Critica Sociale - Anno XVII - n. 19 - 1 ottobre 1907
CRITICASOCIALE 303 alla disciplina piit cicca. Nelle sue nurni e sotto la sua. guidiL, il tedesco, che ha uua naturale disposi– zione alla pigrizia mentale e alla mancanza di ini– ziativa, è diventato ancora più sottomesso, pili privo di energia morale, di slancio e anche di idealismo. • Simili qualità, in un paese a costituzione oligar– chica e autocratica come h\ Germania, non possono a meno di rendere il partito socialista schiavo di qualsiasi situazione. I~ perciò è lecito concludere che, fin tanto che lo condizioni politiche rimarranno nell'Impero tedesco quelle che sono ora, la Social– democrazia perderà nell'avvenire prossimo tutto quel resto di prestigio e di autorità che ancora possiede presso il socialismo internazionale. 'l'alo è il quadro a fosche tinte che traccia il Michels colla sua disamina critica, basata in buoua parte su prove incontestabili. I socialisti tedeschi, leggendo lo studio del .Michels, sOLTideranno forse cli benigno compatimento, o accusernuno l'autore - che ha molte propensioni verso il sindacalismo - di essere stato tendenzioso e partigiano. Ma noi, nella nostra imparzialità, dobbiamo pur dire che vi sono molti fatti incontrovertibili, i quali servono a rincalzare magnificament.e la tesi del Michela. La campagna elettorale del gennaio scorso si è risolta in una disfatta vera e propria, chcccliò scriva in contrario l'organo centrale tedesco. Oli infingimeuti e gli eufemismi per mascherare la verità dura, pilL che inutili, sono dannosi. b;, riguardo alla debolezza, alla remissività. (alla vigliaccheria politica, direbbe taluno) della Social– democrazia, basti ricordare che, come accennava il 'J'urati al Congresso di Bologna, in uno Stato di Germania fu possibile toglière il suffragio univer– sale e tornare al suffragio ristretto, senza provocare nlcun movimento insurrezionale. - Noi, aggiungeva il 'l'urnti, non siamo legalitari fino n questo punto!,,. Codesti fatti dovrebhero valere come sintomi ri– velatori e far seriamente riflettere ai socialisti te– deschi se la frase " o ri11nowrsi o perire ,,, 1.,pplicata al loro partito, non contenga qualcosa piÌl di un re– torico avvertimento. Pl'ima di finire, un breve appunto ad un periodo dì 1'Cichels. Egli, enumerando i fattori dell'impo– tenza politica della Socialdemocrazia, disse che talt1 impotenza in parte ripete le sue origini dalla man– canza di un partito liberale e democratico in Oer– mania.1 il quale avrebbe molto ager;olato la strada al parUto socialista. Quando in Italia i riformisti parlarono della ne– cessità di facilitare il funzionamento a un sincero partito lib~rale e democratico, furnno accusati dai rivoluzionari di volet· corrompere il partito e di con· durli al tradimento. Ora, un colto e acuto rivolu– zionario tedesco, a tcnden:te sindacaliste, dichiara apertamente che un partito socialista, il quale deve svolgere la sua azione in un ambiente anti<lemocra• tico, incontra difficoltà immani, per modo da rima• nere quasi paralizzato. Senza spingere troppo oltre l'a1rnlogia tra duo paesi diversi, ò corto che l'opi· niono del Michols - che non può essere sospettata - serve molto più a provare la bontà della tattica riformista che non la bontà di quella dei rivoluzio• naJi, i quali asseverano che i riformisti perdono tempo e sprecano energie nell'allattamento artificiale della democrazia. Ogni organismo, per svilupparsi appieno, ha bisogno di un ambiente: l'ambiente più adatto nl socialismo è la democrazia. E'l'TOBE l\[,\ll.CfllOLI. Ai p1·ossimi numeri: 1/insegnamcnto JJrofessio– nnle i11 Italia o .tll'cstero del prof. FAUSTOPAOLIARJ. Ancora larovcrlà ui1iroouzionc nelatironoo siciliano Una rett,Hic.n. dovt,rosa, ('J. Riportando un conteggio dall'opera dol dott. Antonio Vncircn: Jt problema agrario in Sicilia, pag. 146-47 in notil, mi sfuggì un orrore materialo di calcolo, com– messo, per uguale svista, dal VacirCll.stesso; il quale errore muta il ri:mltilto del calcolo, ma no11 muta lo conclusioni che da quel calcolo egli cd lo tragghiamo. Le 9 salme di prortuzione me1lia di grano, nello terre del clr:condario di Corleone, a L. 58 per salma, diurno L. 261 non 231. La produzione totale, ruislome alla pagtia 1 dà, di conseguenza, L. .?i3 1 non 243; e Il de{i.cit del co• \ono, sulle L. 283,i5 di 11pesa media da lui sostenuta secondo I calcoli della 'l'erra sicula, è di L. 10,75 e non di L. 40,75. Però anche al padrone sr,ettano L. 273 anzlchè L. 243, e quindi egli guadagna in più L. 82 1 18 1 spendendo, so– condo la Terra sicula, L. 190,87; e, poichò il colono perdo col contcg~lo corretto L. JO,i5, Il profitto ciel p&• droue re~ta L. 92,88 maggiore di quollo del colouo. In conclusione, la poslzio:ie rispettiva dei due neo muta, perchè il guadagno del colono e quello del pa• dronc>,con la correzione fatta al conteggio del Vacirca, Ili aumentano ugunlmente di L. 30 1 e la differenza di L. 02,88 non cambia, SI potrebbe dire cho Il bo1·gese mezzndro, spendendo In due salme di terra L. 567 1 50 e guadagnando L. 536, anzlchò (col suddetto errore) L. 486, ,•iene qua!li a r~– trnrre il prodotto del suo lavoro, e che a lui non toglio nulla Il maggior guad11gno del padrone. Prima di tutto. ti suddetto conteggio ò relati,•o al caso più fortunato di un contadino che possa lavorare a mezzadria due salme di terre seminative, ossia circa sei ettari. Ma questi casi fortunati sono rarissimi: i più ~i devono accontentare di una molto minore quantità rti terra, quando ne trovnno, perchò in Sicilia, allo stato delta produttività presente, la term è lnsufflcieote ai bisogni della popolazione agricola. Il conteggio poi si rirerisce agli anni di medio rac– colto, mentre apesseggiano gli anni in cui Il raccolto è molto scarso o mancante del tutto, e Il contadino non può \'lvere non avendo messo nulla da parte nell'anno della co~ì detta abbondanza. Un discreto raccol!o si ot– tiene sempre nelle terre riposate o 11uje o ,iugghie (nude) che vogliano dirsi; e, di conseguenza, a questo flne, si riduce ad un terzo la quantità della terra seminata In rapporto alla semiunblle, o si mantiene viepiù insufft• ciente la terra al bisogni della popolazione. H maggior profitto, proveniente nel padronfl dal contratto di mez– zadria, è mangiato dal riposo della terra e dai furti del mezzndro 1 s'egli non si rirà altrimenti e sempre per via di violenza. Infine nel conteggio suddetto la spesa del mezzadro ò valutata dalla 'l'erra sicula sopra gli scarsi salari con• suètt'. 'Dovend0 1 noi conto' della mezzadria, \ralutaro i salart nella misura stessa che i contadini domandano cogli scioperi al patlronl, allora la spesa non sarà piÌI di r, 283,n,, ma relativamente magglo:-e, e la perdita non più L. 10 1 n, per salma di terra seminata, rua rorse di qualche centinaio di lire. Questa rettifica era. doverosa pet rispetto al lettore, alhl nostra tosi e a noi stessi, oltrechè averci dato oc– caslouc di cbia1·ire sompro più il nostro pensiero, che non teme menomazione neanche da q ualohe errore di dettaglio in oui rosslmo per caso caduti. S. CAàUl,~ltEIH SCURTI. l') \'odi CrW.cu &<fole 16 agosto, pag. 2!,i. Prof. IACOPO TIV ARONI LARIFORMA DELLA FINANZA INGLESE }(J,,'.L, :,jJ,:()(JLO XL.r Cuntributo alla dottrin11. dol principio rogoll\ture doli/\ finanza pubblica. (Preaso la Critica Sociale) C1-;NT. 25.
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