Critica Sociale - Anno XVIII - n. 1 - 1 gennaio 1908

CRITICA SOOIALE LEGISLAZIONE SOCIA.LE (Pei fascicoli prossimi) E' antico e costante canone aella scuola socialista che la legislazioue sociale 1-li tanto ha wi effettivo 11alore 1 in quanto è senl-ila, voluta, foggiata, conqui– slll/Ct e vigilata uell°esecuzione dalle classi proletarie. Ju coe,·enza a questo concetto e aWinteulo <li susci• tare feconde discussioni t•erremo, nei JJrossimi fcisci– coli, riassumendo e illusfnmdo i JJl°incipali disegni di leggi, pendenti ava,1tì il Parlamento, e che interes– sano le va,·ie rategorie di lavoratori; cominciaudo da quelli sull 1 Ai-bitrato nei servizi puhf>lici a/fìtlati a imprese private e sugli Uffici cli colloca111e11to nterna– zionull. Auguriamo fervida a tali cliscussioni l'attenzione e il conc<wso degli amici del Gruppo socialisfci parla– mentare, degli s'1,diosi e pubblicisti di p(trie nostra, e delle stesse 01·g<mizzazio11i prolel<n-ie, più special– mente iuteressale. LA DIREZIONE. La " rabbiosa f amE ,,dEgli insEgnanti mEdi Da che il dannato bacillo del "sovversivismo,, è penetrnto nella per tanti anni mansueta e dignito– samente povera famiglia dei professori secondarì 1 questi non hanno avuto più ritegno. Ci han preso gusto a far la voce gro~sa come tanti scamiciati proletari, a incanagliarsi, a ingaglioffarsi ! Dicono male del Governo e delle classi dirigenti; s'ingeri scono nella politica, della quale prima non ardivano di occuparsi se non per eccezione e nei giorni co– manrlati; mettono il naso nelle" questioni grosse della vita nazionale, che si risolvono benissimo senza i lumi della lor rancida e cattedratica competenza professorale! }J sopratutto - e questo ò ohe li fa più tediosi e insopportabili -- non cessano mai 1 con quel lor fare garrulo e querulo, di lamentarsi; di sciori– nare le loro presunte miserie; di esaltare, in con– fronto, la nobiltà e delicatezza della loro "missione 11 sociale; di assordare chi li vuole e chi non li vuol sentire coi loro piati, coi loro ordini del giorno, con le loro circolari, con le Joro missive, tra demago– giche e pedantesche, ai giornali ! T~rnno già abba– stanza. antipatici prima per il fatto solo del loro gramo mestiere di accademici spenditori di parole e per quella loro aria tra dottorale e pitocca, in che balenava e balena sempre un po' la figura del vec· chio pedagogo dalla zimarra sbiadita e lucida e dal colletto sudi-cilestri no di alfierinna memoria! Do• veano avere la furberia di non dar nell'occhio anche più 1 di non aggiungere altri titoli meno amabili al loro peccato d'origine, alla loro qualità. di gente istruita, noiosa ed inutile. · -- Eccoli ora dopo men ohe due anni da che hanno avut0 le famose leggi giuridica ed economica - più grassi stipendi, cioè 1 e In, possibilità, per vero non senza eccezioni e restrizioni 1 di stare a testa alta o di fare tranquillamente e fermamente il Joro dovere anche di fronte e di contro ai potenti e ai prepotenti -, e dopo che han sollevato con n.lte grida cent'altre questioni - gli esami, la scuola laica, il regohnnento dei concorsi, la scuola italiana all'estero e chi più ne ha pili ne metta -, eccoli ora di nuovo antipaticamente in armi contro la pre· sunta ingiustizia, che han comune con altre categorie di funzionari, i postelegrafici in prima linea, della loro esclusione dal disegno di leggo per la cosi detta 11 perequazione ., degli stipendi, che l'Eccellenza del ministro Giolitti ha di questi giorni presentato alla Camera e offerto come strenna natalizia a quasi ventimila impiegati italia11i ! l!iccoli strillare come aquile e come donnicciuole e proclamare ai quattro venti che, dell'offa di quei sotto milioni e mezzo, un boccone dove toccare anche a loro o che sono risoluti a tentare il tent:,bilo pcrchè tanta e così iniqua iattura non si consumi! L'opinione pubblica ne è indi,1.nìrtta, e i suoi organi più autorevoli e più saviamente pensanti e parlanti, con il Con-ie,-e della sera, alla testa, han detto con fiere e gravi parole il f,1tto loro a questi turbolenti e voraci pseudo•educa• tori già tartassati a dovere qualche mese fa in un al'tioolo di fuoco da quel lesto dicitore di cose triste e cattive in veste, com,oggi si dice 1 brillante, elle ò /3ergeret della Stamva , i quali danno per un'ennesima volta uno spettacolo così poco edificante e decoroso. E hanno specialmente, e con diretta e severa nggiustatezza, sv~rgognato il Consiglio dcllR. ramigerata Fcderaziouc che, frn l'altro, ha voluto nella sua prima protesta sdottorare e fare sfoggio di scienza economica 1 asseverando che del mancato aumento gli insegnanti risentiranno doppiamente per il rincaro ulteriore che la. ,•ita subirà a cagiono llelle migliorate condizioni di un così ingente numero di consumatori. Asserto, per vcrità 1 acuto e tutt'altro che scientificamente e praticamente infondato, nhì. cho suona molto male in bocca n dclht gente che, lnvornndo J)ochissimo (vedi il Corriere del 1G dicem• bro !), nuota µià ne!Pabbondanzn. o che, comunque, deve porro l'idealità e la dignità del suo ufficio al disopra di tutte le leggi economiche! Oh! beati i tempi, nei quali i pedagoghi non ernn demagoghi e disprezzavano l'economia politica come una disciplina dozzinale! Oggidì anche il maestro di grammati– chetta si permette di non ignorare i misteri cli quel malinconico capitolo della scienza economica che è il " caro viveri " e di far suo pro di questa novella coltura ereticale, raccattata di sui nrnnualetti socia– listi o portata via a pezzi e bocconi dalle conferenze e dili comizi, per avvalorare e adonestarc i suoi de· siderr incomposti. * .. Val la pena, al cospetto cli tanta iattanza. e petu– hrnza, di mettere le cose a posto. 11 che sarlt una non lunga e non grave fatica. 1,:giova ricordare, innanzitutto, che la legge del– l'a1>rile del 1905 sullo stato economico dei profe~sol'i fu una legge 1·ipm·africe; che fu 1 cioè-, una legge, la quale non altro f'ece se non ovviare all'inferiorità 1 in che si trovavano i professori secondarì in c-:on– fronto cli tutti o quasi tutti gli a.Itri impiegati dello Stato forniti <li una laurea o di un diploma. Non altro o non di più. E, a dimo1:1trare ohe questo non è un sofisma furbesco 1 una sottile e tardiva distin– iione di gente ingrata e sempre scontenta, basta richiamare gli argomenti, onde fu precipuamente nutrita la lunga e ardua lotta combattuta dai prn• fessori per il loro miglioramento 1 e le tabelle com– parative allestite in proposito con infinita diligenza 1 fra gli altri, dal Cifarelli e riprodotte, nelle lor cifre più eloquenti, pu,· su queste colonne, e ricordare le ragioni, per le quali il Governo s'indusse finalmente a fare, in parte, suo, e per rispetto alla legge sullo strtto economico e per rispetto a quella sullo stato giuridico 1 il programma dello, Federazione, prima così acremente e subdolamente - i due avverbi sono eufemistici e scialbi, chi pensi nlle recenti con fessioni del Nasi circa 1a Scuola secondaria e il Con· grosso <li Cremona! - perseguitnta e osteggiata. 1~giova nltresì ricordare - come, con insistenza uggiosa, pitocca, ad essi stessi spiacente, i profes-

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