a rnccolta le donne lavora.trici, pel' fornHu'c fin cl'orn, contro un nuovo privilegio cho le classi dominanti mirano a. conquistare, una resistenza attiva, rinfor• zandosi con gli elementi politicamente piì1 ~iovani, più entusiasti e più attivi del sesso femminile. Vi pare, professore 1\ndriulli, che nl proletariato maschile gioverebbe poco nvere fin d'orA, nella sun lotta di classe politico-cconomica 1 por alleata la donna lavoratrice? F: dopo ciò, grazie delle coso immeritamente troppo cortesi, che avete ,•aiuto scrivere al mio indirizzo! AX~A l\L'LJSCIOI-'F, LACRISI DEL SOCIALISMO MANTOVANO Vlll. Dnl rivolnzionnrismo lii Situht<'nlismo e all'integra– lismo - ]JIL (;rnmlo Arnrnta 11reffttizia e la 1m– rnlisi socialista. Apprestandomi alla storia, 0 1 pili modestamente, alla. cronaca contemporanea del socialismo mantovano, amo premettere una dichlaraziono. Il dubbio cho queito studio critico, perrott:unente obiet– tivo uella sua ,incerità, pOi!tO. servire ai nemici locali del proletariato m ntO\'ano 1 non mi ha turbato neppure uo istante, nò oggi •'accennerei, se qualche socialista di lìi.- doi più scotto.ti , percbò dei piì1 responsabili - non ml avesse rimprovero.to di "aggi1myermi agli avvera ai i
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