Critica Sociale - Anno XVIII - n. 8 - 16 aprile 1908
CRITICA SOCIALE 121 L'esempio di 'l'orino non ò senza imitatori, e l'idea, per vero molto eemplicisticu. e punto geniale, della mu– nicipalizzazione delle affissioni dilaga con una rapidità capace di inorgoglire gli ideatori clella trovata. Intanto le più Interessanti municipalizzazioni meri– dionali, quello della molitura e del pano, danno risul– tati negativi o sospetti, i partiallssimi tentativi di mu– niciJ)alizzazioue del pane, in qualche città dell'Italia settentrionale, hnnno tolto a tutti molte velleità, e rorae le municipalizzazioni dell'energia elettrica preparano anche in qualche grossa città nuove sorprese dolorose. Da qual parte si deve dunque comlncin.re nell'opera di municipalizzazione, pensando che gli insuccessi possono all'inizio rovinare anche tutto il bene che dallo savie municipalizzazioni può derivare? Ci si deve proprio ac– contentare, come unico saggio cli municipalizzazione di· retta 1 di quella dell'affissione, rinunciando alla gestione diretta di ogni nitra applicazione municipale? Nessun dubbio che l'azienda municipale dello affis– sioni è proficua come poche altro, e che essa presenta Inoltre una semplicità tale da rassicarare anche gli am– ministratori più ingenui. Ara questa rappresenta l'Milo lnrantilo delle munici– palizzazioni, e qualsiasi amministrazione, per quanto male proceda, ne può cavare quattrini. Non no teniamo quindi conto, percbè proprio non ne vale la spesa; essa è un buon mezzo per fare guadagnare qualche migliaio di lire, o - a seconda dell'entitll delle agglomerazioni interessate - qualche centinalo di migliaia, ma non è una dimostrazione della bontà. delle munlcipnlizza– zioni. Le più logiche, più simpatiche municipalizzazioni de– vono essere quelle degli alimenti indispensabili. I Co– muni ad amministrazione popola.re dovrebbero comin– ciare sempre di qui, anche se Il problema non si pre– senta. semplicissimo. Le ragioni in favore della municipalizzazione del– l'ACqua sono intuitive nei rapporti igienici i economica– mente la municlpnlizzazione dell'acqua potabile è sempro un buon affare, perchè il Municipio può fare dell'acqua in effetto un monopolio, e anche coloro, che conoscono solamente l'abblcl dell'Economia politica, sauno che i monopoli non presentano mai alcuna alea effettiva. Che il monopolio di fatto, per l'acqua potabile, si possa stabilire, deriva prima d'ogni cosa dal diritto mu– nicipale di uso del sottosuolo por le condotte atrndali, e può, in secondo luogo, derhare dalle prescrizioni igieniclte, dello quali i Municipi possono farsi forti 1 per strozzare molte velleità di speculazione. Si aggiunga che l'acqua è un alimento che ai vende ancora a prezzi relatlvamento alti, che le Società. industriai\ per l'acqua alimentare banno tutte - credo senza pure una ecce– zione - fatto buoni affari. Pur troppo, molli grossi Mu– nicipi italiani hanno ceduto senza profitto un monopolio di fdto, che basterebbe di\ solo a rendere bolla l'opera di una ammi11h1trazione comunale, o, se intervengono a. tentare la munlclpalizzaziono, lo fanno assai tardi 1 in condizioni di concorrenza pericolosa pel Municipio, e quando i naturali compratori sono da tempo accapar– rati da altri. Ciò 1 ad es., va ,,eriftcandosi a 'l'orino, ove l'azienda munlcipale dell'acqua potabile dovrll necessa– riamente svolgor,11 in concorrenza con una Società po– tente, la quale lavora a pieno carico, e quindi -con un beneficio note,·olc 1 derivante, oltrechè dal tenue prezzo iniziale dell 1 acqun 1 dalla massa stessa dell'acqua ,•ondutu; e la conseguenza è che, se i consumatori trarranno pro– fitto dalla concorrenza, non ò ùen sicuro, però, che per l'ente municipale la gestione dell'acquedotto si presenti molto florida. 'l'utto ciò non toglie la verità. della tosi generale: la municipalizzazione delle acque potabili, oltrechè rispon– dere a ragioni di carattere superiore e a vora necessità di igiene, si presenta, per sua natura, in buone condi– zioni e 1 a caso yergine, morita sempre di essere tentata. Ora, circa la metà dei nostri Comuni 1 piccoli e medi, mancano di acqua potabile: e oggi le scuse di deficienza di sorgivo o di falde proronde ben protette non valgono più. La tecnica mette a disposizione nitri mezzi sicuri, uon alea~ori, di ottimo risultato i~ienico, dai filtri ame– ricani agli impianti di ozonizzazione. Ecco un facile punto, anche pei Comuni non grandi, J>er un saggio si - curo e simpatico di municipallzzaziouo. Una municipalizzazione che Incontra lo simpatie del pubblico, ma che deve spaventare ogni amministratore, è quella del pane. Anche qui non v'ha dubbio che in ruore della municipalizzazione militino ottime ragioni morali, ma, a controbilanciare le ragioni morali 1 stanno l gra,·i pericoli materiali. È bene cho chi ha visto da vicino i pericoli dica in proposito In YCrità. La municipal\zzaziono del pane può viYere ad una ~ola condizione: che il Municipio abbia di fatto il monopolio del pane. :Ma, se il Municipio defe faro la grande industria panaria, accettando la concor• renze dei piccoli produttori, non v'hn dubbio che donà lavorare in perdita. Non sola.mento il <lisastros'> esempio di Catania devo illuminarci, ma altro prove, sia pure In condizioni un po' iurelici d'ambiente - cito quella di 'l'orino - debbono illuminarci. Per chiunque ha ratto l'esperimento doloroso di seguire da vicino la grn.nde lavorazione del pane, stanno questi postulati: 1° Il pane è venduto generalmente a 1>rozzl mal com– patibili colle esigenze tecniche ed economiche delPin· dustria; 2° a permettere lo piccola lavorazione entrano in campo rattori, che nulla hanno da vedere con uu calcolo razionale {alta percentuale di acqua, piccolo furto sul peso, ecc.); 3° il pane si può lavorare solo quando la vendita ha un carattere di fissità. Ora 1 un Muoicip\0 1 che, con un forno o una serie di grandi forni centrali, faccia pane e affronti la vendit11 in vari punti della città, ae non può avere il vantagg:o di dettaro il prezzo (il che sola.monte si ra. con un mo, nopolio di fatto), si troverà in cattive acque in bravo giro dl tempo. Le grandi Cooperative belghe Yendouo pane e guadagnano, percbò danno al pane percentuall di acqua del 38-40 ° 101 e perché, per ragione politica 1 i compratori arrivano a tal punto di abnegazione da andar oltre, e comporaro ugualmonto, per punUglio politico, il pane dello Cooperaf.ive. E non aggiungo altro: mi !'iserbo di esporre, coi dati alla mano, il prezzo reale del pane anche per la gran ie Industria e dimostrare i pericoli di una municipalizza– zione di tal genere, tanto più volentieri in quanto esat\ figura. nollo promesse di pli1 di una lotta ammini– strativa. Per ora mi limito ad affermare: la. municipalizzazione ciel pane è sempre pericolo.:ut. È pericolosa ancho se è unita alla. dh·etta molitura del grano, tanto più ora che i grani presentano oscillllzionl di prezzo cho in pochi mesi possono arrivare da L. 21 1 50 a. 29 al quintale poi grani nazionali. fn ogni caso, os:1a è tentabile soltanto se deve trasrormarai io un vero e proprio monopolio. Anche qui i .Municipi possono rortunatamonte trornro noi regolamontl d'igiene un buon appiglio per rendere clifflcil la lavorazione nei p!ccoli forni, e bJsterebbe
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