Critica Sociale - Anno XVII - n. 23 - 1 dicembre 1907

Critica Sociale f?IVIST .Il QU/NfJ/C/N.llLE DEL SOCl.llUSMO Nel Regno: .Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50. L,ttere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XVII - N. 23 Non st vende a nm»m·t seva:rati. Milano, 1° dicembre 1907. Saremo grati a chi ci inoierà fin d'ora f'im• porto della rinnovazione dell'abbonamento e ùulirizzi di abbonati probabili. 'Prezzi, combinazioni d'abbonamento e premi, in fine del foscico/o. SOMMAlxIO Politica ed Attualità. La rlop,rl11P'a (1,J. CRITICA SOCIALE), La orga11l.zznzto11t optraLa e lo ltbe,·td dtl lai·oro replica a Ettore llarohloll (L.1.. CRITICA. SOCIALI:: o Dott. ANOELO CRESPI). La 8Clt0/(I laka, l (Prof. GAETANO SALVF.M!NI). C-0118fm10 e conswnator, (Dott. CARJ,0 PETROCCIII), A11coro t ,·L,mltati dd/(1 f/08/l'(I ltglS/(IZiOllt (l!lllmfllarita (Prof. ER· NY.8T0 llt:RTARf:1,1,1). Studi economici e sociologlcl. J'nt Ubri t Hlvistt: L'lfrtono nel\/\ Seuoln. (Dolt. ETTORE SAVAGNONE). lftctr.U pubbUca.::io111 dtlla Cr!Jca Soola.Jc. l'tt ,wovo a,mo d'abbo11a111e11to. LA RIAPERrrURA La Ca.mera ha riaperto i battenti. " La Camera 1 '1ella borghesia. ,,, correggeranno i nosLri intrausi• gentissimi. E sia pure! Il Governo, dunque - esso, più che mai, della borghesia - ci vien lì con un programma, più o meno articolato, ma effettivo e concreto, che si verrà giorno per giorno esplicando nei fatti. Non diciamo se i fatti saran bu oni, c at– tivi 0 1 più probabilmente, me,liocri. Chie ,lia.mo : il manipolo socialista., la rappresenta.nzn. et erodoss a, quella che è il germe del futuro Stato nello Stato presente, ba essa il suo proprio programma da con• trapporre? Queste ultime parole - " da contrapporre n - sono, del resto, un pleonasmo. Uu programma, se è nostro, se è diverso dall'altro - e dev'esserlo per definizione - se lo oppugna, se lo integra, se lo corregge, è opposizione per sè stesso. Aggiun– giamo: uou vi è vera opposizione senza programma. In ciò non possiamo sottoscrivere alla opinione, espre~sa <la J\'[ac Donnald nel nostro ultimo uu• mero, che un programma sia un ingombro, e basti, e sia preferibile, avere un " punto di vista n· Forse il dissenso è verbale e sarà questione di intenderci. Certo, parlando <li uu programma del Gruppo parlamentare, non alludiamo nè al pro– g-ramma massimo - che è, essenzialmente, còm– pito della storia -- nè ai rispettabili programmi mi11imi 1 specie di guardarol>e, zeppe di articoli di vestiario, o~nuno dei quali attende la propria sta• gione. E ammettia'lno che uno specific o » punto di vista n è il porro -uniun. necessari 'l.mi; è la coudizione del programma e di tutt,o il resto . Ma, usciti dalla fase accademica della pura propaganda, francamente, non ci pare che basti. Non si critica nè si combatte con efficacia., senza opporre idea ad idea, proposta a proposta, e alla azione concreta (0 1 eventualmente, all'inazione) un 1 altra azione concreta. Limit arsi alla semplice censura negativa, attendere gli avversa.rì al varco dei loro possibili errori per dar loro il g ambetto, senza nulla presentare di positivo o di vivo, senza gettare nei solchi qualche seme che, o prima o poi, <lPùba fr ,ttificare, è l'affare t.lei partiti horghesi, che in fondo no11 vogliono nulla, perchè vogliono lo slalo quo, e anelano al potere per il potere. N on può essere l'affare <l'un partito che presume di crea.re, <li preparare per gradi, un avvenire così di verso d a.I presente. A che rive dunque volgeremo le prode? Ci la– sceremo 11 nche noi ipnotizzare dal l'enorme pette– golezzo dell'affare Nasi, cbe noi stessi abbiamo su• scitato, per mùl.lta ragione di moralità, ma che ha così poco da fare col socialismo? * • * li còmµito, diciamolo subito, ci è enorme– mente agevolato dallo spontaneo atteggiarsi degli avvenimenti. Questi ci spingono, ci portano, assai più che noi non li portiamo e spingiamo. Ci tra· volgono anche, se non siam lesti. A dispetto <lelle nostre inerzie, delle nostre de• viazioui di pa,rtito, i fatti impongono al Governo ed al Parlamento un cumulo di problemi che sono, nell'intimo loro, problemi sociali e, dal nostro punto di veduta, problemi socialisti. Basterebbe accennare la CODuessa materia delle associazioni operaie, dei concordati di tariffa, degli Uffic i interregionali di collocamento, degli arbi• tra.ti obbliga.tori o no, nei pubblici sen•izi. Si as– sicur a che su questi argomenti il Governo abbia in pronl,o dei disegni concreti di legge. Questi ar• gomenti toccano al midollo clei rapporti fra lavoro e capitale, quindi della lotta di classe, dello svi• luppo tecnico, morale, politico del proletariato. Gono cosn nostra, anche, e tanto più, se ue mau1- poliuo le soluzioni i partiti nostri avversari. Sarebbe semplicemente enorme se il Gruppo SO· eia.lista, e non esso soltanto, ma il partito dietro <li lui, e le organizzazioni proletarie accanto al partito, non sentissero tutta la. responsabilità che loro spetta, di fronte a questi problemi messi sul tappeto; se non lì seguissimo negli Uffici, uelle Commi~sioui 1 e non li portassimo nelle libere arene della rliscussione popolare; se alla Camera, come suole, ai lasciassero, con una burocratica di\·isione del lavoro, discutere da uno solo o da un paio di noi. In quei temi l'Ufficio <lei lavoro - che, ani• mato dal fervorn infaticabile di Giovanni Monte• lnartini serba fede l)uauto può alle origini sue, malgrado l'indifferenza onde gli stessi maggiori interessati si atucliarono ili circondarlo - ha rac• colto un materiale prezioso di studi e di dati. Ma, in materie così delicate, ogni soluzione è a. doppio taglio i dipende da sottili e minuti particol ari se gli istituti nuovi, che si andranno a crea.re , si ri•

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