Critica Sociale - Anno XVIII - n. 4 - 16 febbraio 1908

CRITICA SOCIALE 57 Perchè, sopratutto, è dl\ vincere l'indifferenza, non tanto delle classi che se ne servono, quanto della classe dalla quale le domestiche escono, la quale, appena ne sono uscite, piì1 non le riconosce per so– relle e com1>agne di fatica. Quel giudizio 1 fatto di compatimento e di concupiscenza, che i padroni si fanno, generalmente, dell1,t"' sen• a ,, 1 si estend e un po' anche ai salariati liberi, che le considera.no istinti– vamente come miuores gmtes, e che, per un a parte, le assimilano nel loro disprezzo alla borghesia cui servono. Nulla ò più difficile del 1>ersuadere gli stessi organizzatori del dovere di interessarsi anche della sorte di questa categoria di lavoratrici, così rrascu– rata, e perciò anche così focile a precipitare nella categoria delle reclute delle case lli piacere. O non vi ascolLano, o vi guarduno ammiccando degli occhi, in un modo che 11011 sapete se più offensivo per , oi o per la classe in favore della quale perorate. GiuridicamPnfaJ hi servi\ è una miuorenne 1 non solo di fronte alla. classe padro11ale 1 ma anche di fronte alla stessa sua clnsse, e, quel che 1\ peggio, di fronte a se stcssay- ill quanto ba coscienza lii questa infe– riorità e, appeni'.. l)UÒ,esce dalla. sua categoria pro- fessionale per saltare nello stabilimento o...... sul marciapiede. Può rimediare alla loro sorte l'organizzazione di classe? Quale tipo di organizz11zione? Nei paesi del Nord, e specialmente in Germania, dove sembra siano suscetdhili di organizzazione persino i moscerini, si tenta, come ho detto, ciò che, riconosce .Ed. Fischer nei :;ozialisfische Monatshefle (dicembre 1907), si è per lungo tempo ritenuto im– possibile: l'organizzazione delle domestiche. Per ora, come per l'avvenire, aggiunge il Fischer, del quale riassumo l'l}rticolo, non è a pensare alla sparizione dei domestici, neppure in regime socia– lista. Non c'è, fino ad ora, neiasun segno dello scio– glimento della economia famigliare singola, nè si nota una diminuzione dei domestici. Erano 1.324.924 nel 1882, 1.339.9I6 nel 1895, sono cresciuti ancora notevolmente dopo il 1895 col cre– scere delle nuove classi medie e del benessere; e il lavoro <leidomestir,i - malgrado il passaggio di molte funzioni all'industria (lavanderia, stireria, filaturR, tessitura, ricamo,ecc.) - anzichò diminuire, cresce col crescere dei bisogni del coin{o)·t. Anche in Australia e in America, ad onta del rincaro dei domestici, e malgrado alcuni tentativi di organizzazione collettiva della vita domestica in America, Danimarca, Svezia, la famiglia non si scioglie. Anche in itlcuni sob– borghi occidentali cli Berlino vengono ora costruite rase ad una sola cuci11a con servizi comuni per tutti gli inquilini. Perù, se l'evoluzione non 11are porti all'abolizione della economia domestica singola, deve però com– piersi una modificazione profonda nella condizione dei domestici, tanto nell'orario, quanto nel salario, nel trattamento, nella 1>osizione giuridica e sociale. Schiava, serva, aiuto-domestico, operaia della casa: ecco le tappe dell'evoluzione. L'organizzazione dei domc,stici - visto che i do– mestici diventeranno sempre pii1 numerosi e più generalmente richiesti - deve tendere a detenni- di lavoro, l'!11terprel1u.1ono del quale ò atftdata oggi alln bwevolen:r, <.lolla cla&ee p1HlronF1IO e nlla lnnumtlre,·ole vnrlctà <legll usi tocall, plutto1110, 11è cuore lfllrantlta da JJrlnol11t rll(oro111 di diritto; con11\dorando altrcsì come tro1J110 alo1ttor!a e lmpon<.1era1>11e SIR la l>enevo\0117,a J)IHlro1111!c, come trOl)l)O 11000Mf\d.1,per la euu. stesu varietà, l'11J)l)\lcaz1011ed.Olfll11111 IOMll, o come di nessuno del meY.zl a dl~pos!zlone <IClfll opcrnl liberi (org111i\zzazlone, 110101,ero) possr1110 valersi le penone (I\ 11orvl7,lo, l)Or Il loro eccessivo quanto tncvlta• blle trazlozuunento; che tn ra,·oro (Il questi m1norcnnl dOI lavoro ,·engll e~tl'sa la 111ur!s– <.11z1011e pruhlvlrale, all11 scopo <Il tu101t1re In lorn lnrerlorltà eeonù• rnlcR e di oerreztunRre Il contratto dl lnvoro. ,. {Vedi atti del primo Congrcuo del 11ro1Jh•lrl lhlllRnl - presso IR Sorletà Um"nltarlR, via )11U11.onl, 9, Milano). nare una evoluzione della classe nel senso democrn• tico e socialista, rompendo i vecchi rapporti patriar– cali. .Da qut-sto còmpito dell'organizz11zio11e discende anche la. forma e la ia.ttica dell'organizzazionè. Anche secondo il Fischer la parte sostanziale del• Pattuale miijeria delle dom('stiche non è ttrnto cl.– ricercarsi nel lato materiale, chè la loro p<Jsizione è mii.diore di quella di un·opernia di fahbrica, ma sopratutto in un disagio morale, nella loro intolle– rabile, continua. sogg-ezione per 24 ore ttlla padrona. Occorre, quindi, ottenere, mediante l'or~1.1nizz1.1zione, il rispetto dclht domestica, quale lo ottiene ogni operaia dal padrone: libertà, indipendenza, orario determinato, dolimirnzione dei diritti e dO\'Cri 1 se - condo i principi moderni. Però lu organizzHzioni, secondo lo scrittore tede• sco, devono essere costituite di"cr11amente dallo altre. Essendo o essendo l'itonuto dalle domestiche il po• riodo di servizio come 1111;\ scuola. o un\1.ttesu. del nrn.trirnonio, l'orgitnizzttzione professionhle non po· trnb\Je avere 1111 nucleo stahile ,n soci, senza. <.:ui non si fa nulla. Occo1-rc quindi cre,ire questo nucleo stabile medifuite soci pa.<u1ini, cioè mediante rngazze e sopratutto donne socialiste che prendano nelle mani l'organizzazione. .Nell'orgù.nizzazionc, poi, deve la domestica trovare un soldo appoi;gio: ed è nect!ssaria perciò la crea• zione di caxe socialiste JJer rl-01ntst1cltP, oYe possano venire nelle ore libere e trO\'Rre istruzione, consiglio, protezione e assistenza o alloggio e uflìcio <li collo~ camento quando arrivano dal di fuori. Si potrehbe così creare a. poco a poco un sistema cli lavoro domestico già i11i1,intoin America e ten• tato in Germania - secondo il quale le domestiche \·engono occupate durante il giorno dietro salario quotidiano o sctti11111nale e a determinato orario, ~enza ahitare presso la famig-lia, e tornando a casa di notte, nel nostro caso nella casa delle domestirhe. Naturalmente, deve essere anche condotta la cam• pagna contro l'eccessivo orario, il basso salario e il cattivo t•·attamento. Ma occorre anche un ufficio centrale: la. casa delle domestiche, che sarÌt il centro della propnganclu. Così della domestica si fa.l'it unn lavoratrice libera dei servizi domestici; e, col rafforzamento dell'orga- 11iz1,a1,io11e, questa potrà prendere nelle sue mani e regolare l'organizzazione generale <lei lavoro dome– stico, come unu cooperfdiva che abbraccia tutto il paese, in cui entrano tutte le ragazze che hanno in• cliuazione poi lavoro domo8tico o ,,ogliono acquistarsi le nozioni dell'economia domestica prima del ma– trimonio. Fin qui il l•'ischer che parla per la Germania, dove, ripeto, tutto è suscettibile di essere organiz– zato e irrcg-gimentato. Nei paesi latini, o in rtnlia specialmente, questo riesce enormemente difficile per tutte le classi in generale, e por lo domestiche in particolare, per le ragioni che ho g-ià es1>oste. lo credo che da noi la questione delle domestiche sia una questione morale hasata su di una questiona tecnicR. Certo oggi, codificando lo stato di fatto in un certo numero di ftuniglie dell,t borghesia benestante. si potrebbe domandare come minimum cli condizioni per le domestiche, questo i J O cnmem nereata.; 2° vitto i:rnflicicnte (un pirttto di cnrne ogni giorno) i 3° otto ore cli sonno e un 1 orn di riposo pei pasti; 4° esclusione dei servizi troppo pesanti e dan– nosi alla ~aiuto (spazzolone di ferro, Lrasporto di le• gna e carbone dai pinni inferiori); f:> 0 ripQSO !òlettimn,wle di 4 ore consecutive; 6° se richiesta, vacanza a1111unledi 8 giorni;

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