Critica Sociale - Anno XVIII - n. 10 - 16 maggio 1908
1:;2 CRITICASOCIALE Questo maggio si dà l'aria di 1>rendere in mano ccl annodare varì fili di i;pcranze, agitazioni, sforzi, che :-i connettono ai movimenti pili intensi della cooperazione operaia. S1 sono concretato proposte per le affittanze col• l<'tth•e, e si ha probabili ti\ cli vararle tra le onde di Montecitorio. LlL Commissione, che l'on. Gianturco coslifuì, con l'ultimo atto della sua vita di ministro e forse l'ultinrn firma dello sua mano, per studiare i problemi della cooperazione di lavoro ed agevolare la migTazione dei sodnlizi del .Nord nelle terre m<'– riclionali dissang-uato dall'cmig'rnzione. 'ha concluso lo sue ricerche, e il Governo assunse impegno di presl'ntarle alla Camcrn. Le Cooperative di consumo si sforzano di costituire il grande magazzino cen• trale, e di avviarsi a quel lrnst dei consumatori, che, nello scorso settembre, a Cremona, non parve un'utophL nd uomini incalliti noi maneggio dogli alfari. 1 1 ;<1, n tutto sovrnstantc, In. questione del credito, di cui le Cooporntivc lrnnno tnnta sete, stringe al!e ro11i, con pre<'iso e prnticho proposte, la resistente virtì1 degli Jstituti di emissione, ai quali, per voce di J.ui1,.tiLuzzatti, è poRto il dovere di coscienza di impiegar~ parte dei loro utili "'a favore del credito per In povera gente cho la,•ora e s 1 eleva :i· A che punto surà tutto questo fermento di germi, n fine mnirgio, al Con~resso nazionale che avn'l luogo a Rc~~io? A Reggio: ove l'idea della coopo· rnzionc int~~rnlc, preconm e vagheggiata da tante pnrti, ha trovato un terreno allatto, ed ove alla po litica tlei lacoratori si \'iene intrecciando, con intimità di intenti, la J)Olilira cfei COIISU11talori, nella convel'• ~ente uniti\ dell1orgnnizzazione cooperativa. lln,:gio, buon maggio, che le tue promesse sieno mnntenute ... . .. In Italia - come capitava a quel tale che non si accorgc\'a di JHlrlarc ... In prosa non ci accorgiamo, qualchr volta, di creare dello forme nuove, efficaci e t1osfre, di trasformazione sociale. E corriamo dietro alle coso bolle e brutte dell'estero. Abbiamo creato lo nfJìttRnzo collettive. Cioè a dire: la. cooperazione ngraria non si è fermata nel ceto dei detentori o co:iduttori di fondi, non è - come nltro,•e un cemento della piccola proprietà.; ma è discesa negli strati elci ht\'Orntori della terra, tra le fitto od umili schiero <lei hraccianti e delle " opere 1,, e ha dato \'ita. fL!I org-anismi speciali, che non sli~urano accanto nllo forti organizzazioni delle Cooporati\'O agricolr, raccolte attorno alla Federa– zione dei Consorzi a.trrnri. Am:i, nccanto a questr, le Cooporath·e di lavorntori rappresentano una nota di– \'Crsa ed unn specie di immunizzazione contro il pericolo particolarista e sindacalista del movimento agrario, che tonde naturalmente a stringere il trust o monopolio dei 1>rodultori-terrieri, il pri\'ilegio im– mane o trem1:i-ndodel possesso del suolo. Ciò che è a,•veouto in Gorn,anin, cd un po 1 in Francia, è ab– bastanza istruttivo: ~li ttgrari si fortificano nel tri– plice baluardo della. organizzazione economica, am– ministrati\'a e politica; e cioè, poi primo, nelle Coo• perntivd (differenti dai frw,;fs - dice il Lorenzoni - JJl'r un i:elo nel quale lt-apassar clmfro è leggero); poi secondo, noi congegno dello rappresentanze tti;:raric; poi terzo, nel partito che è segnacolo in vel:!sillo di cooservaziono. Da noi, in Italia, la Pcdc– rnzlono piacontinn sog-uo unr~ linea larga ed accoL·ta, nolln ferma mano di ltnineri; le rappresentanze agri• colo, in forma complotu od autarchica, sono n.ncorn dn vcnirr, nei pro,getti lihernlmente concepiti dal Cllvalieri e da )f. l 1 'erraris; alla Camera i deputati rurali si e1>crdouo nell'uniformo grigio della maggio– ranza caotica. )la ò fatale che la convergenza av– venga; e che gli accordi stretti in un teatro di Parma, nel plauso dei "' liberi lavoratori ,,, tra i rnp1>rcsentanti dei proprietari italiani, sbocchino, quando che sia, nel fiume del Centro agrario. E, male mag-giorc, questa politica reazionaria di partito fodererà un'azione economica ... siudacn.lista. La lotta tm i ceti, e la sopraffazione possibile della classe terriera, sono tali spettri da giustificare anche qualche esagerazione di timori prematuri... Le nflìttnnzo collettive lrnnno anch'esse il germe del particolarismo; ma i vincoli di solidale intnesso con lo nitre categorie del proletariato oppo11gono una controspinta all1cgoismo di ceto; e la vigilo cura degli organizzatori costringe le CooperatiYe più ma ture e prO\'Otto a dar soecorre\'ole mano alle piì1 deholi, mentre si pone il contatto tra quelle produt– trici e le altre di consumo, secondo l'idea lanciata dli. .Luzzatti, molti nnni fa, per la produzione \'inarii,, e svolta, altrettanti anni ra, dal buon Camnrnreri Scurti, in articoli dolio. Critim raccolti ad 01H1sco– lctto. Quirnti precorrimenti, anche nostrani, alla così detta Cooperazione integralo! . .. Le aflìttanze collettivo hanno questo sostanziale carattere: uniscono il crtpitalc delle braccia per as– sumere direttamente la conduzione dei fondi, elimi– nando il conduttore-intermediario. Siano esse in Vnl di Po, dove, primo nel tem1>0, ne foggiò una nel Crcmoucse un agricoltore ricco e bizzarro; o si pru– ,,ino nel Pineto ravennate 1\ muovere i primi pas"li per Hornagna tutta, a lenire In disoccupazione ende· mica; o si formino noi ltcggiano 1 cou i risparmi su– dati degli emigranti, a coronare il faticoso edificio di quel mon..!o cooperativo; o si stendano, accanto a Trapani, sui " feudi "'Il 1>er i monti che seppero la vittoria di Calatafimi, pre1>arando la dissoluzione elci latifondo nefasto; 18 affittanze collettive hanno diversità di forma economica e di forma giuridica; ma si accomunano nello scopo di eliminazione del– l'imprenditore o fittavolo. La '"eliminazione dell'in– termediario ., è una pit1.ttafornrn comune per i COO· pera.tori di ,•aria scuola o consente una logica pro1>ria al gruppo parlamentare degli amici della coopera– zione. 'l'utto sta poi nel valutare In funzione dcll'in• tormcdinrio, o \'Odoro se è sopprimibile o no, nei CllBi concreti. Le aflìttanzc collettivo hanno mostrato 1 in alcuni luog'hi, che i lavoratori della terra sono capaci di far da eè, nell'industrio. agricola. Nullo .Baldini, il geuerale dei braccianti ra,·ennnti, che, sotto la sua guidn, hanno assorbito, escludendo gli appaltatori, i lavori pubblici della regione -- qualche cosa come due o tre milioni all'anno si è fervidamente de– dicato alla cooperazione agraria, con la quale, e con quella di consumo, intende srurnmente temperare lfl unilateralitil dell'organizzfl'i',10110 pei lavori di Stato, prm1simi ad esaurimento cd incapaci di sfamare i figli di Romagna, cosl incatenati da ragioni etniche al suolo natìo. Oice quest'uomo, bronzato e saldo, che ha la figura di un antico capo cli lesrionari o coloni sul Po, quale è stato il movente delle affit– tanze collettive. Era ben utile, ai suoi tempi helli, il ceto dei fittavoli nella cam1>agna, piagata dall'as– senteismo padronale. Introdusse concimi, coltura in• tonsivn, ecc. Ma, mano mano nei lavoratori si S\'e• glia.va insieme un addestramento tecnic~ maggioro cd una più dritta coscienza sociale, si maturò anche il convincimento di poter fare dr, sè, si formarono lo Cooperati"e, si assunsero in affittanza prima heni comunali, poi anche di privati. È la minacciata ro– vina pei fittavoli? 'J'utt'ultro; le trasformazioni eco• nomie!le hanno lo ,•ittimc, ma hanno anche pronti com}Jmsi, come gli organismi. I fittavoli di ieri, ap– profittando dello s,•ilupJ>O delle industrie sussidhirie dell'agricoltura, si sono dati a queste, impiegando i
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