Critica Sociale - Anno XVII - n. 24 - 16 dicembre 1907

374 CRITICA SO0IALE teri e sull'essenza di cotesto interesse sociale, in contrapposto a quello che egli crede ristretto, uni– laterale, egoistico interesse di classe. Ora, questo è veramente il nocciolo <lelproblema, questo è il masso angolare dell'edificio, il punto centrale su cui poggia l'asse di tut.ta la questione. E il Crespi l'ha acutamente rilevato ed ha ag– giunto (in questo siamo d'accordo) che qui il dis• senso è veramente insanabile. Poichè, o si accetta il principio della lotta di classe e il concetto che ci facciamo noi dell'utile. sociale, e allora logica– mente si arriva alla negazione della libertà di la– voro; o si nega la lotta di classe, e allora occorre giungere là ove il Crespi - pure logicamente - perviene. In altri termini, la questione di libertà di lavoro è, si direbbe in gergo curialesco, una questioue subordinata: è 1a conseguenza di una premessa maggiore e più ampia. E la premessa, in br~ve, è questa. Per noi socialisti, la classe lavoratrice rappre– senta la maggioranza dei citta<lini che lotta contro i privilegi di una minorauza sfruttatric_e; pe,; noi, quindi, Putile sociale si irientifica all'ingrosso con l'interesse di questa maggioranza, le cui aspirazioni meritano di essere soddisfatte anche se urtano contro gli interessi tra<lizionalme11te cousoli<lati di altre classi o altri ceti. Noi, ari es., desideriamo l'abolizione della libertà di krumiraggio, nou per astrazione metafisica o per sancire l'infallibilità degli operai (su questo chiodo picchia specialmente il mio contrad<littore); solo vogliamo abolita questA. libertà, perchè sentiamo e sappiamo che è dannosa agli interessi <lei lavoratori, che sono la maggio– ranza dellfl. popolazione. Semplicemente. Per Crespi, l'utile sociale ba confi.oi meno pre– cisi e contorni più larghi: tanto larghi da essere indefiniti e da sfumare per. la lç:iro indetermina– tezza nelle sfere della metafisica. Sfere sere.ue e celestiali senza dubbio, ma, appunto per questo, poco umane. Noi siamo meno elevati, meno idil– liaci e più prosaici; ma per compenso ci lusin· ghiamo di essere molto più chiari. ( 1 ) ( 1) Il Crespi annette grande Importanza ai teoremi <1ell'Economia pura, la quale agli occhi di certuni sembra aver ratto mirabolanti scoperte soo1ologlohe solo perohè Impiega Largamente Il caloolo ln– flnlteslmale e applloa alla sooletà,,con analogie tutt'altro ohe pere– grine, i principi delln meccanica e della termodlnarnlcR. Orbene, glacchè pare Ch{', pel nostro contraddittore, ln materia so– ciale non abbiano vnlore che t r11glo1Htrnentl I quali siano dedotti dal prlnolpt dell'Economia pura; glacchè Il Crespi ostenta di impar• tlre lezioni a tutti l 11ochol1st1,cominciando da Turati; sappia che almeno stavolta si potrebbe colplrlo colla stessa armo che egli lm• brA.ndtsee; sappia chç un ge11l!\llll8lmo e ce1t111stmoécc,nomllltll, rl• spetto A.Iquale egli non è che un compitante scola.retto, Intendo nominare llaffeo Panh,Jeonl, In una menvlg\losa s1nte11i11u110 stato attuale dene cognizioni economiche (Conferenza tenuta 11. l'armo. nollo scorso settemllre alle Sezioni 1·1unite per il progresso dclii\ So!enza) ebbe a sostenere che l'►;conomla 110\illca è lontanissima dall'aver &aputo oeflnlre e stabmre ohe cos11.1n sostanza et debba eomprendero sotto Il concetto di 11tLlt sociau superiore 111\eclassi onde s'lnteBse la trama della società. NOI u,tamo la frase ~ 11tue sotLOlt,, più che altro per contrapposizione montale all'utile !ndJ,;,iduale e di c\11.sae, ohe sono Incomparabilmente più c!Harl, .-leflnlb'II e tanglblll. ~ È. ancora ass,;iJ vago Il llOstro concetto di ut!l!tà sociale e lleno pub· bllco. n Questo le precise parole del Panta\eonl. Astr;ie11do Q.11l11dl de. altro coneldC\razlonl, ponendoci dal punto di v1sta cso1us1vame11te dell'Economia e valendoot dell'autorità dl eh\ In materia ne sa più di noi, 1101 avremmo tutto Il diritto di affer– ma.re che le Jlonzato c1ucullr1w.lon1del Crespi sull'uUle sociale supe– riore agl1 lnt.:reBSI di classe sono arabescate fA-ntastlcherle prive di senso comune. Ma, comunQue sia di ciò, è certo che è AS8al facile parlare astrat– tamente di utile sociale e, con auperno1a1e tautolog1a, dire ehe esso è Il u bene di tutt! n" L'!mportaute è che, nella dinamica degli Inte– ressi e nell'urgenza delle riforme, @1 posaa st:lblllre con una certa @lcurezui.,di volta In volta, In ehe cosa cona!11ta Il ~ bene pubblico n; •*• Il Crespi, sia per l'iufl.uenza del quietismo mi– stico così caratteristico dell'ambiente iuglese (nihil htunani a 1ne alientt.m puto, ed è umano subire la legge dell'adattamento all'ambiente), sia per successive integrazioni cerebrali, ba ormai acqui– stato una tournure d'esprit che no.u si deve esi– tare a qualificare come prettamente bm·ghese, ge– nuinamente cristiano-sociale e conservatrice. Egli si trova ora a un dipresso in quella sfera mentale e psicologica in cui stanno i sociologi delle ar- 1nonie sociali di luzzattiana memoria. È naturale pertanto che egli scriva che l'utile sncia!e non deve essere solo proclamato dagli operai, ma anche riconosciuto ed accettato dalle altre classi. Il proletariato non è la classe che ha ta.uta energia potenziale (- energia che ha solo bisogno di essere disciplinata ed organizzata per divenire, <la virtuale, effettiva-), da rompere gli equilibri e i rapporti economico-giuridici esistenti e da assumere la gestione - sia pure i1t un tempo indefinitamente lontano - della ricchezza sociale; no, esso è una classe incapsulata nell'organismo borghese, la quale, se ha diritto alla sua parle di sole nell'ai,uola fiorita di questo globo sublunare, ciò deve accadere col consenso e col perniesso di tutti gli ii.Itri bipedi implumi della terra, .uati e nascituri. Il socialismo dt,I Crespi è un socialismo com.me i l (aut, assai bene educato e i:ispettoso delle convenienze sociali; non fa male ad alcuno. non torce un capello ad anima viva e, per non far rumore. è ,provyisto di un paio di pantofole bene imbottite. E un socialismo malvaceo. panglossiano e pantofolone, destinato a formare la consolazione dei filantropi, degli zoofili, dei pacifisti, teosofi e democristi <li tutto il mondo. Peccato che la realtà. ci induca a essere molto meno ottimisti <li quel che comporterebbero le con– siderazioni un po 1 metatisiche del nostro amico! Egli avrà tutte le ragioni, dal punto di vista /ìloso(ico, di proclamare che l'utile sociale deve essere l'utilità di tutti; ma simile concetto di utile è così ampio, da affogare in pratica in un oceano <li uniformità. Per volere abbracciar troppo. ~i finisce collo striogere fra le braccia un barile di nebbia. Nella vita politica noi non c1.,oosciamo filantro– pismo di classe. Non conoscianro se non partiti, classi e ceti, i quali cercano di fare anzitutto il proprio interesse, poi, se rimane del margino, l'in– teresse degli altri. 1\fa il più delle volte il procla– mato utile sociale .uon è che un pretesto, la foglia di fico on<l.ùcoprire decentemente la merce di coo– trabbando. L'abilità e l'arte politica dei partiti consistono appunto nel far credere utile generale ciò che non è se non utile di classe. Ma, mentre tutti i partiti cosidettl borghesi sono astretti - perchè rappresentano interessi di mino• ranze - a usare Dt\lla loro azione molta cautela e ipocrisia, il solo partito socialista - rappresentante degl'interessi dei lavoratori, che sono la maggioranztt o ciò non ai 11uòtA.reche con una direttiva nel miglior modo poni– bile chlarA. e s1oura. Noi tale direttiva possediamo, ed è quella trac– ciata dalla lotta di ciane. Coloro, che 81 allontanano da essa o che addirittura la negano, si pongono su di un terreno assili mobile e friabile; e perciò corrono pericolo di cadere In astrazioni vuoto di slgnincato, pur avendo l'aria di dire cose profonde. Quanto p1ù scltnU(lct sono I socialisti (poi (luall del redo I! soola• llsmo è qun1cosa di d!ver8o dalla Sociologia ln genere e dall'Econo– mia politica In Ispecie) che ne11'osservazlo11e do! fenomeni SùClall hanno una visuale nitida e tersa 1 Ma I! Crespi, pe' suol aristocratici nonol1è romaul!cl pensamenti, non può accettl\l'e la eonccztone proletaria dell'utile sociale conglo• bAto In quello llel\e c1ass1 lavoratrici, cioè della magg\oramia del olttadtnt ....

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