Critica Sociale - Anno XVIII - n. 10 - 16 maggio 1908

CRITICA SOCIALE 157 matori; o vorrà farne senza· e dovrà sminuirsi, scaratte– rizzarsi da quello che fu sin qui. . .. Eccoci dunque alla conclusione da cui sili.mopartiti: per ragioni di cosE\ di sincerità, di avvenire, il partito socialista, esponente e rappresentante legittimo della classe lavoratrice, deve assumere apertamente la difesa dell'interesse in essa oggi prevalente, l'interesse del consumatore degli elementi fondamentali dell 1 esistenza, porsi il problema delle abitazioni e del commercio dei generi alimentari, proporsi di risolverlo con risolutezza ed energia e, dove le sue attuali facoltà. non bastano, provocare all'uopo provvedimenti legislativi. Non è qui il momento di accennare alle soluzioni e potremo farlo in seguito: sarà, per comincio.re, il pani• flcio consorzialo, già proposto da Oiovanni J\fontemnr– tini1 per gli J9tituti pubblici - ospedali, orfanotrofi, re– fezione seolastico 1 ecc.; - saranno gli spacci municipali del latte fornito direttamente da.i produttori con mezzi idonei e rapidi; sarà il credito ai rivenditori o la loro organizzazione; saranno i regolamenti d'igiene pilt ac– curati e severi, che costringano direttamente alla tras– formazione della piccola azienda povera e a;rretrata in quella più grande, più dotata e più capace (non Io ve– diamo oggi.forse, che gli avversari più accaniti dell'ap– plicazione della legge sul la\'oro diurno e sul riposo set– timanale, sono i piccoli fornai, por impotenza, economica sopratutto, a differenzn dai grandi?); sarà tutto un ordine di provvedimenti per fare arrivare a :Milano verdure e carni fresche rapidamente, disciplinandone razioun.lmente, e con possibilità di sicuro controllo, la qualità e il peso nella vendHa al pubblico; sarà la appropriazione for– zata di terreni propinqui alla città a prezzo di terreno agricolo; ma sarà il criterio della organizzazione, della razionalità, portato in un terreno ove 011gl non regnano che l'anarchia, il disprezzo di ogni norma igienica, lo sfruttamento reciproco, a danno totale ed esclusivo del consumatore. Questo solo può e deve fare il partito socialista se vuole mantenersi coerente a se stesso, vivo e fecondo. Ogni altra via lo condurrebbe a questo sopratutto: a non essere compreso e segu\to dal proletariato milanese, ad allargare la fenditura che la tena.cia 1 la probità mo– rale e la fe<le di Filippo Turati tendono a colmare mantenendo con esso, ad ogni costo, i contatti, e a per– dere, ciò che è ben peggio, la propria flsouomia e la propria ragion d'essere. ÀLESSA)l'DRO SCll!AYI. Lamunicipalizzazione delle areefabbricabili Lo studio dei provvedimenti atti a riparare alla deficienza di alloggi, e quindi al rincaro dei fitti 1 che progredisce in maniera impressiouante nei grnndi centri, ha prnvocato in questi giorni una fioritura di pl'Oposte che dimostrano, se non altro, l'urgenza del problema da risolvere. Come in tutti i fenon1eni SO· ciali complessi, anche in questo del rincaro degli alloggi, non è possibile trovare un rimedio solo, si– curo, infallibile, che agisca con la rapidità di una operazione chirurgica, ma è dal coordinamento sa– piente ed oculato di varì provvedimenti che si può sperare un sollievo immediato. rruttavia, un'idea fondamentale che valesse a stringere intorno a sò le altrn minori, ed a rafforzarle, avvicinerebhe di molto alla soluzione; ma questa idea finora, che si sappia, non venne in cq.mpo. Vediamo di troval'ia, o per lo meno di accennare ad altri, più competenti, una via, che, a nostro parere, condurrebbe alla meta . . .. Il principale elemento determinante l'attlrnle rin– caro dei fitti è certo Pafftuenza sempre maggiore della popolazione nei grandi centri (urbanismo). Ma questo fenomeno non può evitarsi; può solo tempe– rarsi a lunga scadenza: restano gli effetti, e cioè la deficienza degli alloggi in confronto della ri– chiesta. Le cause? Salvo casi eccezionalissimi, il capitale affluisce dove può trovare un impiego fruttifero, anzi, dove le spese d'impianto non siano tali da esaurire una gran parte della riserva finanziario 1 affluisce anche il piccolo risparmio, la piccola spe• culazione. Ora, una delle preoccupazioni maggiori, nel prohlema. edilizio, è l'acquisto dell'area fabbri– cabile, che intacca immediatamente il capitale dispo• nibile, mentre le spese di costruzione possono ripar– tirsi, con una comunissima operazione finanziaria, in parecchie annate. I~ sono appunto le aree fabbrica– hili che vanno soggette alla più sfrenata specula– zione, avviandosi rapidamente ad un vero trust monopolistico, come ebbe a dic!1iarare lo stesso Pro• sidente del Consig-lio nella discussione, avvenuta alla Camera, della leg-ge per Roma. Per ovviare a tale inconveniente, si pensò di im– porre una. tassa sulle aree fabbricabili nella misura del!'l ¼ del Iorn valore (legge 8 luglio 1904), che venne poi elC\'ata al 3 °/ 0 con la legge 11 luglio 1907. Però gli economisti non credono all'efficacia della tassa, anzi parecchi di essi sostengono che ... fini– ranno per pagarla gli inquilini. L'imposta, nel con– cetto del legislatore, dovrebbe spingere i proprietari a fahbricare od a vendere ai costruttori, ma invece troppe aree fabbricabili vengono sottratte al mer– cato, nella speranza di realizzare un prezzo più alto. E questa speranza neutralizza l'effetto della tassa, anzi contribuisce ad aumentare precisamente il Vfl· lore delle aree, mantenendo così il primo e più grave ostacolo nll 1incremento edilizio. Una via d'uscita l'offre, a nostro parere, l'art. 20 della legge 31 maggio 1903, sulle case popolari : 11 I Comuni, nei quali sia riconosciuta la neces~ila di risanare quartieri insalubri o di prouvedere alla, defi– cienza di alloggi e case popolari, dovranno compilare, a norma degli articoli 86 e !)3 rlella legge 25 giugno 1865 sulla espropriazione per utilità pubblica 1 i rispetth•i piani regolatori <li ampliamento. 11 Per la esecuzione del piano di ampliamento i Comuni, ove non abbiano aree disponibili, sono autorizzati a va– lersi dell'art. 22 della citata legge, domandando l'espro· priazione dei terreni compresi nel piano medesimo. 11 I suoli edificatorii, risultanti dall'espropriazione, po. tranno essere venduti o concessi temportlll0amente anche a privati.,, l<:bbene, la legge non fissa limite alcuno alJ1esten• sione delì'esproprio: perchò dunque il circuito del piano di ampliamento non µuò estendersi, in ciascun Comune, fino a comprendere la totalità esistente delle aree fabbricabili? Perchè, in altre parole, non si af– fronta radicalmente lt~ questione, costituendo un de• manio comunale di tutte le a.ree fabbricabili? I van– taggi di una tale iniziativa risaltano maggiormente ove si teng-a conto dell'art. 44 della legge per Roma 11. luglio 1907, che può essere esteso anche a quei Comuni che ne facciano domanda: "L'accertamento degli enti soggetti a tassa sarà. fatto ln conformità. a denuncia del proprietario, il (Jttàle non pntr(l, 11ariàrloper tutti i 25 anni di dunlla del piano re•

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