Critica Sociale - Anno XVII - n. 22 - 16 novembre 1907

CRITICA SOCIALE 343 ... i\Ta,oltre a questa debolezza co ~tltuzionn.le e generica 1 la Grande Armata reggiana era minata nella compagine stessa dei suoi due gruppi polltlci pr-inci1>ali: moderati e preti. JI dissidio fra i due alleati non è da credere che de– rivasse dal posses110temporale di Roma, e nemmeno da un punto di vista diverso sulla verginità di :Maria dopo il parto: chè, quanto a questo, I preti reggiani avevano dato l'esempio precorritore di uno stomaco da struzzo, ingoiando non solo gli ebrei o i massoni, ma gli atei di ieri più clnicamcnto sbracati. Nel che, fra parentesi, fu uno dei motivi psicologici non trascurabile del falli– mento di quella, più che ibrida, sconcia combutta. li dissidio vertiva su fatti più vicini, piì1 mo.leriali o pal1>abili. I preti hanno uua loro organizzazione econo– mica, posticcia flnchò si vuole, ma non priva di riper– cussioni morali e finanziarie. Hanno un loro Banco di . Prospero, cho forma un contr'altare allo Danohe "bor– ghesi ,,. Hanno insomma, almeno nelle sue linee più rozze, l'embrione di quella II Società entro la Società o contro la Società. laica,,, che la Chiesa tendo a resusci– tare o a creare, non appena la. condizione del tempi o la malaccorta condotta dello. borgheelo. le consentono di rialzar il capo. 1-'utto il loro contegno di alleati dapprima non esigenti nella spartizione del bottino, baldanzosi invece e indi– sci))linati quando il momento parve loro ,•enut.) 1 mo– strava apertamente ch'essi, unendosi ai moderati per il trionfo della causa dell'ordine e della libortà 1 lavora– vano in fatto per sè, pel proprio avvenire e per la propria egemonia 1 contro i socialisti, ma anche contro la borghesia laica. Di fronte al pubblico imparziale poi, di fronte ai la– voratori, la loro condotta era anche più equivoca e insostenibfle, e indeboliva naturalmente la compagine del blocco. Questi preti sono di quella perfida razza di pseudo– democratici crh1tiaui 1 ohe credono utile, per imbrogliare il prossimo ed ingannare il popolo, far la concorrenza al socialisti sul terreno dell'organizzazione economica. Fondano dunque Leghe e COoperati,•e di lavoro krumire, e tondano a11che CooperaUve di consumo. Sembrerà In– credibile a dirsi che, mentre gli esercenti di Reggio scendevano in lotta a braccetto dei preti contro i socia– listi ohe rovinavano il commercio con le loro Coopera– tive, 1'1mica bottega cooperatlva 1 che finora roese aperta In città, è per l'appunto cattolica! Questo per iudlcare come rosso una commedia intol– lerabile, nel blocco antisocialista, lndìvidualista, e difen– sore della libertà del commercio contro le torme asso– ciative o munlclpali 1 la presenza di una frazione ohe promuove il movimento coopèrativo a parole e in parte anche a fatti 1 e confessa quindi o di turlupinare pub– blico e lavoratori con organizzazioni di cartone dipinto, o di ingannare gli alleati aoticooperativisti e bottegai. •'• Ma nel seno stesso della frazione moderata si verificò una crepa, ch'è com1eguenza inevitabile del tempi e dei cimenti nuovi del partiti: cre1>adi cui, pro1>rioin questi ultimi giorni, la stampa Iooa.lo·registrò un clamoroso episodio. Le forme economiche nuove di industria o di com– mercio, che in queste nostre plaghe hanno arricchito una caterva di gente coo la. speculazione casearia 1 zoo– tecnica e terriera, han dato vita a nuove schiere di antlsooialisti o di u borghesi ,, 1 piil avidi, pit) furibondi, più senza scru1>0li della antica solida borghesia tradi– zionale. E questa gens 11011a, e I loro esponenti politici, audacissimi nell'arlecchiuismo doi loro atteggiamenti, viene in urto psicologico e io urto d'interessi con la vecchia guardia, odiatrico o golosa rlei 1m,·venus che le snltan dinanzi. Ce1·tamente, son crepe e scissioni non prorondh1sime, e tali che il semplicismo IA.unullone degli " Intransi– genti ,, può cavarsela dicendo: 11 Son tutti eguali ,,, o mettendoli tutti in un fascio. Ma il socinlismo che vive o che opera, ohe s'arram– pica giorno per gioruo facendo suo pro d'ogni sporgenza, d'ogni crE'lpaccio,d'ogni fatto reale e contingento in quel dato istante, non può trascurare neppur questi fenomeni, che, al postutto, e piaccia o non piaccia agli intransi– genti, sono nella vita. Se la esistenza del nostro partito fosse tutta nelle formule, queste incrinature del blocco av,•orsarìo sa– rebbero senza. valore per noi; perr.hè tutte le frazioni o sottotrazionl del blocco, per quanto discorrll tra loro, sarebbero unanimi nel dissentire dalle nostre teorie. Ma, siccome il movimento reggiano si svolge sopratutto per istituzioni pratiche e per opere, eosi l't1Uegglamento mutevole e vario delle varie frazioni nemiche di fronte ad esse può essere considerato e adoperato da noi per nostro maggior incremento. Altra csgione di debolezza di questo blocco furono gli uomini. Ma non già, come s'illudono alcuni degli l\vversari, per caso fortuito, riparabile colla. loro sosti• tuzlone. R invece fatale che una eoalizlone negativa, un blocco che vuol riunire elementi disparati e molteplici, non possa essero rappresentata ohe da uomini eenza tradi– zioni, senza. coscienza, senza dlgnl~à e senza scrupoli; aveuti tutte le qualità. anodine o negative che li tacciano atti ad essere, mercè trasformazioni proteiformi e tran– sazioni continue, gli interpreti di tanti gruppi, i domi– natori comuni di tante frazioni diverse. CO~ì,il Bene Economico fu rappresentato nelle pub– bliche cariche da uomini ohe 1 ·quanrlo nou erano deboli o privi di coscienza politica e morale, o quando non erano di assoluta mediocrità. intellettuale, erano .... l'uno e l'altro: il che accadeva più spesso. E la passeggera rivincita della. coalizione autieooialista sul proletariato eocialista segnava contemporaneamente il più basso, il più gretto 1 il più antiestetico scadimento della borghesia. •'• :Maaltri motivi intimi, d'indole economica, lavoravano al la disgregazione del blocco. li nucleo affarista bancario, rattosi torto di tuttl i gruppetti che ingenua.mento l'avevano seguito, e del pubblici poteri che le vittorie elettorali gli avevano dato, aumentò naturalmente l'audacia delle sue inizia– tive speoulatriol. Fondò trusts, organizzò su larga scala l'industria e l'esportazione di certi prodotti. Pensò a sò, costltuendo9i In oligarchia plutooratica 1 e non si curò di tutta quella gente minuta che la paura dell'opera dei socialisti aveva cacciato sotto le sue larghe ali d'uc– ce11orapace. Ora.,queste grandi Società. Industriali hanno gli stessi effetti sui " piccoli 11 , sugli intermediari, sui rivendu– glioli, che hn tl nostro mo,·imento cooperativo o che avrebbe un'organizzazione sociale a tipo socialista: sal\'O che procede crudele ed anarchica, non guarita alle vit– time, non ha alcun piano di ricostruzione organica e fisiologica della società, e (quel ch'è piì1) ciò che es,o.

RkJQdWJsaXNoZXIy