Critica Sociale - Anno XVIII - n. 11 - 1 giugno 1908

CRITICASOCIALE 169 dell 1 operazione comunale permetterà. l'istituire il de– manio areale, e non si vede (esclusa l'utilità finanziaria del Comune) quale incremento possa nsscere alla co– struzione di case dal semplice ratto che i costruttori non dovranno più acquistare le aree dai privati, ma dal Comune. Intanto, e que~to è Importante assai, il proprietario non espropriato non solo capitalizzerà. nella vendita di aree le aliquote pagate, o le farà pagare nei fitti della coitruzione, ma agìrà perrettamente come se la legge non ci fos-10,e la imposta, traslata. sugli affitti delle case nuove, costituirà. per lo case già esistenti 1 che già godono della rendita impropria di posizione, una vera e propria rendita simile alla ricardiaua. I proprie– tari non avrebbero che dn render grazie agl'impositori dell'imposta. 1~ perciò invocabile che \'aliquota della imposta sia 1a più bassa che In legge permette; poichè anche in tal caso si potrebbero dal Comuno 60ntire I benCflci effetti del diritto lli es1•roprlaziono, che vedremo fra breve 1 mentre si attenua.no quanto più ò possibile gli effetti perniciosi che abbiamo analiu;ato. Perciò, permctt('ndo anche la legge del 1903 sulle Case popolari l'e~propriazloue sulla base della denunzia del valore delle aree, parmi pericoloso invocare la pili recente leggo rtel 190i 1 solo destinata ad ina,prire il saggio degli affitti. Il nostro programma. - Dove il programma no– stro deve veramenle e profondamente diversificare da quello degli amministratori attuali, non è gitt, aduoque, nell'attuazione della propo11taNurra, ma nell'attribuire al Comune un vasto o deciso intervento nell1industria edilizia. '!1utte le scuole economiche-, inratti, e non più la Rola Rcuola wagueriana, ricono:icooo per tale Industria l'eco• nomic\tà e l'util\1à. sociale di un tale iotervento; e non già nella misura falsa e temperata, attualmente adottata a .Milano, con l'oac:wclziocosl detto II ad economia., (pro• prio por la soddisfazione cli b:sognl pubblici, ed evirten• temente suggerito a scnnso rli pregiL1dlzi per il pro– gramma asteosionlsta) ma bensì col vero e proprio eser– ,cizio industriale 1 scientificamente e finanziariamente ri– spondente ad una concezione moderna del Comune. Infatti, l'Industria delle case, e sopratutto delle Caso popolari, è una dello più tipiche per l'opportunìtà di un tale intervento, non solo per volgere a vantaggio collet– tivo gli estraprofltti delle rendite, ma, ancora e più, per supplire alle palesi deficienze dell'iniziativa privata, non solo nel soddisfare adeguatamente la domanda, ma so– pratutto per l'Impressionante trascuraggine delle norme salvaguardanti la pubblica salute. Per limitarmi a :Milano 1 ricorderò le triste1.ze consta– tate dalla Jn'cblesta Municipale dal 1905, dalla quale risultò impressionante Il numero degli alloggi operai senza acqua potabile 1 aenza gas, senza aria passante nè luce diretta, privi della cubatura d'aria necessaria, senza immondezzai, umidi, insalubri, e non già nelle vecchie zone cittadine soltanto, ma, con più alte perèentuali 1 nelle zone di costruzione recente. E tutto ciò è facil– mente comprensibile quando si pensi che, per le mag • giori quote d'interesse (circa il 2 °/ 0 ), che le Case popo+ lari dànno In confronto dello altre case, son qua.sì sempre proprietari di esse I pili rapaci o più ingordi specula– tori; cui non è norma che Il lucro 1 nè regola (a scorno di ogni reg'olamento) altro che la riduzione delle spese di costruzione che l'inquilino povero non rileva. Nè h.le sopra.reddito richiama In compenso più attivamente i privati, poìchè le difficoltà e le noie amministrative operano da selettori per i plì1 pacifici e i meno ingordi Al quali motivi, che mostrano come la preoccupazione di non danneggiare i proprietart di case (sgomenti di un sl terribile concorrente quale sarebbe il Comune), che consigliò gli attuali amministratori, si risolva in una vergognosa trascuranza della salute pubblica, oltrechè in un'azione antieconomica J>er il Comune, altri impor+ tantissimi se ne Rggiungono a convincerci dell'utilità. dell'intervento di questo. A formare il costo delle costruzioni, oltre alPelemento già considerato ne1Parea 1 altri se ne aggiungono, riper• cuotendosi sul saggio degli affitti, tra i quali, per esser breve, ricorderò la mano d'opera ed i materiali edilizi. Ed anche su questi son posslblll per li Comune impor– tanti economie. ·Per la primn. (mnno d'opera) i contratti a lungo termine tra Comune o Cooperative muratori, scalpellini, ecc., od un'ampia applicazione della divi:iione del lavoro, danno risparmi rilevantissimi. Roma ce ne è eloquentissimo esempio. Sul materiali edilizi, inoltre, (e questo ò fatto flna.nzlarlamente lmportantls1lmo), son possibili, in una gra.nrte Impresa quale la. comunale, grandi risparmi con compero a grandi partite in luoghi aucbe lontani (il cbe Il piccolo imprenditore non può rare), con J.'iotroduzione di apparecchi speciali e dura– turi, per co9truzioni omogenee, con l'accentramento am– ministrativo, che ronde possibile organizzazioni più eco– nomiche e lmplcciollsce quindl I costi unitari, coll'alla.r. garitl dell'impresa.. Rilevante Inoltre è Il fatto che sarebbe così superata la vivace discussione dibattentesi sulPopportuoità del– l'imposta sui materiali, perchè per il Comune e9sa non sarebbe sensibile, riducendosi tutto ad una semplice partita di giro del suo bilancio. Privilegiato a,lunque nell'acquisto di aree, grazie al jus p,·aelationis conces~ogll dalla legge 1903, capace di forti rlrtuzloni nel costo di costruzlone 1 noi dobbiamo pertanto proclamare nel Comune un capacissimo costrnt– tore ed un ottimo 1n·op1'ietario, a favore del quale devono devolversi lo rendite che ora Impinguano lo borse pri– vate. Da lui solo si attenda Il lavoratore la casa co– strutta con norme d'Igiene e non esorbitante d'affitto I Intanto, ampliando cautamente il demanio areale si preluderà, nel naturale svolgersi dei fenomeni econo– mici, ai bisogni avvenire, mentre si potrà pure cedere temporaneamente qualche area locando Il diritto <li su– perficie, c~e non solo nella legislazione germanica, come molti credono, ma anche nella nostra ò riconosciuto (Cod. Civ. art. 448). Piccole e grandi case, case-caserme e villette operaie sorgeranno così, proporzionalmente ai bisogni, con van– taggio degli operai, del Comune, e rti tutti, poìcbè è di tutti Interesso che il lavoratore abbia uni\ casa da abi– tare a buon aglo 1 In cui rlposn.rsl o blandire nell'intimità della famiglia le amarozze dell'esistenza, Misure integrative. - Frattanto, a soddisfare altri pressanti bisogni, altre creazioni possono sorgere, inoo– vazionl Introdursi. Cosl dovrebbe Il Municipio interve– nire per Impedire l'eccessivo agglomerarsi degli abitanti 1 oltrechò con la vasta aziono Imprenditrice che abbiam vh,to, col creare alberghi e dormitori operai igleoiei in vari punti della città, concedendoli al massimo buon mercato . .Essl sarebbero a Milano un vero refrigerio per migliaia di infellcl. (A Milano vi erano nel 1905 circa 500 camere in cui si muovevano, nutrivano e riposavano da 8 a 11 lndtvldul, e 20.000 ecces~ivamente agglomerati secondo il criterio della Commissione). Non eshte a Mi·

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