Critica Sociale - Anno XVIII - n. 10 - 16 maggio 1908
CRITICASOCIALE 153 capitali in fabbriche di concimi, zuccherifici, ecc. E la terra grassa, che i nostri nonni videro palude, rende sempre di ph'.1.l!:d i lfLYOranti e gli scarrio lanfi, stracciati d'un tempo vanno al lavnro in bici– cletta, o s'appassionano all'a.ziencla 1 sentono che ò propria, ne provano la responsabilità. Che magnifica educazione per un domani ! Ecco un altro organizzncore magnifico, del lembo estremo d'Italia c he gua rda l'Africa: un modesto, un solitario, un tena.ce: Cammarerl-Scurti, le cui pRrole, al recente convegn o di Roma, furono una ri– velazione. Egli ha laggiù, nel regno dei feudi, ta– ~liata una zona cooperativa di 7000 ettari e 3500 soci. r latifondisti sono stati piegati dal hoicottaggio ad affittare le terre ni lavoratori orgnnizzati 1 che vi hanno instaurato una cultura pÌlt intensa: breve è il fitto o gabella; secondo le costumanze arcaiche, sessennale, così da non consentire migliorìe pro– fo11de. "Ma i vantagiiì dell'\inioae si delineano pur sempre. Per i proprietari: sicuri oggi del pagamento del fitto, mal non ostante, restii a concedere nuove terre, perche vorrebbero speculare sull'insolvenztL dei contadini per tenerli aggiogati. Per i lavoratori associati: da conti fatti, risulta che uaa sola Coope– rativ,L ha, in un anno, risparmiato, nel costo di pro– duzione, r,entomila lire; mentre il prodotto è più abbondante; il contadino non è pili costretto ad es– sere rubato ed a rubare (sintesi degli altri contratti ngral"I in Sicilia)j ht concimazione consente alla terrn. meno lunghi riposi, e la miglior coltura le fa meno soffrire le aHersità climatiche. Socialmente, si ha la. completa utilizzazione della. varia natura fisica del suolo con le varie colture che pii1 con vengono rispetto all'insieme della produzione; invece il fra– zionamento fa, per malinteso tornaconto individuale, estendere la vig11a.alle terre valli\•e, ottime pei pro– dotti erbacei, e Ja,.cia nlla scarsa produzione di grani o<l allo scarso pascolo le colline. ottime all'incontro per viti prosperose. Con l'affittanza collettiva il con– tadino è assicurato di tutto il prodotto del suo la– voro, senza chP. corm rischi di perdere, come nella piccola possidenza, l'uso della terra, strumento primo della produzione. JWmiuati i conflitti nel campo ciel salario, si ingenerano più sereni rapporti tra il fosco feudalismo terriero e lo braccia dei liberi, e la cvo– perazione rurale si fa, giù in Sicilia, centro di Coo– pernzione integrale, suscitandoYi attorno altre Coope– rative di lavoro, che servono pei consumi di quella agricola, e che, con la loro ~'ederazione, scambiano in forma sociale i prodotti, auspicando la cessazione dell'artigianato, senza che dia prima luogo alla grande industria capitfllistica. Così, in quella terra, la con– cezione integrale trnva nitre vie e pel'llii che a Reggio d' J~milia, ove è la Cooperativa di consumo che go– verna e regola il movimento federato. Jlanno parlato, questi due valentuomini, con ab– bondanza persuasiva di dnti e cifre. Ma, se vogliamo, ascoltiamo ancora un nltro. che, sentendo meno la paternità diretta delle organizzazioni, possa portnrc un criterio più obbiettivamente ineccepibile. 11 prof. Samog-gia - l'eminente direttore dell'Uf• ficio agrario dell'Umanitaria - osserva che è con– fortante il constatarn come il numero e In impor– tanza delle affittanze collettive siano in continuo aumento, sicchè, da poco più di 100 Cooperative (e non tutte avevano terreni) che esistevano nel 1906, siamo giunti a oltre 150, con una suporricie di ter– reni indubbiamente aumentata in una proporzione anche maggiore; dovo nuove atfitbnzc collettive e conflitti vivaci e lo forme violente di lotta di classe o non si hanno o vanno via via attenunnclosi, perchè il lavoratore sempre più si affeziona alla terra e perchè egli parteci1>a sempre più larg-runente alla produzione, dalla. cui intensificazione ha tutto da sperare e da guadagnare. La disciplina e la serietà, di cui danno prova lo Cooperative agricole esistenti, sono mirabili: tanto che è stato talora possibile sanare passività o fare fronte a spese o a lavori straordinarì con le sem– plici prestazioni grntuite dei soci. J soci - assai spesso - come nella Romagna - non percepiscono i loro salari che n fine d'aanoj o no rilasciano dal 20 al 50 per cento a. garanzia del buon andamen,to dell'Hzienda. Nelle Coopera.tive ove le terre sono divise fra i soci .:ihe le coltivano a loro rischio e pericolo~ l\,iuto reciproco e scamhievule è di regoln: come è Ji re– gola che fra le Cooperative di una stessa plaga si debba fraterno sostegno quando avversità o disgrnzie facciano fallire parte dei raccolti. Se una illumilmtn benevolenza da pnrte degli enti pubhlici sapesse assistere questa forma così geniale e tutt.a nostra, tutta italiana, di cooperazione, si può andare certi che i fenomeni pili paurosi delle nostre plaghe rurali - scioperi, agitazioni, disoccupazione, emigrazione, invasione di terre, ecc. - ben presto perderebbero di intensità e farebbero trovare quel– l'equilibrio che invano si cerca per altre vie. Uosì il tecnico autorevole. l•M ora, dopo le luci, le ombre. Naturolmente, non sono mancati insuccessi j e il malvolere ostile ne vorrebbe faro 11rgorne11totJer diniegare ogni favore. li Luzzatti ha notrlto che lo C(loperative, agli occhi della critica, hanno il dovere d'essere perfette. .Nelle industrie iudivitluali ,•'è ijemprc una percen• tuale di crachs, abusi, follimenti. Basta uu insuc– cesso solo di Cooperativa. per gridnre il crucifige! Si ricorda sempre Ostia; ma, sebhene le basi del– l'impresa fossero economicamente errate, non si di– mentichi neppure che furono i primi sforzi, col sn– crificio di coloni oscuri) pel risanamento dell'agro malariCOj e, se Roma &YI':\ il suo porto, lo dovr:\ 1.Lnchea quell'uttività 1 risanatrice della spinggin. Si cita il caso attu1lle di Molinella, ove pur si commisero i gravi errori, di costringere gli operai a far lunghi chilometri per recarsi sul lavoro, esau– rendo lo proprio foriej di concedere anticipi consi– derevoli di salario, di non affezionare i soci alla loro aiienda, facendola sentire quasi una cosa estra– ncR, dipendente da un Istituto <li credito. Gli errori sono documenti di nccusa, solo quando non si riconoscono, ma si ripetono. . .. I problemi clel momento, per le affitt,tnzo collettive, sono tre: ordinnme11to tecnico-giuridico,ct"Cdito, terra. Per strnttura giuridica queste Cooperative diver– gono da luogo a luogo, spesso non hanno la veste del codice di commercio, e si atteggiano a mere società civili, o anche hanno la sola esistenza di fatto, e tutto ri,posa sovra un prcstunome. ~fa, ovun– que son più mature, io consiglio h\ forma legale pel commercio. E si 1>rofila:anche in questo 1?iova– nissimo ramo di attività, il prohlemn dell 1 ordina– me11to iutercooperativo, che invade ogni angolo della cooperaziono, tendendo veréo i consorzi cli Coopera– ti ve e le Cooperati\'e di secondo grado, sprov,,iste ancom di fonn<t nel nostro diritto. Dal punto di vista della. tecnica agraria, le affit. tanze collettive si distinguono, secondochè la condu– zione è unita o divisa (quotizzflzione), oltre alle so– luzioni intermedie, adottate, ad es., dal buon Cam– marcri, che nel vigneto riesce a far della quota una misura di riparto-lavoro (spazio anzichè tempo), rimanendo del tutto colletth·izzati il prodotto ed i mezzi di produzione. Certamente, iu linea di mas– simn1 il tipo a conduzione unita è pilt progressivo e 1wrfetto j e ben fanno, ad esempio, i socinlisti ro– magnoli a preferirlo a tenlitltivi insidiosi di condu– zione a quote da 1rnrte dei mezzadri. Ma è pericoloso
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