Critica Sociale - Anno XVIII - n. 8 - 16 aprile 1908
CRITICA SOClALE ll7 capitali per trasformarlo eia monopolistico in indu– striale, affine di ottenere quei vantaggi che la libera concorrenza, se ,wesse agito, auebbe ottenuto (bontà di servizio, tariffe basse) e che un Municipio, che la.,•ora non per soli scopi finanziari ma anche per il puhhlico, devo raggiungere. Il Comune investirebbe cioè il doppio della somma di capitale necessario per un riscatto normale. li Montemartini si propone ilwece di ottenere la trasformazione dclFimpianto a spese della Società.. J3isogna costringere la Società a diventare industriale. F~,soltanto quando ciì) sia avvenuto, non vi sarà più difficoltà a. trattare il risc1ltto1 perchè si paghe– ranno allora degli utili reali e non di monopolio. Quale il mezzo per rr.ggiungere l'industrializza– zione? Ve n'è uno solo: la concorrenza. Non già di Società contro Società, mediante nuove concessioni; la concorrenza privata conduce quasi sempre le im– prese 11 dividersi la piazza o a concordarsi nello sfruttamento delh, clientela. Concorrenza proficua e duraturn può farla solo il .i\lunicipio. La propostti del Comune di Roma ha senza. dubbio il pregio di precisare con grande finezza. la figura economica di concorrenza. L'espressione non va in– tesa nel senso di creare alcune linee concorrenti ad alcune altre linee della concessionaria. L'intervento diretto del Municipio si dc\'e intendere come arme di concorrenza a tutto il sistema monopolistico delle concessioni. Quando, di fronte alla Società, si possa conbue su un sistema tramviario giR. pronto ed in funzione, che può assumersi i futuri sviluppi delle linee redditizie, sottentrare alle linee 1>rovvisoria• mente concesse alla :Società e giovarsi di tutti i vau• taggi contrattuali che resterebbero lettera morta senza l'effettiva possibilità cli tradurli in atto, quando possiamo disporre di un falle sistema, abbiamo creato la vera forza concorrente che molesta e limita im· mediatamento le concessioni avvenute. Perchè il va• \ore di una concessione, che riguarJa servizi mono– polistici1 non sta tanto nei guadagni medi del pas• sato o nei lucri prese nti, ma consiste precipuamente nella s.peranza e nella qun.si -certe~~za dei lucri av– venire, che si dovrann o svilu ppare necessariamente in una città. a forte incromento di traffico. li Comune di J{.omasi prepara dunque a costruire la sua rete con questi criteri: 1° gradualità di attuazione; 2° inizio della municipalizzazione con linee che contemporaneamente soddisfacciano ai duo requisiti cli essel'e redditizie e di servire quartieri perirerici ove deve svilupparsi la costruzione; 3° scelta di linee il più possibilmente concor– renti nlle soch1li. Si comincerà subito con due linee radiali a doppio binario che hanno uu pe,·corso di oltre 10chilometri e minacciano tutto il sistema della Società che ~ir– cola. al nord della città. Mediante un i1n·estimento capitalistico di 4 milioni si otterrà, in base a calcoli riconosciuti prudentis– simi, ed ammettendo impianti veramente modello e la tariffa unico. di 10 centesimi, un reddito netto di 250.000 lire. L'operazione si annunzia dunque come assai felice. Ed ora Jalla 1>roposta )Iontcmartini ricaviamo al– cuni corollari. Il primo è questo: che, dappoichè la concorrenza, si riduce in sostnnza ad una svalutazione per pre– parare il riscntto futuro, -bisogna accompagnare \'i· nizio della nuorn. rete con una azione sistematica per svalutan anche con altre armi la Società. 11 Comune non può costruire direttamente le nuove !inee, e rafforzare la Società con nuovi patti sulle vecchie. V'è una favoletta osopea del cane che corro dietro a due lepri e non ne raggiunge nessuna. ~Oll manca largo materiale per richiamare la Società, anche giudizialmente, all'osservanza delle conven– zioni, e per costringerla ad ingenti speso nel senso della trasforma,,.ione it1dustriale. L'esperimento di Roma può, sotto questo punto di vista, essere significativo per la. politica dei ri– scatti di concessioni statali (ad esempio, ferroviarie, idriche, ecc.). Conviene che il riscatto sia preceduto da una fase di svalutazione, anche se il sarvizio do· vesse subire transitoriamente stasi e ritardi nei mi– glioramenti. E' innegabile che 1 anche noi caso tram– viario di Romn, i cittadini, come consumatori del servizio, avrebbero il massimo vantaggio nel riscatto immediato, che significherebbe il più rapido miglio· rarnento anche nelle \"CCChie linee, mentre la con– correnza può condizionare solo più lentamente e J>arzinlmente ciò che il Montemartini chiama l'indu• stri:llizzazione degli impianti sociali. Ma i cittadini, oltre ad essere consumatori di trasporti meccanici, sono anche comunisti e contribuenti, e per le finanze pubhliche il riscatto conviene meglio al momento in cui, pei nuovi investimenti di capitale e per le ri– duzioni tariffarie da parte del concessionario, si ri– duce il suo profitto e quindi Jlindennità di ri. scatto. Tutto stn, in fondo, nel comparare i due vantag~i degli utenU e dei contrihunili, ed i duo criteri del serri.zio e della finanza Non è detto che in certi casi il primo non debba prevalere sul secondo (il riscatto delle ferrovie )feridionali insegni !) 1 ma iu generale bi8og-na curare meglio il processo di sva– lutazione, agli effetti finanziari, e non fare 1 alla vi• gilia dei riscatti, nuove concessioni che ne aumen• tano il premio. Per questo lato, ripeto, il Comune potrà dar qualche insegnamento allo Stato. [\ secondo corollario riguarda i rapporti dello Stato e del Comune nella aorveglianza delle tramvie urhane. Al Comune è indispensabile emanare un regola• mento d'esercizio, per tenere a posto la Società. :\fa. potrà legalmente farlo? La leghllazione tram viaria dc\'e essere per questo punto ritoccata. La 1eg~o del 1A96 considerò alla stessa strcj?ua tramvie ur• bane ed extraurbane, o ne affidò la sorveglianza. agli Uffici governativi. Subito dopo sopravrnnne una differenziazione tecnica ben netta tra le une e le altre: mentre le tram vie extraurbane divennero vere ferrovie secondarie. quelle urbane si svilupparono come un s~rvizio ordi11ario del Comune ed un ele– mento inscindihile della circolazione strnclale. Se In. legge deve seguire il fatto, conviene che (evitando il pessimo sistema dei due padroni) si dividano lo sfere di competenza: le extraurbane unicamente ag-li Uffici governativi, e le urbane alla son•eglianza co• munale (gli Uffici governativi non avrebbero, del resto, tempo e modo). Un ultimo corollario. In fondo, se a Roma il ri– scatto completo non si fu, ò pel famoso art. 25 della legge del 1903, che nel riscatto fa pa,gare al con cessionario tutti i lucri cessanti, o che fece dire es• sere la legge piuttosto contro che pe1· le municipalizza– zioni. E' da avvertire che quel criterio ru !)reso dalle disposizioni allora \"igenti in materin. di riscatti fcr· roviar'ì; ma tali disposizioni sono in seguito mutntC", ed il progetto Hcrtolini oggi alla Camera contieno criteri nuovi che fanno strillare i concessionari. :Kon sarebbe ueccs ... ario modificare in senso analogo il famoso art. 25? Deve esit1tere una certa l.ega clei Comuni, che po– trebbe anche interessarsi della. questione. Ed in ge• nerale l'azione legislativa dell'Estrema dovrehbe con• tribuire a togliere gli ostacoli agli esperimenti di politica municipale, che la democrnzin. si appresta a compiere nei Comuni conquistati. .\l"i-:UCCIORUINI.
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