Critica Sociale - Anno XVIII - n. 1 - 1 gennaio 1908
12 CRITICA SOCLALE sempre un buon numero di domestici a spasso) 1 cli questa rarità si valgano esso per riacquistare la loro perso– nalità. Mi piaco poi di osservare a questo punto che, se la fabbrica attrae l più intelligenti proletari, è pur vero che l'organizzezlone ha apportato notevoli miglioramenti fl certi prolctart 1 Il cui lavoro non richiedo certo una maggiore pratica ed una intelligenza maggioro di qu,olla richiesta dal servizio domestico. Per il quale pur si ad– dlmandano - e, più, dovrebbero addirnandarsi - atti• tudlni e istruzioni, se non particolarissime, pur notevoll. Io, 'per esempio, che so... annoiare i lettorl con un'arti, colessa corno questa, non saprei cucinare un risotto, nò scopare a dovere una stanza. B, scherzi n parte, non dovrebbe l'arte culinaria avere pili stretti rapporti con la chimica e la ftslo\ogia? Non dovrebbero le bambinaio. f\J)J)rendere certe nozioni di pedagogia e di igiene infnn– tllo? Oggi il pili gretto empirismo governn ... il governo della famiglià. Ed io, senza imistere su questo punto, che pur è• degno di attenzione e meriterebbe nno studio accurato. Ylli auguro con Alesl'll\ndro Schiavi che si istl– tuiscano e si moltiplichino anche da noi le scuole pro– fessionali pei lavoratori della casa. Certo, la mancanza di e<tucnzione e di Istruzione -– profes~ionali e... generali - dei lavoratori della casa è non ultimi\ causa della c,·isi domestica. )la la causa in– tima e piì1 profonda di questa ,,a cercata, for.~e, nella Apccialissima condizione psicologica - ancor più che economica - di questa categoria. specialissima di lavo– ratori. T.a quale catPg0rla, appartenente per le sue con– dizioni sociali alla classe proletaria 1 si trova costretta a vivere, per li genere delle prestazioni da essa fornite, in contatt.o continuo con la classo economicamente più elevata. I~,so da questa sua peculiare condizione - che la differenzia da tutte le altre categorie proletario - derivano ad essa - e non sempre - particolati van– tagiri (migliore alimentazione ed abìtazione 1 e in g1rnere un maggiore comfort nella vita materiale), le vengono però anche HJ)Oeiali danni. Primo fra tutti lo squilibrio che questa categoria non ))UÒ non avvertire co11ti11ua– me11te - mentre altre categorie di proletart lo sentono eolo saltuar\11mente - fra la condizione propria e quella delle classi suprriori, in continuo contatto con le quali essa <leve vivere. Pensate un istante con me, amici lettori ed argute lettrici, alla condizione psicologica di una qualsiasi ra– gazza di campagna, di un qualunque glo,•ir1etto couta– dino, che ,·engano in cittìL e trovino servizio in una casa signorile. Ve lo raffigurate Il distacco fra le: abitudini del tugurio o del paese rta. e~si abbandonati, e quelle clella nuorn casa e della città? Jo non voglio almauac• care intorno a certe ... complicalio11s più o meno se11ti- 111entalts, ehe probabilmente non esistono; voglio am– mettere anzi che la mente dei supposti giovinetti sia ottusa, che la loro psiche sia incapace di provare certi sentimenti di ammirazione o di sdegno, di umiliazione o di rivolta; ma non credo di peccare clieccessivo auto– morfismo - ml si passi il barbarismo spenceriano - se, cercando di mettermi per un istante nei loro panni, mi lmagino di trovare in me un grovigliolo di sentimenti diversi: il doloro per l'abbandono della cas!l natia, della famlglia, del vili aggio; la soddisfazione per i Ja,·ori men duri, cui la nuo"a condizione mi assoggetta, e, al tempo stei;so, il rimpianto <!ella libertà, di cui prima godevo, fra I campi, e di cui sono orn. privato per quasi tutte le oro elci giorno; l'ammirazione per le mille cose nuove che io vedo intorno a me, ma, insieme, il ram- mnrico di non poter godere di certe comodità, di certl divertimenti, di cui ignoravo prima d'ora fin l'esistenza; l'umiliazione per sentirmi inferiore in tante cose a quelli ,·icino ai quali sono costretto a ,·ivere; il dolore per certe osservazioni che mi si ranno a proposito della mia imperizia nel disbrigo ,11 faccende, alle quali nessuno mi ha addestrato; la rabbia repressa per non aver po– tuto ribattere certe accuse che credo ingiu3te. Se poi ltl persone di servizio, anzlchè dal ceto del contadini, escono da famiglie di borghesi d·ecaduti 1 la loro psicologia è diversa; ma sono ln essa ancora più copiose le note tristi: come insegna. il dantesco 11ts~1m maggior dolore cli, rico,·dat'Si del tempo (elict. 11ellamise,-ia. Molto istruttivo è l'aneddoto di quel Gehetm1·at prus– siano che, per !studiare da vicino i costumi dei lavora– tori, se ne aridò in America, ove per qualche tempo ,•olle abbandonare i suoi tltoli e le antiche abitudini o ,.h,ere come un semplice proletario. Le privazioni o le umiliazioni sofferto In quei pochi mesi lo fecero tor– nnre in Germania con Idee molto fllantropiéhe per l lavoratori. 11 salario dei lavoratori della casa - come ebhimo già a notare - inferiore in moneta a quello di molte nltre catPgorie prolet.arle, lo pareggia e talora lo supera per le prestazioni in natura (cibo 1 alloggio, vestito, hu– cnto) ormai escluse da ogni nitro contratto di lavoro, mn flll<'OrR. Inerenti, per intrinseca natura 1 al contratto di servizio domestico. Ma quello, che le persone di ser– vizio guada~nano da un lato, perdono dall'altro 1 cedendo nl parlrone, per il tempo che dura il servizio, non solo la loro forza di lavoro, mn. quasi completamente la loro libertà.. Lasciamo pur stare la capitis demi11ufio, che infliggono certi padroni ai loro domestici, quando loro comandano di sacrificare, per restare al loro servizio, l'o1101· del mrnto, o l'altra, per cui qualche cuoca è arbitrariamente ... r-ibattezzatn, perchè il suo nome è portato anche dalla padroncion o dalla cameriera! Queste son piccolezze. g lasciamo anche stare i ratti, non Infrequenti, delle seduzioni delle avvenenti cameriere, consumate dai bol• lenti rampolli delle caso signorili: se è vero che gll amori ancillari sono fecondi di flgli illeglttimi, la ricerca della paternità, cui pur accenna lo Schiavi: è rltormn legislativa cho s'impone per molti altri riguardi e non tocca in modo specifico la. sola categoria delle persone di servizio. A.Itri puoti neri ci sono nella loro triste condiziono. Nessuna. garanzia e nessuna particolare ed obbligatoria previdenza tutela la loro salute e la loro vecchiaia: dopo aver servito per anni ed anni in una casa, possono e<J.:1eremandati via, anche da un momento all'altro, senza che il loro fedole lavoro li garantisca dalla più nera miseria per il resto dei loro giorni. Non tutti, non molti padroni - anzi - saranno eo~l iniqui da abban– donare nella malattia o nella vecchiaia i loro fedeli domestici; ma contro questa possibile iniquità non hanno i lavoratori della casa alcun rimedio giuridico. E nulla possono pretendere se, nelle stagioni mo,·te, i padroni li mettono sul lastrico, por non mantenere una bocca di più, mentre essi vanno a godersela al mare o ai monti. Nulla - quaudo, licenziati per un ingiusto sospetto, ben di rado discusso in contracldittorio con esst,'non riescono a trovare un altro posto, perchè le inrormazioni sul loro conto sono sfavorevoli. Due altri punti importauti, questo del collocamento delle persone di servizio, sul quale -
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