Critica Sociale - Anno XVII - n. 19 - 1 ottobre 1907
294 CRITICA SOC!Al,E la migliore. Ma non per questo diminuisce in mo la folle nell'avvenire della scuola iblliana. Passerà quest"ora di errore. li buon senso della maggioranza degrinsegnanti riprenderà. ben prcsto,anche in qt~est_o campo, i suoi diritti. Risplenderà dopo la nebbia 11 sole. li Congresso di Napoli non ha decisa la batta– glia: l'ha iniziata. o. SA.tVf:MINI. 7',•oppo la,·di pc,· esse,·e usuf11.(.fle tn questo fascicolo, ci giungono le bozze di un a,~ucolo - dal titolo Socialismo, Leghe opcrnfo o Pa.l'tito del lavoro - che it nost1·0 val01~0s0compagno inglese JA)IES ÌUACDONALD, rnembro del« Labour Party», destinava contemporanearnente ai Sozialistischc Mouatshefte di Be>·ltno e alla Critica Sociale. Lo da1~e,no infullantem.ente nel prossimo nit- 1nero. L'opera della Federazione de[li inse[nanti medi L1amico nostro prof. Vittorio Osimo - che, tante volte e con tanto amore, in queJte colonne, con e senza. In sua firma, si occupò degli interessi dei do• centi medi e della loro opera rederale - ci invia questa lettera che, sebbene destinata _ad uscire dopo il Congresso e quindi con eccessivo ritardo, crediamo tutta vin dover nostro di puhblicare. E la pubblichiamo più ,·olontieri per quel che dice a di(esa della Fe– derazione, che non per quel che dice a conferma delle nostre accuse. · Lo quali poi non erano - il lettore lo ricorda - che le accuse del prof. Barbagallo, le quali noi ri– ferendo e dalle quali deducendo conseguenze di critiche, non mancammo di munirci di parecchi du– bitativi. ... che stanno ad attestare come il " fiuto n, cui !'Osimo allude, non ci mancasse del tutto. Di– ciamo di più: è appunto perchò quel " fiuto ,., non ci nrnncava, che abbiamo scritto e tempestato così forte, e, come poi s'è visto, non inutilmente. Che altrimenti l'avremmo creduta una fatica sprecata! f. I. Carissimo Turati, Povorottl noi coslddottl "'docentl modt 11 ! Como cl bai strapazzati e tartassati nel tuo terrllJlle articolo - bel– lissimo fra i tuoi più bolli - IL fallimmlo della 1·agione/ Scapaoclont così possenti, nessuno ce li assestò nial ! E nessuno mal cl parlò con zelo così diritto ed eloquente! E noi - pur con le membra Indolenzite e u l'animo smagnto 11 - dobbiamo essertene grati come di una preziosa testimonianza dl affetto. Preziosa o salutare, anche se tu bai oltrepessato Il segno od eretto la tua requisitoria su una fonte, che, col tuo sagace Intuito e col tuo ftuto esperimentato, avresti dovuto indovinare, sotto alla sua mordace vi– vezza, parziale e unilaterale e però di dubbia credibi– lità: la relazione del pror. Barbagallol La quale ò, per vero, una geniale e laborlosa fatica e una dimostrazione di culto, facondo o franco ingegno, ma è anche, oltre che intrinsecamente illogica, quanto al rilievo e alla descrizione dei ratti inesattissima e sproporzionatissima. Il narbagallo, che pur è, come risulta dalle sue anar– cheggianti proposte conclusive, un fautore, e non sola• mento teoretico, dello " organizzazioni di categorie 11 e un patrono non platonico doll 1 iudisclplinn federale - i " supplenti 11 della Sezione dì Sciacca, che, per rappre• saglla contro il Consiglio centrale, dichiaratosi a viso aperto avverso alle loro pretese lllegittime e petulanti, deliberarono, non importa se rimangiandosi poi la mala pensato, dl non pagare la quota sociale e invitarono le Sezioni II eolidali 11 a fare altrettanto, ebbero dirensori i colleghi della Sezione romana ohe egli presiedo! - il narbagallo, dicovo 1 ha creduto, o el è illuso, di vedere l'organlemo della Ji'ederazione malato fluo alle midolla del morbo dissociativo che egli, pur con le migliori in– tenzioni del mondo, ò stato ed è del più assidui o In– stancati nell'inocularle, e, con abile e bizzarra inversione dialettica, assumendo, lui, che dovrebbe sedijre ... nella gabbia degli imJ)utatl, l'aria o Il tòno dell'accusatore, ba dipinto la Federazione come già ridotta a un cumulo di mncerle. Onde il suo grido di protesta e di dolore I Ma le cose non !stanno precisamente come li Barba• gallo le descrive. Quel ch'egli dice ha, tra le pieghe e le ampolle dell'Iperbole sofistica che materia e informa tutta la Rua Relazione, del vero, ma non è tutto il vero, anzi no ò la minor parte. E anche quel "'picciol cenno 11 è ammannito con assunto e con procedimento 0011 evi– dentemente pre,:oncetto e polemico, da non potercene fidare affatto. È vero, cioè, che - dopo l'approvaaione e l'applica• zlono delle due leggi, anzi per virtù di queste e, ancor più, del regolamenti tlliberali e restrittivi con che Mi~ nerva si adoprò di mozzar le unghie al nuovo diritto penetrato nel suo regno - alti lai si levarono dal campo dei profe3sori; ed è vero che talune categorie, delle più maltrattate o delle più lrrisor;amente beneftcate, si fe– cero, dentro e fuori della }l'ederazlone, e non sempre nelle forme e con la procedura giusta, sentire, e costi– tuirono, anzi, dei nuovi nuclei associativi. Ma questo accadde nella nostr11 clasJO - dir Federazione sarebbe in-'Htto e iniquo, perchè non tutte queste" agitazioni., sorsero In seno ad essa 1 anzi le più inopportune e Im– portune sono, per nascita e per Intenti, extrarederali e antifoderali - come accadde e accade in tutte le altre classi - dei rerrovierl e del postelegrafici, per esempio, non meno che dei contadini e degli operai - e la com• pagine foderale, pur dopo e con qualche ecossa e In– certezza, re31i1tette bravamente e valldamente 1 o con temperata ed equanime saviezza, alla perlcoloia Insidia. Resistette, assumendo, propugnando e graduando le ri– vendicazioni o le lamentazioni legittime; opponendosi alle altro; tenendo, senza iattanza, un rermo contegno e un fermo e decoroso linguaggio ver30 il Ministero. E, se pur dovette e devo, la Federazione, giusta il suo non pur diritto, ma dovori,, esplicare troppa della sua atti– vità per ottenere la correzione o l'Integrazione dello due dlrettose e lacunose leggi e, sopratutto, del rispet– tivi - ve3satort e fiscali - regolamenti {bastl ricordare quello per i concorsi, che ci parifica tutti a scolaretti!), e durar poi un'aspra o quotidiana fatica per contenere gli impazienti 1 gli egoisti, gli Ingenui, che non dirò che sien legione - allora .... non ti scriverei questa lettera! - ma non sono certo un picciol manipolo nelle nostre file, non perdette però mai di vista le finalità., dirò cosl, idealistiche e disinteressate d, cui deriva precipua– mente la legittimità sociale delle sue rivendicazioni, e tenne dietro, come potò, al problema. della riforma della scuola medla 1 già da essa, del resto, degnamente e al– tamente dibattuto al Congresso milanese del 1905 1 e combattè una bella e fortunata bathglia per la serietà e la dignità degli esami, e al Congresso di Napoli - che, quando usciran queste mie righe, ti avrà già di– mostrato come male si sia apposto li Barbagallo nella sua Relazione - oltre al tema, di vitale e amplissimo interes~e , come tu hai dimostrato, dell'organizzazione ferlera.le, discuterà. e, per qoanto ò da essa, risolverà problemi essenzialmente pertinenti alla scuola. Io non voglio, Insomma, negare che sia stata un po' disordinata, saltuaria, Incoerente, per forza di cose 1 qaest'anno, la nostra vita federale o che non sia desi– derabile una maggiore omogeneità, una più proronda e intima coesione 1 un più savio e largo temperamento degli ioteressi delle categorie con gli interessi della classe, e una più decisa o generosa posposizione, nel momento attuale, delle rivendicazioni proresslooall alla questione suprema del miglioramento dell'Istruzione mezzana (e non solo mezzana!) e del suo coordinamento al caratteri e alle esigenze dell'ora che volge; e nep– pure voglio avermela a malo per que' t11ol birichini versetti tedeschi e sostenerti, per eccesso di diresa, che non sia il nostro un gelosum et h-ritabile gmus, ll quale molte cose ha da imparare 1 come già. Imparò, dal pro– letariato, e da molti abiti difettosi e antisoclali ·- ero per dire antlsociallstl I - ha ancora da liberarsi. Ma sol voglio - anche, permettimi, per fatto personale, come antico, delle volte persino indiscreto, sostenitore su
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