Critica Sociale - XVII - n.20-21 - 16 ott.-1 nov. 1907

322 CRITICA SOCIALE La Francia qui non figura, porchò dopo due anni di appartenenza alla lnternazionalo Operaia cessò dai pa– gamenti. Le forze del 1905 e quelle del H)OG saranno riflesse noi terzo Rapporto dell'Ufficio di Berlino, ohe la Confe• rtinzA ha opportunamente deciso eia puhblicato annual– mente, proponendo ai Centri Nazlonali un aumento della quota da un marco a un marco o mezzo all'anno per ogni mille a~sociati. Rln\'igorito nelle finanze, l'Urtlclo internazionale - alla cui direzione venne riconrermato Il Logico - potrà miglioraro il Rapporto ste,so, sviluppandone la parte statistica che le più evolute o lntellettuallz ,r.n.te organiz– zazioni vnnno circondando di ognor pili rervide cure. Un rapido sguardo, per altro, ai rapporti presentati or ora al Congresso di Stuttgart, cl offro gli elementi per formnrcl un'idea dolle formidabili energie rappresentato al Congresso di Christianio.. Dal 1904 alla flne del 1906 diventati gli aderenti alla Commissione Generalo di Germania 1.799.293, di cui 118.906 donne (ob 1 suffragoUel) •- 448.207, di cui 42.190 donne, gli aderenti alla Commissione Generale d'Aust la - 630.000 alla Federazione Generale delle 'I'rade-U11io11s inglesi - 78.081 al Segretariato Operaio danese - 25.308 rii Segretariato Operaio Norvegese - 144.395 alla Confe• derazlone Nazionale svcdcso - circa 30.000 all'Unione dei Sindacati olandesi - non diamo}prova di un soverchio ottimismo calcolando in 3 milioni e mezzo il numero dei rappresentati alla quinta Conferenza internazionale e membri dell'Internazio11alo Operaia. Degli Stati elencati nello specchietto statistico surri– ferito erano a Christlania direttamente rappresentati - ehi da uno, chi da due delegati - PJnghilterra, i tre Stati scandinavi, l'Olanda, la Germania, l'Austria, l'Un– gheria, l'Ihlla. Ma Serbia, Bulgaria, Svizzera e Spagna erano aderenti; e la Conferenza ammise un nuovo Centro Nazionale - quello del Croati - sino a tanto cho le leggi di quel paese non consentano l'adosiouc delle or– ganizzazioni croate alla Qentralo cli Budapest. E am • miao - comQ,avanguarJia delle flllangl proletarie russo (652 organizzazioni con 246.272 soci) impedite dalla rea– zione di darsi una organizzazione unlrorme - i sindacati della Finlandia, dove 27 Federazioni contano 60.000 soci, 20 dei quali aderenti alla Centrale. Dal Belgio e dall'Olanda duo voci assai gradite .... an– che perchò a lungo aspettate: quella della Commissione Sindacale del Partito socialista belga e quella del Ned. Verb<md van Vakvereenigingen, il nuovo organismo pro– letario olandese già forte di 80 mila soci o nella diret– tiva socialista. Questi entrano nella Internazionale Ope– rara proprio nell'ora in cui ne escono i 4 mila scampati al naufragio del sinclacalista o anarchico Nationaal A1·– belds-secretat'iaat. Nel cambio, non cl si è perduto! .•*• 1'ro milioni e mezzo di lavoratori europei 1 saldamente organizzati sul terreno della. lotta di classe, costituiscono una forza economica e politica. non certo trascurabile; tanto più se non ne insidiino e limino le fibre i dissidi o le competizioni Intorno al metodo da adottare nella bnttnglln, o sulla via cla percorrere per toccare una. prima mèta. Ora la. immensa maggioranza llei Sindacati aderenti nll'Ufllclo di Berlino si trova. In unica direttiva teorica e pratica. Nella terza decade di :l'J'OSto 1 a Stuttgart, gli inter• preti dei sentimenti e del pensiero di tali falangi si trovarono In a()cordo sostanzialmente perfetto di rronto al più gravi problemi della politica do! lavoro noi rapporti con l'aziono della democrazia socia lista.: tre settimane dopo, a Christiania, si trovarono mirabilmente affiatati nelle discussioni tecniche sull'orga.nizzazlone sindacale. A voti unanimi la Conferenza. volle Infatti mantenuto Il proprio c,ira.ttere specifico inciso nel programma. del 1902 e riconfermato nel 1905 contro le bizzarre pretensioni della Confedera1.ione del Lavoro di f.~rancia; la quale ha voltnto le spalle alla Internazionale Operaia pigliando a pretesto la reiezione di certe sue proposte, d'inscrivere cioè all'ordine del giorno della Conreronza l'antimilita– rismo o (quella nuova!) Io sclOJ>Crogenerale! A voti un&.nimi deliberb - nel senso sovraccennato - sui' passaggio dei soci emigranti dalla propria ad una organl:>:zn.zionoestera; sulla reuiprocitò. degli aiuti in casi di grandi scioperi; sulla necessità di flancheggiare l'a– ziono parlamentare per lo sviluppo della legislazione sociale e, questione tli attualità, per colpire con sanzioni J)enall gli incettatori per l'ettoro di operai adescati da ralse promesse; sull'opportunità di organizzare un ser– vizio per notizie rapide e sicure sui mercati del lavoro \'0rao cui si dirigono le correnti migratorie e sulla in– timnziono agli Uffici di collocamento di non avventu– rarsi nei collocamenti all'estero - destinati, allo stato attualo dell'organizzazione, a Insidiare sempre le con– quiste slnclacall clei paesi d'immigrazione - ; su forme speciali di lotta contro il krumiraggio. Questi ultimi voti mirano ad Iniziare l'attuazione di ciò che potremmo chiamare Il programma minimo della politica dell'emigrazione, delineato dal Congresso Inter– nazionale di Stuttgart. J vari Centri Nazionali saranno tra poco chiamati ad esaminare concrete proposte rormulate dalla nostra Con• federazione Generale del Lavoro por rendere, non Bolo pr01ito, ma sincero il servizio di ioformazio~i sui mer• catl del lavoro dei paesi d'Immigrazione. Ln. prontezza nel rilievo e nel la trasmissione può age– volmente ottenersi, grazie ai larghi mezzi di cui i sin– dacatl dispongono nei paesi come la Germania e l'Au• stria; ma la sincet"ità è meno facilmente conseguibilf', Il materialismo storico c 1 ò per i padroni come per gli operai: e se gli Uffici padronali tendono a richiamare <lall'estero mano d'opera e3uberante, allo scopo di far scendere i salari e creare un ambiente più difficile alle conquiste sindacali operaie - non ò meno vera la ten. deuza negli Uffici dei lavoratori a rarefare la mano d'o pera locale e a tenero quindi lontani l lavoratori esteri. Vedere - senza far viaggi all'estero - la politica delle Loghe lomolline e novaresi nella questione dei lavori di risaia ... Organizzatori di lavoratori In un paese eminente espor– tatore di mano d'opera, noi abbiamo Insistito e insi • stiamo perchò - in quegll Stati, verso cui i nostri emi– granti si dirigono e dove una parte di essi è da. tempo entrata nei sindacati indigeni (In Germania abbiam circa 17.000 italiani nelle Federazioni libere dell'edilizia) - a~li Uffici ricercatori e trasmlasori di Informazioni sullo stato del mercato del lavoro vengano preposte commis– sioni miste: formate, cioè, di operai Indigeni e di ih.– llani. In quanto alle difficoltà finanziarie, esse possono ben essere superate, ora che l'organizzazioue proletaria. anche in Jtalia va.continuamente aumeutando le proprio risorse. Ritorneremo sull'argomento di proposito. Intanto è do• vcroso rilevare il signiflcato della insurrezione di tutti gli organizzatori radunati a Christlania contro le velleità di Uffici che dall 1 Italia - dove siamo ancora coal lontani

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