Critica Sociale - Anno XVIII - n. 11 - 1 giugno 1908

174 CRITICA SOCIALE credesse più adatte nll'uflìcio ('); e in seguito po– tesse completarsi per cooptnzione, via via che vi si deterrninas:sero delle vacanze. - Dopo dieci anni di permanenza nell'ufficio di Commissario superiore o regionale, noi vorremmo che ogni Commissario uscisse di carica e passasse nd occupare il posto di preside in un istituto di grande città. Così si evite– rebbe il pericolo di dar vita, dopo un certo numero di auni, a una nuova hurocrazia stabile, straniatasi per la troppo lunga lontananza dalla vita vera della scuola; e la dignità dei capi degli istituti verrebbe, con grande vantaggio agli studi, rialzata asimi f.!). rn tutto questo nuovo sistema amministrativo noi non riserviamo in via normale al i\liuistro altro uf– ficio, se non quello di sorvegliare i funzionari com– petenti. perchè applichino con intelligenza e fedeltà le kggi fotte dal Parlamento, e promuovere quei provvedimenti legislativi che la pratica dell'ammini– strnzio11e giornaliera rivela necessari. - nen sap– piamo che, scrivendo questo parole, andiamo a bat-– tere contro i pregiudizi, non sempre disinteressati, dei nostri dottrinari e politicanti, secondo i quali, come il Parlamento è la quintessenza della nazione, cos1 il .Ministro è la quintes,enza del Parlamento, cioè la quintessenza della quintessenza della nazione: il .Ministro non è un uomo come tutti gli altri, che può essere un genio e un soJ1t1aro,un galantuomo e u□ ... viceversa; il :Ministro è la legge vivente, è la sintesi di ogni dottrina, ò la fonte di ogni potere; è qualcosa più del re che pure è vincolato dallo Sta– tuto, è lo czar, è il padre·cterno, è.... S. E. il :Mini– stro. E questa mostruosa e ridicola onnipotenza viene giustificata dai professori di diritto costituzio• nale con la considerazione che, senza di essa., non esisterebhe r~sponsahilità ministeriale 11 bello è cho nessun professore è riuscito ancora a dire in che cosa consista questa responsabiliti1, e chi debha accertarh1, o come possa diventare effettiva; e nessun Ministro dolla Istruzione è stato mai, in mezzo secolo di parla– mentarismo bastardo, non diciamo mandaco in galera, ma semplicemente licenziato dall'uflìcio per avere fatto un regolamento scolastico sbagliato - e ce ne sono stati parecchi! - o per avere abusato del suo ufficio a scopo cli corruzione parlamentare ed elettorale - e pochi ministri andrebbero esenti da questa colpa; (') :.ou cl 1nancherà. certo raccu11\ di slrRna contrad<llzlonc, per• chè pro11oniRmo si attribuisca RI Mlnlatro la racoliil. di nominare I\ modo 1uo, ala pure per una volta 101a, I più alil funzlonar1 del lii• nlstero, noi che combatttnmo In tutti I modi Il cloUrlnarlsmo cosU– tuzlonalC (Il chi vuole 011nlpoten1e Il ministro. xa In 11uesto caso blllOIJ11A notare che un concorso 110n (l JlO!lslblle, perchè non 81 10.– prebbo In cho modo comporre li\ Commissione eu.mlnatrlce ; e, <11111.nct•anohe Il concorso fosse 1,osalbllo, esso dovrebbe essere glu• dlNi.to con criteri speclal1ashn1 1 bfHhuHlo, più cho al merito assoluto dol singoli concorrontl, alla cai,acttà Oho avrebbe 0111.scunod! illaro ben(' lnslo1110 agll altri o di comp1oro 01,era organica cogli altri: 1111 OOllCKlo,formato di uomini ohe fossero magari tutti di genio, ma olio non andaBBcro d'accordi'> fra loro, aarebbe !neapnee di qunlunquo scrio la,·oro. D'altra J)l\rte, non bisogna dlment1c11.reohe quel Ml– nlatro. Il quale rlescisse a condurre In 11orto una grande legge di riforma scolastlca, non SRrellbe certo un pollllcante qua\un(1ue: do– vrebbe avere vinto enormi dlfflcoltà 11rhna di far trionfare le sue ld1rn, e la sua ,·lttorla sarebbe la 11rovadella sua superiore capaciti, 1ntcllettua1c, della sua ener,:ta morate, del suo senno politico; &a· rernmo ben Jonlanl dal p\ecoll lmbrogl\011oelll Incompetenti, buoni solo o. rnr piccole porcnerle di 11aeco1110; o 11es11u11 pericolo cl sarebbe ad ar– fl!lnrc, bi ti« eccezto,wlt, a 1111 101110 tcctzlo1wle, la facoltà di creare t.r 11ovn 111 •\ena llbertì1 l'organo r,~ecutoro della riforma da lui lctcnta, con r11101 Kuol conslgl!er! o oollnbora.toi·l od amici, ohe egli conosco n fondo o che hnnno con lul pro1H1.rnt11. la riforma, e lo hanno aiutato 14trlonraro c:lclle difficoltà, e eouo convinti della sul\ fecte, o sono gll uomini meglio Indicati peJ Ja,·oro di l\tluazlone dello sue Idee. Situata, con IR creazione del Comitato superiore, Ja 11rlma pietra del nuovo ectlt\clo, Il resto verrebbe da sò a poco a poco. ('J I Comitati dovrebbero rlnnovanl gradatamente <Il anno In anno; e l'opern di rlnno,·azlono dOHCbbo cominciare non a1)l1ena traeoorso Il decimo anno dalla loro prima lalltuzlone. e se un Ministro è stato, non è molto, processato e condannato, questo è avvenuto per reati comuni cli nessuna importanz,~ politica, e tutti - deJJutnti, se– natori, magistrnti, giornalisti, avvocati, accusati, ac• cusatori, giudici - si sono trovati d'accorcio, in tutti gli stadi del procedimento 1 ad escludere da ogni in– dagine i delitti ben più gravi, che quell'uomo aveva commessi contro la educazione nazionale, distribuendo a suo beneplacito gli uffici scolastici fra una ciurma cli intriganti e di bricconi, sconvolgendo tutti i rami del servizio pubblico a lui affidato, calpestando og□i principio di moralità, di legittimità, di giustizia. - l1 buon senso, invece, e la esperienza di cinquan• t'anni ci dicono, che questa onnipotenza e onni– scienza costituzionale, o ò riconosciuta a un uomo di vero ingegno e di vera. onestà, e quest'uomo si alfretta a delegarla ai funzionari competenti e limita il suo ufficio a sorvegliare il lavoro dei diversi or• gani amministrativi; o cade nelle mani cli uo eliso· nesto, e questi se ne serve a soli fini personali 1 so• minando ingiustizie e disorganiz;,;ando l'amministra• ziouo; o viene affidata a un deficiente, che prende 1>roprio sul serio la gaia scienza dei professori di diritto costituzionale, e costui, imbevuto della pro– pria sovra.umana dignità e preoccupato della propria infinita responsabilità, pretende veder tutto, studiar tutto, far tutto, imbroglia tutto e non conclude nulla. J~ della sua umoristica onnipotenza proprio lui è la prima vittima, ridotto com'ò nll'impotenza dalle mille piccole pettegole, heghe dell'amministrazione giorna– liera, che •10 distraggono dal grande lavoro dogli studi tecnici e dalla preparazione delle riforme. E chi in questo assurdo Atato di cose si trova a suo agio non è il povero Ministro, condannato a una vita da galeotto, e reso responsabile di tutto ciò che av– viene sotto il nomo suo; quelli che guadagnano sono i politicanti e i burocratici: i politicanti, che al Mi– nistro onnipotente sentono di poter chiedere ogni più illecito favore, e si offendono se non vengono sod• disfatti, minacciano di votai· contro alla prima cli· scussione di bilancio e alla prima battaglia politica, e mettono così il Ministro onuipotente nel bivio, o di fttr le valigie, o di ridursi a servitore di non con– fessabili interessi elettorali; - i burocratici, che sono ben lieti di scaricare sul 1linistro onnipotente tutta la responsabilità di ciò che essi fanno, e se ne ser– vono come di un burattino che firma le carte a ton– nellate, fingencio di averle lette, e firmando assume JJersonalmente il carico di quanto i burocratici banno manipolato. L'ufficio del Ministro in uuo Stato bene ordinato non è di fare e disfare a modo suo in mancanza di leggi, sostituendo un dispotismo nuovo, esercitato in nomo della sovranità popolare e a servizio della oligarchia parlamentare, al dispotismo che nelle monarchie ns• soluto esercitavano i funzionari di Corte in nome della sovranità regia. fl Ministro dev'essere Pispet• tore politico dei funzionari amministrativi, liberi e responsabili; non il funzionario amministrativo per occellenza, che assorbe in sò tutti i poteri 1 si so– vrappone ad ogni autorità, fa le parti finanche dei vicesegretari, e.... dimentica di fare la parte pro• pria. E non dovrebbe essere difficile, se l'interesse personalQ dei politicanti non intervenisse a dar peso alle elucubrazioni dei dottriuarì, uon dovrebbe es– sere difficile capire tutto il guadagno che Pautorità del Ministro ricaverebbe, se il :Ministro sapesse ab• bandonare pienamente ai funzionari tecnici la trn.t– tazione di tutti gli afft1.riamministrativi giornalieri, obbligandoli a risolvere eia soli, con piena respon– sabilità, le questioni e liberando senza riguardo l'amministrazione da tutti coloro che si ri,~elassero, via, via, inetti o infedeli nella loro sfera d'azione, e affidasse a corpi tecnici autonomi e permanenti il potere disciplinare sui fuuzioaarì 1 l'esame di tutte

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