Critica Sociale - Anno XVIII - n. 10 - 16 maggio 1908
CRITICA SOCIALE 119 gresso della beneflcenza e non un'assemblea ... costi– tuente? O non era un mònito ai maschi invitati 1 pili che il motto sintetico di un progrnmma? Io credo che si tratti proprio di questo, di <lire agli uomini: u Trat– tateci corno trattate YOi stessi ,,. Le donne, insomma, at– tendono dal buon volere maschile il trionfo di quel complesso di rlvenrlicazioni che va sotto il nome di feminismo. Oh ingenue! come vi rivelate nuove davvero alle lotto politiche 1Voi avete copiato o copierete ancora tanto coso dagli uomini; ma non riesci rete mai ad avere la loro millennaria esperienza politica. Vedete; gli uomini, nella. ioro grande maggioranza, sanno ora che è cessata l'e– poca del sacrificio e della. concessione disinteressata. Lo stesso partito socinlista si è liberato dall'antico concetto di fratellanza, rimodernandolo con la solidariefù, nome antico d'una coscien1.a nuova, che è la consape\ 1 olezza egoistica di comuni interessi. Le donne saranno ratte diver.:iamente; almeno se vo– gliamo credere a.... noi stessi, cl.lo - quando non ci procurano un dispiacere o non c'infliggono un fiasco - le diciamo II le creature più perfette n·Noi uomini invece siamo fatti peggio: siamo profondamente egoistici in tutto ciò che si riferisce a vita sociale. ~;, per colmo, non ce ne vergogniamo, anche perchè l'egoismo collet– tivo è un po' diverso da quello individuale. :Noi,·quindi, le rivendicazioni dell8 donne, le osserveremo tutto con la lente colorata del nostro interesse di uomini. È umano, e chi dicesse o facesse altrimenti sarebbe un ipocrita, un visionario o un imbecille. E, prima di tutto, noi - anche quei socialisti che fanno i feministi arrabbiati - non vediamo volentieri l'ug,rnglianza dei due se.:1si,perehè temiamo che lo donne si av\'icinino troppo - non anima e corpo, come lo fa.– mose u anime sorelle ,,, ma con le facoltà. dell'anima e i car11tteri fisici, oh orrore! - a noi. Pare un argomento antiquato, ma non è perciò campato soltanto in aria, e le donne, se vogliono lotto.re virilmente per la conquistn. dei loro diritti, devono fare un po' i conti anche con codesta avver.:iione " estetica n degli uomini. Pensate alla manìa di livellare i sessi abolendo il ge– nere femminile nella grammatica e chiamando presi– dente e non più presidentessa la contessa (perchè non conte?) Spalletti Rasponi e la principessa (perchè nùn principe?) [Jaetitia. Pensa.te a una donna che vi discuta dei progetti di legge e dei piani elettorali: vi potrà riu– scire simpatica, nel modo stesso che vi riuscirebbe un uomo che facesse le medesime cose, ma vi ricordereste che è una donna? Lo so, non è un argomento questo. l\Ja appunto perciò è più p~ricoloso: è un sentimento, cioè qualcosa d'in– confutabile e, peggio ancora, d'invincibile. Ci vediamo inaridire una delle maggiori fouti di gic•ie; è naturale che iI nostro egoismo voglia resi8tere. Riconosco però che, prima o poi, davanti alla necessità dovremo cedere e ci.... disputeremo solo quelle che vor– ranno rimanere donne, o ci abitueremo, se nessuna vorrà rimanere tale. Ci abituiamo a tante cOse, prima ripu– guanti o noiose; il nuovo tram che interrompe la quiete del nos"tro quartiere, il fllo aereo che sciupa la vista di un monumento, il carnevale che muore, le stesse donne con le manine imbrattate d'inchiostro ...... Per questo gli ostacoli forti saranno, non tanto nelle nostre tendenze o abitudini estetiche, quanto, come dicevo prima 1 nei nostri interessi. Per esempio, una questione, che appassiona molto, è se si devono ammettere le donne in tutti gli uffici o Impieghi che siano. ln ciò sono ultra-conservatrici anche alcune categorie maschili molto evolute. Jn Firenze le insegnanti si agitano da tempo per ot– tenere il pareggiamento dei loro stipendi a quelli ma– schili. Jo sono convinto che il Comu11e farebbe una so– lenne "corbelleria a concederlo, per ragioni che qui non è il caso di ripetere, ma che, giorni adrlietro, ebbi oc– casion& di esprimere in presenza cli alcune gentili mae· stre e di un loro collega. Ebbene, questi rendeva tutti i miei argomenti inutili con una sua pregiudiziale: "Lo donne sono un troppo grave pericolo per noi maestri, perchè accrescono In concorrenza w E qualcosa di si– mile ho udito spesso da insegnanti medì, non solo ita– liani, ma anche francesi. llla Io preoccupazioni di alcune minoraoze di cittarlioi non saranno un ostacolo sufficiente, porchò la questione sociale femminile ogni giorno diventa più minacciosa per noi uomini. r,a differenza tra 1a questione sociale in genere e la femminile in il'lpecie è in ciò, che la. prima è un problema principalmente di proJuzione, la seconda di.... riproduzione. Sicuro! In Italia, trent'anni addietro 1 il numero dello donne era. quasi uguale a qnello degli uomini. F,r"al'e– poca della vita tranquilla, della felicità. ft1.miglial'e, del matrimonio indissolubile. Un uomo solo doveva bastare (parlo economicamente!) a una donna sola. Ma ora! A Firenze soltanto, l'ultimo A111mariostatistico dà un'ecce• <lenza di quasi 14 mila femmine st1i masehì; ed è in proporzione lo stesso io tutta l'Italia. Sarà percbè gli uomini nella vita moderna. si logorano facilmente, perchè muoiono più presto - specialmente se ammoglia.ti - mentre le donne muoiono più tardi, sarà per altre ragioni: ce:to le donne vanno diventando s~m• pre più, e molto più, numeroso degli uomini. Come 11 sistemarle ,, ? Nell'epoca dell 1 ug11aglianza .... numerica il frizzo cli Dumas fils: u Mm·itate le vostre rnga~ze! ,,, poteva J.H\– rere anche un consiglio pratico. :)la oggi come fare? Ne deriva quella terribile caccia al marito, quale il mondo non avrà mai vi':ltosinora, quella noiosissima, antipatica - sopratutto pel giovani - caccia, ch'è un vero con– travveleno dell'amore. Apriamo dunque vie nuove e più decorose alle donne, e il ·matrimonio non sarà piì1 chiamato, nel gorgo dello ragazze, " una posiziono,,, sarà. forse meno aborrito, e noi a.nomo tante seccJ.ture cli meno. Lo stesso può dirsi cli un 1 altra richiesta delte donne: la soppressione doll'istitnto clell1autoriz1,azione maritale. Sarà una disgrazia pei mangiatori di doti; ma la gran• dissima maggioranza dei mariti avrà una responsabilità di meno e un po' di respiro di più. C'è una questione però, ch 1 è la più complessa e la più gnwe: il diritto di voto. Qualcho assiduo lettore della Critica ram monterà forse che io non sono entu"liasta del suffragio universale ma- . schile. Figurarsi di quello femminile! Con la differenza che, mentre, riguardo al primo, sono forse in molto scarsa compagnia; in quanto al suffragio femminile, credo che pochi veramente democratici possano sul serio farsene sostenitori. E la ragioue è nota: la maggioranza delle donne oggi è troppo sotto il dominio del prete. Xè credo, come l'amico Jorickson in uno di quei suoi articoli che, sotto una forma hriosa, nascondono grande acutezza di vedute, che il Yoto del CongreS$O sulla lai– cità della scuola valga a sfatare quell'opinione tanto ditf11-sa.Qtielle erano donne tutto u intellettuali ,,, cioè a dire le donne più II evolute 11 : ma tutte le altre?
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