Critica Sociale - Anno XVII - n. 19 - 1 ottobre 1907
3-02 ~UTICA WCIALE vare pel bene del nostro paese: poichè l'nccordo intorno n un tale ideale non può 8ASere il risultato dl voti par– lamentari e di tattica 11i gruppi; esso 1lon può venire cbo da un comune soffio che pa'isi sui cuori. AN,:JELO ÙRESPI. Ladecadenza della Socialdemocrazia tedesca Dal giorno in cui Guglielmo lferrero, nel suo libro brillantemente superficiale e amabilmente parados· sale sull' },;uropa Giovane, narrava la magnificenza della socialdemocrazia tedesca, non sono passati molti anni j eppure, se oggi il rinomato autore della storia di Roma dovesse recarsi in Germania per stu– diarvi l'organizzazione politica del movimento so– cialistico, nel suo più maturo acume e nell'accre– sciuto spirito d'osservazione emetterebbe certo uu giudir,io diverso da queJlo di una decina cranni fa. Non che l'appariscente organizzazione esteriore della socialdemocrazia sia venuta indebolendosi nel frat– tempo. 'l'uWaltro ! I giornali di partito sono aumen– tati, i Circoli e le Sezioni purc 1 i voti degli elettori anche. Ma, ahimè, i11tutta questa enorme organiz– zazione, che dà a noi latini un senso di stupore e di reverente meraviglia, quello che manca è lo spi– rito animatore, il palpito vivificatore. Il gigante potrà avere i piedi di piombo, ma ha l'anima di stoppa. Certo, a udire il Vorwiirts, che è l'organo centrale del partito, non vi è alcuna. ragione per aprire il varco alla malinconia o al pessimismo. Il recente commento, che si leggeva su questo giornale a pro posito dal Congresso annuale tenutosi ad Essen, era p'ermeato dal più placido ottimismo. In esso, si di– ceva che il Congresso doveva infondere nei cuori dei buoni Genossen un senso di viva soddisfazione, perchè nelle assise proletarie tedesche, in queste famose assise clte hanno foggiato nel loro seno i capisaldi del socialismo moderno e che sono depo• sitarie del più puro spirito marxista, non si erano fatti udire canti di lamento od elegie intonate alla voce di quei critici pusillanimi, che erano sbocciati come funghi dopo l'app(trente sconfitta elettorale del gennaio scordo. A tranquìllare i compagni e a ri schiarare la situazione politica, doveva bastare il' discorso di Augusto Bebel. E il commento terminava. colla nota simtlitudine dell'Anteo mitologico, il quale, toccando la terra, tornava a risorgere e a combat– tere con rinnovato vigore o aumentata energia. L'Anteo, va saus dire, sarebbe la gloriosa Socialdc• moorazia tedesca. Senonchè, anche in Germania cominciu. a esservi gente la quale non giura più nel verbo di Bebe! e diffida un poco delle frasi letterarie e appassionate del Vorwiirts. Gli abbonati alla stampa quotidiana socialista crescono a dismisura, gli elettori che vo– tano pei candidati socialisti aumentano, ma pur troppo si fa, sempre più palese. l'impotenza della Socialdemocrazia tedesca ad esercitare una qualsiasi influenza nella vita pubblica dell'Jmpero. Il Kaiser o Blilow si infischiano più che mai del mastodontico partito dai tre milioni di voti. Guglielmo fa la po– litica estera, navale e militarn che più gli talenta, fa costruire navi belliche in tutti i cantieri, spende centinaia di milioni di marchi per tenere il suo (f.ercito su un formidabile piede di guerra, e lascia che i socialisti (qualificati come miserabiU senzci-pat,·ia) strillino sui loro giornali e predichino senza posa contro l'assolutismo o il potere personale. rranto, sa che quelle voci rimarranno clamanti alle sabbie del deserto. Ora, come va questa faccenda? No.n ostante i vantati progressi, non si tl'Overebbe la Socialdemo- crazia sulla parabola discendente? Ad occhi meno benevolmente ottimisti di quelli dei soliti compagni, il grandioso edificio, faticosamente costruito coi più inenarrabili sacrifici materiali e morali, colla carcere e con la persecuzione, non mostrerebbe delle crepe e delle rughe, rivelatrici di fatale decadenza? La trajettoria. ascendente non avrebbe ornai toccato il suo vertice? Sono queste le domande che a un dipresso si pone, in una Rivista tedesca, uno studioso socialista ger– manico, conoscitore di tutto H movimento proletario mondiale. È Roberto Michels (di lui si tratta) che, in lungo, minuzioso e circostanziato studio, nel– l'Archiv fiir Soz1alwissenschaft una Sozialpolitih del luglio 1907, tende a dimostrare come la Socialde– mocra1,ia sia ormai condannata a indeprer.abile de– cadenza. Secondo il Michele, le ragioni per cui la Social– democrazia tenne per tanto tempo l'egemonia nel movimento socialistico internazionale - (prima let– teratura scientifica socialista scritta in lingua t~desca, successi nel campo elettorale, tattica lontana tanto dal possibilismo quanto da1l'anarchismo, rigida organiz– Ztlzione unitaria, mirabile disciplina, ecc.), - queste ragioni, diciamo, sono venute col tempo perdendo quasi tutta la loro efficacia. Il mondo cammina; e i partiti socialisti dell'Europa occidentale si son fatti grandi dal 1880 ad oggi 1 e si trovarono di fronte a problemi per la soluzione dei quali il modello tedesco pili non serviva e non serve. D 1 altra parte, la stessa Socialdemocrazia - di cui l'Engels aveva profetato il completo trionfo prima della fine del secolo scorso -- dopo le elezioni del 1903, in cui riportava più di tre milioni di voti, sembrò cadere in uno stato di assopimento, se non di paralisi. I capi e i diri– genti del movimento, preoccupati più di non retro• cedere anzichè di avanzare, si mostrarono o per– plessi o impreparati a trovare una soluzione alle più importanti questioni che si erano venute affacciando alla ribalta della vita pubblica. Così, nel problema dello sciopero generale, nella questione dell'antimi– litarismo, del patriottismo e del conflitto marocchino, per citare qualche esempio, la Socialdemocrazia fu molto al disotto della sua fama: di quanta maggiore originalità, arditezza e agilità di mente diedero in– vece prova i partiti socialisti degli altri paesi!. .. A ciò aggiungasi la sconfitta dol 1907, la quale dovette da.re una tl'Omenda scossa alla fiducia dei socialisti europei nell'irresistibile marcia in avanti dei com– pagni tedeschi. Fino al 1907 la fortuna nelle elezioni bastava a sfatare e disperdere tutte le critiche; ma, dopo quel tracollo elettorale, era stato posto a nudQ il punto debole del colosso: la torre di bronzo aveva traballato dalle fondamenta. II risultato di tutti questi fatti è stato duplice: da un canto è venuto affievolendosi e sparendo la supremazia del partito socialista tedesco nel socia• Jismo internazionale, dall'altro è venuto pienamente confermandosi il fatto della impotenza polil'ica della. Socialdemocrazia stessa. Questa polit-ische Ohnmac!tt, a parere del Michels, è conseguenza a sua volta di varì fattori: l'esistenza di un potere pubblico domi– nato dalla classe feudale e servii.o scrupolosamente da una abile e lealissima classe di funzionari; la mancanza in Germania di un effettivo liberalismo borghese, che avrebbe potuto spianan la via al par– i ilo operaio; l'essenza della Socialdemocrazia, com– posta esclusivamente di elettori e di lettori di gior– nali, con un grande apparato burocratico. Per vincere la accentrata potenza dello Stato, si ò accentrata essa stessa, e tutto il suo pesante mecca1~ismo ncm fu costruito che in mira delle battaglie elettorali. Dall'immenso materiale umano, col quale essa è ve– nuta a contatto, non si è sforzata che di trarre com– patti battaglioni di elettori, pronti all'ubbidienza e
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy