Critica Sociale - Anno XVIII - n. 12 - 16 giugno 1908
186 CRITICASOCIALE * .. Un caso tipico: To,-i,no. - Meglio che da ragiona– mc1.ti a.:,·r:1·ti,mi pare si possano dedurre i concetti direttivi della nostra condotta dalPesame di qualche.,. caso particolare e concreto. Ed io scelgo rrorino, sia perchè ne conosco da vicino l'opera, sia pcrchè l'esempio del mio Comune si presta mirabilmente ad una folla di considerazioni sul contegno della bor– ghesia di fronte ai bisogni della cultura popolare. Torino, inolfre, agli effetti delle mie ricerche, pre– senta questi due caratteri importanti: ebbe quasi di continuo amministrazione di liherali, salvo una breve parentesi clericale 1 e quindi potò attuare con continuità un suo programma scolastico; fu forse prima, in ordine di tempo, a preoccuparsi dell'istru– zione popolare pubblica e gratuita, e se ne preoccupò di poi così intensamente come nessun'altra città italiana. La città di Torino è designata, dai lauda.tori pros• simi e lontani delle sue amministrazioni, come quella che più opel'Ò a vantaggio dell'istruzione. Non voglio negare 1 nè attenuare la verità. Torino nel 1872 era alla testa della Jotta contro l'analfabetismo, e nel 1882 e nel 190l essa manteneva ancora il primato. Nel– l'ultimo censimento iL numero degli analfaheti era calcolato al1'8 ¾, la cifra più bassa di tutto il nostro paese. Sono certamente, questi, fatti onorevoli. Il bel movimento scolastico non si attenuò di poi, e l'ul– timo consuntivo, quello del 1906 1 segnava per l'istru– ,-ione il quarto dell'intera spesa effettuata nell'anno. Ma bastano questi risultati sommari e sintetici? Non occorre scendere a piìt minuta indagine, cer– cando come si ripartiscono le spese secondo i vart gradi dell'istruzione, dall'elementare all'universitaria, in qual misura siano servite e con quali rapporti coi singoli specifici bisogni le diverse classi sociali? Non occorre indagare se il Comune abbia assolto solo il ristretto còm9ito fissatogli dalla legge o se abbia cercato, specialmente nei rapporti colle classi popolari, di completare, ·ai integrare l'insegnamento obbligatorio con tutte quelle forme di assistenza scO· lastica e di insegnamento tecnico complementare, che sole possono assicurare, rendere salda) fruttifera) SO· cialmente utile la cultura popolare? È di fronte a tutte queste domande che si atte– nuano gli entusiasmi anche verso un Comune che ha. dato larga parte di sè alle scuole. :Ma affidiamoci alle cifre e prendiamo in esame l'ultimo bilancio consuntiYO che sia di dominio pub• blico, quello del 1906. Le spese per l'istruzione possono raggrupparsi così: Istruzione elemenlat'e diurna serale, festiva 1 estiva f..Jtruzione seco,ida,·ia • , lst,·uzione media 2 533.521,99 108.278,f:6 Istituti per piccola e media borghesia Istruzione professionale Scuole municipali sussidiate " lilruzio11e tmiversitm·ia Istituti speciali: tti1tsicale 113.559,69 17.821,65 2.641.800,35 299.692, 17 84.812,51 13t.38l,34 75.000,- 35.140,47 8.267.826,8•1 Le cifre complessiYe sono ragguardevoli. Ma il loro signifìcato non bitlzerà fuori netto che da un minuto lavoro di analisi e sovratutto dal pa.ragone tra i bisogni delle singole classi e il soddisfacimento che ad essi si diede. Dall'una e dall'altra ricerca risalterà chiaro che il primo Comune d"ltalia - in fatto d'istruzione - si lasciò guidare dagli interessi di classe della mino– ranza privilegiata e non pol'tò alla diffusione della vera cultura popolare quel contributo che offrì in– vece ai figlioli della borghesiR. Dott. GIULIO CASAJ,lNI. Leprime case municipali nFirenze d mocrati Fra breve il corpo elettorale fiorentino sttrit chiamato a pronunciarsi per referendum eul progetto delle case operaie municipali, che l'amministrazione popolare ha compilato ed il Consiglio comunale approvato recente– mente. Il problema delle abitazioni operaio è foue il più ur– gente fra tutti nelle grandi città, e si fa ogni giorno più grave per le proporzioni enormi che assume quella malattia delle società. industriali ch'è Purbanismo. Per– tanto è utile conoscere le diverse soluzioni che qua e là., e specialmente nei Comuni democratici, si tentano 1 perchè la discussione, d'interesso veramente generale, possa sorpassare le cerchie particolarista delle singole città. 11 progetto dell'amministrazione fiorentina mi pare meriti in special modo di essere conoscit1to, anzitutto perchè è opera di uno tra i più omogenei bloccM co9ti– tuitosi da un anno in qua, poi perchè sarà - se, come nessuno dubita, il suffragio riuscirà favorevole - il primo esempio, credo, di assunzione diretta della costru– zione cla parte di un Comune grande. •*• La costruzione di case operaie igieniche, comode e a buon mercato fu uno dei capisaldi del nostro programma amministrativo l'anno scorso. Perciò, appena insediatasi, la nuova O iunta popolare nominò una Commissione d'in– chiesta che esaminasse le condizioni delle case abitate presentemente da famiglie operaie e calcolasse appros– simativamente il fabbisogno. La Commissione - com– posta di Consiglieri comunali operai e di altri che da semplici privati avevano agitata costantemente la que– stione, oltre al Capo-ufficio di statistica, al quale spetta il merito deil'organizzazione del migliore Ufficio stati– stico comunale d'Italia - per non giungere alle calende greche, limitò la sua indagine a un certo numero di quartieri operai, e ne ricavò proporzionalmente delle conclusioni generali. Intanto la Commissione notava due gravi inconvenienti c!le si verificano nelle abita1.loni operaie fiorentine: so• vraft'ollamento e convivenza di più f~miglie in una stessa abitazione. A prima vista sembrerebbero tutti e due ef• retto della scarsezza di abitazioni; ma, se il sovraffolla– mento dipende dalla sproporzione tra il numero degli abitanti e quello del!e case, la convivenza dipende dalla mancanza di certe date caso, cioè quelle da due o tre ambienti. " Si può considerare facilmente - è detto nella Rela– zione della Commissione - come questa frequen1.a di ~~:v:,~~~:re:tiae!r:is"t~i/!!~:ro~~inf;~n~~~e::a par~i~~~~f~!i molto superiori a quelle di altro città., aggravi singolar. mente le conseguenze del sovraffl)llamento già. di per se stesse gravi9sime. Alla mancanza di aria, ai pericoli di infezione da ciò derivanti, si aggiungono, in quelle forzate comunità, gravi pericolì morali, e sparisce so– vente dalla modesta casa anche quella tranquillità do– mestica che In rende, pur nelle tristi condizioni attuali, un angolo di riposo o di pace dopo il lavoro della gior– nata, 11 E il peggio è che, se non si provvede, il numero delle convivenze andrà sempre aumentando, perchò le nuove
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