Critica Sociale - Anno XVIII - n. 7 - 1 aprile 1908
CRITICA SOCIÀLE I09 presenti gli accertamenti fatti ,Jallo Stato in epoca non sospolta por l'esazione dei tributL Co:iì persone ricchis– sime dono state classiflcate con risorse o addirittura senza risorse, e persone appena appena agiate si son viste elencate nella prima categoria, cioè tra coloro che non avranno alcun smsidio. Questa non sarebbe una gran-colpa delle autorità e ilei Comitato centrale di soccor.rn, se iu seguito si fosse resa giustizia ai reclamanti, pcrchè nessuno è infallibile, specialmente, poi, quando si tratta di compiere un lavoro molto complesso cd affrettato. Ma ciò che non ci sap– piRmo spiegare è la insistenza del Comitato centrale a non ,·oler col'reggern gli errori commessi. (') Finora ogni proprietario dann~ggiato, ad eccezione di quelli classiflcati tra gli agiati, ebbe un sussidio che \'aria. <la r.,. 75 circa a 5000 franchi in media, nella proporzione del 10 °_, 0 clel danno sofferto alle persone ritenute con risorse, del 30 o 35 °· 0 a quelli ritenuti senza risorse e quasi dell'intero ai poveri. Ma vi sono molte irregolarità ed inesattezze, alle quali bisogna ri• pararn nel miglior modo possibile per impedire la spe– requazione delle somme inviate, con sincerità. di affetto, da tutti coloro che concorsero alla gro.odo opera di ca• rità, 1>or sollernre le sorti dei danneggiati, senza nod– suna preferenza, senza alcuna distinzione. ~oi, dunque, ci auguriamo che le nostre parole siano ascoltate da chi ne ba il dovere, e non concludiamo, come Nestler•Tricoche, col motto adottato per la rico– titruzione della u J)il1 grnnde San Francisco " : Let us {urget ! - Dimentichiamo! Xo, noi uou dimentichiamo tanti atli di valore, di abnegazione, di entusiasmo e di fede compiuti nei mo– menti terribili del rtisastro, non dimentichiamo la grande gara di generosità fra tutti i popoli civili che inviarono :soccor:3ial primo annunzio dell'immane s,·entura, e non clime11tichiamo soprattutto il palpito possente di fraterno affetto che vibrò dall'una all'altra delle regioni italiche nel cuore magnanimo degli Ttaliaui e specialmente dei nostri fratelli lontani, che anche oltremonti e oltremare :serbano nell'animo inestinguibile amore alla patria adorata. ùi(L i paesi maggiormente de,·astati dalla disastrosa eruzione riprendono il primitivo aspetto, già. le rigogliose \'Cgetnzioni dei fertili campi, distrutte iu un attimo, lor– nano a germinare e a fiorire belle e vigorose, come una volta, giit per la fermezza eroica degli abitanti, J)er un miracolo cli energia e di attività, torna fervida la vita, ove prima sembra\'a rcgnas~e ~ovraua la morte, ma il caro ricordo della commo\'cnte solidarietà. internazionale, il ricorclo dolce di coloro, che confortarono con la parola o con l'opera le infelici 11opolazioni vesuviane, resterà scolpito indelcliilc nella mente e nel cuore di tutti. (.YupOfi,). Dott. ?!IANLIO A:-.l)lrn.\ l)'AMBltOSIO. ( 1) l';.1·1, Clil' .ill'ullim'vra il 1Jv1111i11io1·oglh1 mcttcr,:11 sulla l.rno11a \'la ..•. Mel.(llo lttl"dl <..:he111al1 La Critica Sociale e il 1 remtJO: ver l' lfalia, an;w L. 2:t, semestre L. 12. Avete le 11l'imc tre ;rnnate I L' Amminisfrazione della Critica è <li:;110:;la <L rù;amUiare con wm qualsiasi successiv(t anuata, rileyata, oppm·e con un anno d 1aOUouamentu,l'inv-io che le 11enisse fattu dellct 1\ ·p o .1" f11u1ata(18fll, 18fl:!, l8fl:J) di Critica Sociale in I.mono stato di conservazione, OTTIMISMO SPERIMENTALE 11 titolo non è forse esatto, ma non so trovarne altro migliore. Ottimhm10 sperimentale \'Ol'l"Ohbc es• sere quello di IWa. Jfetchnikofl\ il quale già nello sue /!,'fwles sur lct nature humai-ne (lU03} ha dichia– rato quali sieno lo sue idee intorno all'avvenire della vita umana, e il quale oggi nei suoi l!.:ssaisOJJiimi.c;tes (Parigi, A. Malvino 1 11:107) offro, per dir così, la do– cumentazione scientifica del suo .sogno ottimista. .Non si può comprendere l'opera, la quale, nella intenzione di Metchnikoff, dc,•e avere una porta.la sochde piì1 che biologica, senza conoscere l'autore: un gloriosissimo rappresentante della rHzza slava, innestata sulla ebraica, modificato dal!'A.mbientc pa• ri_gino, ove ai sogni propri dell'uomo si è 11ggiu11to tutto l'entusiasmo lutino. Chi lo Yede 1lll'lstituto l'r1steur, del quale è gran parte, spòrco e affaccen dato, ma ilare e sernno sempre, chi sento la sua parola caldfl 1 buona 1 suggestiva 1 comprende assai henc che quest'uomo non è soltanto un l'icercatore, ma. è, ancor prima che biologo, poeta e filosofo. r suoi stuclì sulla natura umana. lo avevano portato a sostenere una tesi, che egli offriva all'umanitìl come un vangelo e come una buona no\'Clla. La vita dell 1 uomo è breve, diceya egli, assai più hrevc di quanto i limiti naturali della \'itfl stessa non stahi• liscono in realti\; ed aveva cercato di delucicl:no le ragioni vere per le quali questa vita si pre~onta abbreviata. Le ragioni non ernno molto persuasive per un osservatore e per un critico, ma la. huona novella, che i limiti della vita potevano protrarsi al cli là del secolo, era fatta per allietal'C lo spirito. 1◄:rn sovratntto una buoaa ragiono per spini;crc la società alla applicazione dì tutti i precetti igienici 1 data la visione cli un premio così cospicuo. E Metchnikoff sognava già Puomo dcll'avvo11iro, giunto al punto estremo dell'esistenza, non piì1 at– tonito nella visione della morte prosaimH, ma desi– deroso cli ricongiungersi colla terra, atto11dc11do se– renamente la morte come un po1·to naturale, ove gli elementi ornai stanchi avrebbero trovato ht pace. Nel suo primitivo concetto 1 ~Jetchnikotf ammetteva che, non solamente l'uomo può al111ngarn sensihil· mente i limiti dell'esistenza (la prova miglioro ~u ciù egli la trovava nel fatto che molti centc,mri 11011 dimostrano punto un vero sciupio organico), ma che esso può ancorn rndicalme,,to mutare il concetto della morte. [n questo suo volume di sngµ;i ottimh;ti cg-li riba– disce il suo concetto. Il pessimismo è gener~lmentc il portato della consiclerozione, conscia e istintiva, che la vita è breve: vornmonte, qu1t.lche volta è semplicemente la conseguenza di una. cattiva funzionalità ;p1strica o sessuale. Schopenhaner, negli ultimi suoi anni, se non rinnegava il pessimismo informatore dei suoi .sc1 ·it.ti 1 ,weva però in effetto mutata opinione, e pen· sava che il mondo 110n è. così cattivo come si atrcrnm e come og-li slcsso aveva opinato. I maligni dico11u che, negli ultimi tempi della sua. vita, digerisse meglio; e, innogahilmente, lo stomaco clc\'e essere stato i11 lui una. delle ragioni prime ciel part.icolal'e ol'ientamento del cervello. Metclrnikolf è sovrntutto d'avviso che umi delle cause pii1 gnwi del peasimismo utna1to è l.1 ticnsa– ziono della morto vicina. I~ la morltl è vicin,L sempre por chi conosce la limitazione fatale della nost.ra rita e, pe1· conseguenza, ò imm,uicnlc la ragione del dolore. Ma è il nostro poda-liiologo che muove la dumalHla ~ è rouln1t.rnlc vero, clic la vita tlcll't11mw, ,u1clte 11ci limi Li attuali, posrm co11r,idora1·si hrcvc ·~
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