Critica Sociale - XVII - n.20-21 - 16 ott.-1 nov. 1907
CRITICA SOCIALE 327 meno Il IO per cento delle spese totali (paghe, materie prime, ecc). Se il rapporto è minoro, segno è che la paga individuale è elevata e bisogna diminuirla per ri– stabilire l'equilibrio. È lnutllo rilevare che tutto ciò è arbitrarlo: Abbe però dà una serie di ragionamenti che dimostrano quanto fondata o calcolato. sia la cifra da lui stabilita, come termometro dei valori in'clividuale o collettivo. Como si vede, nella Casa Zelss Cquindi possibile avere talora una diminuzione di mercede: diminuzione però razionale, dipendente dall'alea doll'lndustrin stessa. Altro punto difficile era quello riguardante l'ammini– strazione della fondazione. Essa dovevR dirigere la for– tuna dell'istituto, incamminare gli affari o mantenere nello steeeo tempo il peculiare carattere all'impresa. Abbe, erodendo di dover prendere come depositario - non proprietario - della Casa un'astrazione qualsiasi, volle che lo Stato intervenisse nell 1 amministrazione e, ln dipendenza del carattere aciootif\co dell'istituto, volle che intervenhso il Ministero del culti o dell'Istruzione. La fondazione è però autonoma: il membro del Governo è uno del membri dell 1 arumloistrazlone e nulla più. E, per evitare ogni confusione, ò taa:iatlvamente prescritto che la fondazione non dovrà, corno Casa commerclale, preoccuparsi nò poco nò tanto dogli interessi dello Stato, se nou nel rapporti nei quali lo leggi obbligano ogni privato commerciante. Inoltro, a far parte delPAmminis~razione entrano i tecnici, che rappresentano i singoli riparti della Casa: o necessariamente costoro devono tar parte dolio sta.bi • llmonto. La Direzione è solo ouorlfloa, ed i direttori per:ionalmente sono, per disposizioni statutarie 1 uguali agli operai: soltanto la Direzione noi suo Mslemo ò posta al disopra del personale. Per quanto riguarda gli operai, la fondazione Zeies ba dato un esempio molto interesaanto. L'Abbe - eho non era assolutamente un socialista - ha in tutte lo suo disposizioni provvisto a che fossero salve quelle che egli denominava esigenze dell'Industria: però ha anche voluto che l'operaio rosse assolutamente il cooperatore della fondazione e colui che ne ritraesse il massimo beneficio. Quindi libertà assoluta d'ideo: diritto alle cariche pub– Miche e ai congedi - pagati - per soddisfare gli ob– blighi morali delle cariche; diritto a partecipare a So– cietà. politiche. Inoltre agli operai è conferito il diritto di nominare delegati che in ogni caso trattano colla Direzione; ed è conferito il diritto di rifiutare ogni ora di lavoro straordinario, anche so ben pagato. Abbe non si ò nascosto il pericolo di ciò: special– mente che la fondazione - come Casa commerciale - paghl operai che poi staranno sempre al J)arlamento. Ma egli ha risposto dicendo che la libertà. stes!la ele– vava la dignità dell'operaio, il quale non avrebbe per– messo che le libertà tornassero di nocumento all'indu– stria, di cui in fondo l'operalo stesso era la massima parte. Abbe ha aggiunto cbe la miglior valvola era l'io• teresse stesso degli operai: essi, mantenendo operai In numero eccessivo alle cariche pubbliche, potevano ve– dere sct,mati gli utili dell'intrapresa o quindi le paghe ... donde la rOAzione economicamente rlparatric('. .Espongo e non critico. Circa le paghe, le norme basali furono queste. Oli impiegati a stipendio fisso, gli operai pagati con salario minimo giornaliero ed una addizione pel lavoro com– piuto. In genere uo operaio di 24 anni arrha a 200 o 250 franchi anoui di supplemento. Per diritto è ancora stabilita la partecipazione ai bo– neftzi. Questa ò retta in modo carntteristlco, e cioè tutto 11 personale partecipa ai ben eflzl eccettuata la Direziono ohe fa 1 bilanci. La quota dei benefizi ò presa appunto su quella parte che, secondo Abbo, ò " l'utile collet– tivo 11• Quindi l'operaio della (ondt1zione ha: 1° una. paga fissa; 2° un supplemento pel lavoro ratto per le unità di pezzi (cottimo americano); 3° parto dei benefici del– l'azienda. Anche qui 1 in pratica - specie por la deficiente evo, luziono di taluni gruppi di oponil - possono talora aversi degli inconvenienti: e si sono di ratto a,•nti. Cosl ò accaduto che i benefl.zt rappresentassero il 10 °/ 0 dello paghe per un certo numero di anni. lmprovvisamente la quota scese al 5 % e por poco non veniva procla• mato lo sciopero, corno se gli 01•orni rossero staU lesi In uno <lei loro diritti! 'l'utto ciò non manca di qualche lacuna. Così, se è bello che la Direzione non abbia parto negli ulili, o se ò naturale che anche gli impiegati n paga flasl\ abbiano parto degli utili, può invoco per gli operai accadere che, ridotte un anno le paghe per necessità tecnica, nell'anno successivo, anche colla parto di utili l'operaio sia le,o materialmente, pagando egli solo Il danno ciel cattivo incasso 1 e non l'impiegato. Abbe ha stabilito un altro p1 i noipio e cioè: tutti i membri dell'impresa devono contribuire al suo successo, ma ehi apporta qualcosa che si allontani dal contributo normale, devo avere un premio. Ed ecco estendersi tale principio sino a dare premi a ohi porta reali migliora– menti In qualsiasi parte del servizio. Secondo Abbe, pol, i rapporti degli operai coll'istituto sono semplici. li capitale (In tal caso, la fondazione) è lo schiavo del lavoro, la fondazione ò l'astrazione stessa del lavoro materiato. Quindi la fondazlono deve avere una parte dei benefizi annui in quanto questi beneftzt sono utili a conservarla 1 tul accrescerla o migliorarla. 1M Abbo fissò che 1 / 4 degli utili restasse alla fondazione corno onte collettivo, per migliorarla e rortiflcarla. Non socialista, ma evoluzionista convinto e vero po– aitivlsta1 Abbe volle che Il lavoro rosse limitato e sta– bilì la giornata di 8 ore, ponendo J)er gli operai il diritto a rifiutare le ore straordinarie di lavoro. Nel 1900 egli indirizzò il seguente 1·e(eret1dttm agli operai: " Credete voi di poter produrre in 8 ore il la– voro che oggi fate in 9 ore? 0 volete far ciò?,, L'immensa maggioranza. degli operai rispose di sl o la giornata. di 8 oro ru adottata. Il risultato fu meraviglioso: comparando il prodotto di 263 operai, si vide che le 8 oro non avevano dimi– nuito il lavoro, ma l'avevano aumentato del 4 per cento, cd anche il lavoro dato dalle macchine migliorò sensi– bilmente. Una inchiesta minuh, stabilita al riguardo, dimoBtrò que8ti fatti interessanti: negli inizi il lavoro era aumentato enormemente per un vero sforzo degli operai, poi era diminuito, ma però In S ore si aveva sempre un lavoro uguale a quello che prima si otte– neva In 9 ore. Al.Jbosu questo fatto nnzi ha stabilito una curiosa teorica eulla quale non è qui il caso lii formarci. Certo ò che l'Istituzione fu la miglior prova che l'accorcia– mento 1·azionale delle oro di lavoro non è neppure da.n– noso alla produzione bruta. L'orario adottato dalla fondazlonA è: dalle 7 alle 11 1 /, e clallo 13 1 /, alle 17 in estate; dalle 7 1 /, alle I2 e dalle 13 1 1 allo 17 in inverno. La scelta del periodi fu ratta
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