Critica Sociale - Anno XVII - n. 22 - 16 novembre 1907

CRITICA SOCIAL11 341 mento dei socialisti italiani duraute il primo :Ministero Zanardelll, o quello dei socialisti francesi dur11nte i Mi• nlsterl Waldeck•Roussenu e Combes? lo sostanza, i SO· eialisti del due paesi latini sentirono, ad un certo mo– mento della loro politica uazionale, che nessuna com– binazione l{Overnntiva liberalo era possibile senza il eone.orso dolio rorze proletarie. E lu forze socialiste, in Francia come in Italia, hanno accettato di concorrere olla costituzione della mngglorauza, per sfuggire alla responsnbltà di schiudere, con lo loro mani, la porta alla reazione. Ancora un passo, e Il socialismo si per– suaderà che, per tradurre in alto una parte del suo 1>rogramma, bisogna introdurre quo~ta pnrte nel pro– gramma del Governo, O!l'.liabisogna entrare, qunndo oc– corra1 rra gli elementi costitutivi della maggioranza. Da una partecipazione puramente negativo, si arriverà. così ad una positiva; dalla dife~a: si giungerà all'offesa. Ma dove la pratica socialista è ancbo più slgniflcatlva, però che essa è ormai cosl abituale da non suscitare più discussioni e polemiche, è nel campo della politico. muni– cipale. 11 Municipio è ormai, in tutti i gr'àudi paesi demo• cratici, un ente subordinato al potere centrale 1 il quale gli assegna i limiti entro cui deve esercitare la sua at– tività n.mministrau,,a. Eppure, ad onta di questo, il Mu- 11icipio è da per tutto ogg-etto di conquista da parto dol socialismo 1 che se ne serve per tradurre in atto quel tanto tlel suo programma. che è compatibile con le normo lntrasgresslbili fissate dal!o Stato. Ma allou questa con• quista del potere municipale è arach'csqa una conquista di carattere parziale Essa deve limìtar:oi ad occupare 11 breve cnmpo che lo Stato lascia all'attività del Comune, e deve riconoscere di fatto l'esistenza di altre forze non proletarie con le quali le conviene procedere d'accordo. Ora, si trasporti quest'azione pratica nella sfera su11e– riore della politica parlamentare e governativa, e si avrà. per risultato il pieno adattamento alla legge de– mocratica. Il socialismo dovrà anche qui occupare quel tanto di potere governativo che lo altre forze, con cui potrà. allearsi, gli assegneranno in relazione alla sua potenza politica, nella stessa guisa con cul oggi esso occupa quel tanto di potere cbe lo Stato delega ai Mu– nicipi. 'fra l'una e l'altra conquista parziale corre una differenza di grado, ma la sostaoza del fatto rimane perfettamente ln stessa. Anzi, tanto identica e che l'un fatto presuppone l'altro. Se infatti la· conquista dei Muoiclpt o degli nitri corpi amministrativi non vuole arrestarsi alle coJonne d'Ercole Innalzate dallo Stato, ma espandersi in anenlre al di là di que3ti limiti, occorre che la contemporanea con– quisto, parziale o progressiva 1 del Governo o dello Stato allarghi successivamente le maglie attraverso cui deve passare il socialismo locale. La penetrazione graduale del socialismo nel potere centrale appare cosl come il corouamento doUa penetraziooe, concordemente accet– tata, In tutti i poteri minori, e l'efficacia e il successo di quest'ultima sono ormai subordinate alla fortuna della prima. Ma la conquista. 11arzinlo del potere governativo non è wltaoto l'integ!azione logica o fatale dello rrammeo– tarie concezionl tattiche dell'odierna azione socialista; essa risolve anche la vecchia contesa sul valore delle riforme. I gelosi custodi degli antichi precetti del socialismo continuano a distinguere due specio di riforme: quelle timide e superfloiali concesse dalla. I.Jorgbesla durante il suo dominio, e quelle audaci e proronde attuate dal proletariato dopo il suo avvento al potere. E la distiu- zione, qualora si supponga un Governo horghese cosl compatto da non presentare alcu11a incrinatura entro cui l'infiuenza politica del proletariato possa profondare le sue radici, è logica ed esatta. Può rorse la borghesia tradurre In atto delle riforme capaci di scnlr.nre il suo dominio e di preparare tutto un nuovo ordino di coso? Essa potrà tutt'al pii,, sotto quella famoqa minaccia del proletariato, che dovrebbe essere l'unico suo strumento dì conquista, ma di cui l ri,•oluzionart stessi riconoscono cosl l'Insana.bilo Insufficienza, lenire lo piaghe più vive, al.Joliro lo ingiustizie più evidenti, provvedere alle mi– serie più crurle. Ma nessuna classe - e la borghesia non può sfuggire a questa logge - ha mai scavata a se stessa consapt,volmenle la propria fossa e provveduto ad allevarsi in casa, con tutte le sollecitudini di un pater(amilias, il proprio erede. L'oper!l volontaria e consapevole <l'incubazione rivoluzionaria spetta soltanto alla classe che sente maturi i propri destini o imminente l'ora della propria vittoria. Ora 1 ti processo democratico del dh•cnire socia.lista su• pera appunto questa apparente contraddizione. Ln con– quista parziale o progressh·a del potere, da parto del socialismo, spoglia la borghesia di una parto sempre mag~iore del suo dominio, per in,·eslirne il euo antico vassallo, il proletariato. Le riforme qui!:di che vengono attuate da un Goverao misto di borghesi e di socialisti, se paiono agli osservatori superflcinli recar sempre la marca di fabl.Jrlca della. borghesiri, in realtà. possono recare, e recano veramente, l'impronta rivoluzionaria del proletariato. Ma,una volta cho lo riforme sono opera diretta della classe pro!etarìa 1 che le impone dal bastioni <lella città. capitalista ch'essa ha già conquistati, non è più possibile alcuna distinzione. Lo rHorme odierne sono della Identica natura di quelle che il rivoluzionarismo attende all'indomani della dittatura proletaria, e, se vi è oggi una differenza, è soltanto di estensione e di grado. E chi determina questa estensione e questo grado? Ri– sponde per noi il materialismo storico di Marx:, che ha detronizzato le vecchio Ideologie o ha rimesso sugli altari, ampliandola a comprentlcre concetti nuovi, l'an– tica dea della storia: la forza. Cosl possiamo asserire che lo succe'isl\•e conquiste della classe proletaria sono, in ciascun momonto, la mifmra esatta della sua forza, o le piccole corno le grandi riforme non si collegano a duo epoche diverse, tra cui devo Jotervenlro una specio di catastrofe, ma sono gli Indici d'una energia cbe si accresco e cammina, E, come questa energia nou ba li– miti davanti a sè, cosl esse po,;sono espandersi fino ad attingere la società doll'av,•euire. .Ed ecco che Il processo della rivoluziono socialista cl appare finalmente nella sua piena lnterezzn. All'Inizio del movimento proletario si ha dovunque lo srorzo \'iOlcnto della classe operaia per sbarazzar.:.! dell'opprimente tutela della borghesia, e per crearsi 1 lt1 opposizione a lutti gli altri partiti, i proprt organi po– litici. Sforzi, lacerazioni, violenze altrettanto uecessarie quanto la lotta di uu popolo per il riacquisto della sua indipendenza, condizione i11di~pensal.Jiloalla SU[I, rutura espansione net mondo. Se non che, queste aspro e spesso tragiche ,,iceude non costitlliscono che la preistoria elci movimento, il quale non s'inizia che con la gradualo conquista <lei potere. Qui ò il punto io cui Il socialismo si SJ)Ogliadella sua rozza veste rh•oluzioo3Tio, per in– trodurre il suo contenuto rh·oluzionario nolla democrazlaj e qui la classe operaia, oon la Bua partecipazione al governo della cosa publ.Jllca e il conseguente asservi– mento del potere ai ftnl della sua rinnovazione pro-

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