Critica Sociale - Anno XVIII - n. 10 - 16 maggio 1908

154 CRITICA SOCIALE ed n.ntiscientifico gettare, come ha fatto l'Avanti!, la scomunica minore contro i t-1istemi a quote, che, in date condizioni telluriche e sociali, possono essere nel o:rni altro preferibili. La teoria è nella natura del 1:moloe della coltivazione: ecco. l)i credito tutte le Cooperative, d'ogni specie, han hisog-no; ma le agricolo sono fra le pili sitiboncle, pé1· l'inclole degli invcstimo11ti rurali, a lentissimo ammortamento. In vari paesi esistono istituti o con– corsi cospicui di Stato, proprio poi credito delle Coopel'nth·e a:rrarie. ln Ung-heria, per una sola cate– goria di Cooperati\·e, ,•è uno stanziamento che su– pera ... l'intero bilancio del Ministero italiano d'agri– coltura, con le debite appendici dell'industri_a e del commercio. Pantano, per le affittanze collettive, pro– metteva dieci milioni da portarsi, con emissioni, a qunranta ... Da buona gente pratica, che non patisce del mal d'illusione, gli uomini dello Cooperath:? agric?le capiscono che, con questa Camera, non e e da chie– dere troppo, e, rinunciando a far causa da sè, si ac– codano al grosso delle Cooperative d,ogni categoria, che. al progetto Della 'l'orre, chicl'.{gono aiuti e prov• vedimenti riconosciuti g-iustissimi dal Luzzatti e dallo Stringher. Se le rose maggfolane fioriranno, e le Banche d'emissione apriranno il marsupio per n,:nte di credito alle Cooperative, anche le agricole avranno per sè qualche stilht e qualche rigagnolo della parca pioggerella d'oro. . .. M veniamo al terzo problema: il bisogno di terra. l,a terra a chi lavora. La domanda si rivolge, sia alle terre colonizzabili, sia. a quelle gfa ben coltivate. Pel primo aspetto, si rientra nell'argomento vastis– simo della colonizzazione, per cui furono in quasi 40 anni presentati numerosi disegni di legge, che stanno a lastricare, con le loro buone intenzioni, gli archivi parlamentari. Il programma massimo delle Cooperative agricole trn lavoratori converge ad una. lc!!islazione organica. che dischiuda ad esse, mercò istituti moderni e poderosi, le te1Te meno coltivate d'rtalia. F.d ormai ò penetrato vittorioso il concetto che la colonizzazione non può itVvcnirc nelle vie e forme del riparto indiviùuulistico e parcellare delle terre, ma solo nellt1. forma consociativa a base cli cooperaz ione. 11 flisegno di legge Pantano rappre· senta.va In. combinazione dei due elementi, e, per quanto b isognevole di emcnclnmenti cd integrazioni, costituisce pur oggi un desicleratum de1le Coopera• ti\'e agricole . .Ma la resurrezione, in questa materia, è sempre un miracolo, e lo Cooperative agricole, pur non rinunciando a più complete aspirazioni, accon– sentono per ora a limitare le loro domande, convinte che la fonm dello coso e lo sviluppo naturale degli istituti esistenti (usi civici 1 bor1ifìche 1 espropria• zioni, ccc.), getteranno spontaneamente le basi della futura legge organica sulla colonizzazione. Dunque: un p1tsso, un piccolo passo alla volta. [o erodo che, se il riformismo (come complesso di forze trasformatrici della legge e dello Stato) è all'a. h. r. nel campo socialista 1100 parliamo di quello ... radi– cole !), si deve in buona parte al sistema delle cor· nici. La smania delle affermazioni generali, dei prin– cipi e delle dichiarazioni dei diritti - col loro sa– pore di '89 - architetta maestoso cornici, relazioni imnrn.ni , che descrivono fondo all 1 univcrso 1 ed ir1qua• drnno m iserelle e magre proposte concrete. Si mon– tano grandi macchinari, con scarsò rendimento. Bisogna imparare un po', nel mondo degli affari, dai più furbi e svelti, i qunli, per ottener qualcosa, rimpiccioliscono le parvenze dellit domanda, mostrano che è una cosa ùa niente, e disarmano le diffidenze, cd .... ottengono. r! riformismo ama invece squillare, in anticipa– zione, tube rumorose. E si compiace assai delle .... cornici. Questa volta, si vuole invece andar piano e sano. AIla, legge si chiede la sanzione espressa di un principio: che i beni rustici dello Stato, delle Pro– vincie, dei Comuni e dolio Opere pie possano essero af'fìdati direttamente - in enfiteusi o affittanza. - e senza intermediari alle Cooperative agricole dei la– voratori. Nient'altro. I~~ naturale che, attesa anche la diffidenza, a base politica, dei proprietari pri\•ati, si metta uno sguardo più vicino sui demani degli enti autarchici. I terreni dello Stato, delle Provincie e dei Comuni sono assai poco significanti. Ingente è invece la massa dei fondi appartenenti ad Opere di beneficenza. Non si chiede che, ope leg is, le CooperatiYe deb– bano avere la conduzione cli tnt.ti questi beni: ciò svilupperebbe le Cooperative acc attone, con danno del sano movimento coopemtivo, e metterebbe a re– pentaglio il patrimonio dei comunisti e dei poveri, che ha alte destinazioni sociali. Diverso è il sistema: la legge dia la facoltà j alle Cooperative guadagnarsi con le prove i favori; al costume sociale instaurare una doverosa preferenza, così che l'istituto abhia applicazione ovunque se ne presentino le condizioni obbiettive di possibilità, cioè a dire l'esistenza di or~n.nismi saldi e capaci. Niente di più. Ridotta a questo modestissimo scartamento, la ri· forma.: !) non è che l'estendirnento d'una norma adot– tatn., fin dal 1889 - con una leggina Giolitti - por !,{li appalti e le forniture. Anche questa è una forma di cooperazione schiettamente ed unicamente italiana; solo in Nuova Zelanda. c·è qualcosa di analogo per i lavori ferroviari, ma ò pili cottimo e contratto col– letti\'O che appalto a Cooperati\'C. Ogni anno, sul non ricco nostro bilancio dei la\'Ori pubblici, si danno G milioni di lavori a Cooperative 1 senza gara con le imptese di professione; 2) è il semplice chiarimento espresso di facoltà che sono consentite, in fondo, dalle stesse norm e in vigore. [nfatti, tranne pei beni rustici di St1 :1.to, anche oggi le autorità tutorie p,,ssono permettere c he i fondi degli enti locali e delle Opere pie siauo affittati, a trattath'a privata, con chiunque, e quindi anche con una Cooperativa. i\la allora, si dirà, la vostra riforma è inutile! Risposta: ragione di più per non fare dif– ficoltà, ed ammettere l'innocuo chiarimento! ~ra no: non è inutile. Lo dicono, senz'altro, lo continue dubbiezze o gli ostacoli, che la burocratica tutela so11eva contro le domande di affittanze collet– tive . .ll carattere di assoluta. eccezionalità che deb– bono nvere le trattative privato di fitti, secondo le norme in vigorej il non avere le Cooperative agricole una cittmlinanza legislativa; la mancanza <li norme regolamentari; sono burriere troppo forti per la be– nevolenza della burocrazia. Si tolgano. g si fiancheggi la disposizione di espressa facoltà con norme sussidiarie di agevolazioni per le tasse fiscali 1 per la formazione della cauzione, ecc.; ana– logamente a quelle che il Pantano proponeva in un angolo del suo vasto disegno. Dopo, verrà il regola– mento: e le Cooperative agricole di conrluzione po– tranno esser sottoposte allo stesso regime dei regi• stri prefettizi e delle Commissioni semi-elettive di vigilanza, che funzionano nssai bene per le Coope– rative di lavoro, e le adusano ad un prezioso senso rli responsabilità. . • * Questo l'immed iato provved imento. Il Governo non so come potrebbe giustifica.re un eventuale rifiuto ai voti tenuissimi.

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