Critica Sociale - Anno XVII - n.18 - 16 settembre 1907

Critica Sociale f?IV/ST ./I QUINVJC/N.//LE VEL SOCI.//LJSMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50. Ltll<re e ooglia aU'Ulllclo di CRITICASOCIALE - IIILAN01Portici Galleria V. E. 23 AnnoXVII - N. 18 Non si, vende a ,ium.ert se1Ku·aU. MIiano,16 settembre 1907. SOMMAC~IO Politica ed Attualllà. li (a/U111t11fo dtl/(1 ,·oglOHt (FILll'l'O T\JK4Tl). Le U11lu1·1Uri P-OPOWrl W1Uw11 (l'ror. SAVINO V,1.1U.ZZANI), li Congr,,ao h·adt•IIHltml,f(I h1g/fH {l>ott. ANO.:LO CRlfSl'I), Il Pro111pt1U11l1ino IIUl/l(ltllco "'"" pr1,p{l(IIUldO t ,,,,,, opt,rt (Protes• IOf(' 010\'A!f:SI 7.J801UH', Studi economici e soclologlcl. 1' 1otklll11110 ngg/(1110, 111. La COOP,r{l;ck)llt 1,,1,grcr/1 (AVT. XEUCCIO Rl!UU}. Fllosofla, Letteratura e Fatti soclall. • CM tl totldUUt allo t1Ulorln .... • ; dalle bozze della~ V11k>111 po,101, ltltt1t'O/IM ~ (•'11,11'1'0 TUIU.TI) . ILFALLIMENTO DELLA RAGIONE È quest11.la frase che ci sgorga. dalla penna, sin– tesi anticipata d'ogni nostro commento 1 mentre de– poniamo, a lettura finita, la lunga Relazione del pror. CorrRdo Barhagallo su quello che aarà il tema principale dell'imminente Congresso nazionale degli insegnanti medi: clell'organizzazi.one fede,·ale 1·ispetto all1azioneprofessionale. Se la diagnosi fatta, con sot– tile ingegno del resto 1 dal prof. Barbagt\llo, dello. situa:done foderale, ò approssimativamente esatta, noi abbiamo uou soltanto il fallimento di una orga• nizzazione, che stimammo potesse diventare una grande o benefica forta 1>olitica o sociale: ahblamo - in torna di organizzazione - il fallimento della ragione umana. La relazione ci delinea, innanzi tqtto, i sintomt della crisi in cui versa la Federazione degli inse– gnanti secondari. Della crisi avevamo qualche sentore, " più un sentore negativo che positivo: attendevamo, cioè 1 da troppo lungo tempo oramai, e l'attesa era sempre delustt, che, conseguite le muggiori rivendi– cazioni economicho e giuridiche con le due leggi famose che furono volute, preparate o sanzionate da essa - o votate dal Parlamento anche 1>er l'avallo cbe essa vi aveva posto - l'organizzazione dei do– centi mantenesse la promessa solenne di occuparsi era. posta. r professori delle scuole medie non pote– vano avercela proposta. corno un tranello. Noi loro Con– gresso di Roma essi avevano spoartto la loro causa, e quella della scuola, alla causa. dei partiti demo– cratici o proletnri; non si poteva Supporre, era troppo sconveniente alla loro e nostra dignità, che essi si vendessero cosl al migliore ofl'ercnto e ci propones– sero un semplice mercato elettorale. Essi avevano sentito che i partiti di democrazia sono anche na• turalmente i partiti della coltura più diffusa; che la scuola non è nulla. se non è democrazia, e la demo– crazia è nome vano se la scuola non la sorregge e non la rende possibile. Essi dunque attendevano da noi il coronamento della loro azione politica, come noi da essi i dati e i lumi tecnici per le riforme neces– sarie. Lo leggi economica. o· giuridica 11011 risposero in– teramente alle speranze: tro1>pe lacune e troppi er• rori esse rivelarono alla prova; tantochè non v'è quasi nessuno che ne sia del tutto soddisfatto, a cominciare dai Ministri, che si trov1mo 1>eresse legate le mani, forse (>iù sovente per il bene cho per il male. Ciò non depone eccessivamento a favore di qU8lla "com– petenza II di cui il Barbagallo fa. il monopolio esclu– sivo degli interessati, spingendo, come vedremo, que– sta tesi sino all'estremo conseguenze, ossia a.gli ultimi assurdi. Comunque, non ai pretende che le due leggi ,,otato dovessero costituire lo colonne d'l~rcole nel problema professionale dei !H'Ofeasori. Ma poichè, senza dubbio, lo rivendicazioni piìt ossonziali erano, con quelle leggi, state conseguite, o ormai si trat• tava di ritocchi che l'esperienza n mano a mano an• dava suggerendo - si pensi che sono i 1>rofessorimedi i soli funzionari dello Stato, se si eccettuino i ma– gistrati, che abbiano una vera legge dello stato giu– ridico a loro favore - era lecito aspettarsi che, in· sieme a <1ueiritocchi, qua1cos'altro venisse agitato e pro1n1gnato nell'interesse nazionale. È ricordata la rampogna che per questo il Bissolati scrisse nel 'l'empo: rampogna che egli stesso sperò di poter can– cellare quando vide, nella Rivista di Palermo 11iuovi doveri, accennarsi a un nuovo o più generoso indi– rizzo. Mt1. il relatore Barbagallo deride queste spe ranze. Mette conto - per quanto ci rattristi - di riassumere e di citare le suo stesso parole. sopratutto, se non esclusivamente, della riforma e • dei destini della scuola. Tutti ricordano che l'ap- J"' . . . • • . . provazione di quelle due leggi fu proposta come pre- I l 1u eh~ d1 una cr1s1 - se le os~crvaz10111 del Bar– giudiziale, come condizione necessaria o sufficiente, b~gallo 81 npp~:>1.1gono a~ vero :-- st dovrebbe parlare perchè i profess~ri po_t~ssero aasolvore _cotesto se· I d1 una vera d181ntegraz1one 1 dt un vero sfacelo. oon~o. o ben altrin.1ent1 11n1>ortn.nto c6mp1~0 lo.ro . Se Tra l voti - egli scrivo lo spirito o la vita dei abbl111amo - si ~1ceva - il problema d_1 dattico .al Congressi nazionali e t voti, lo spirito e la vita delle problema. professionale, la qt~est!ono 8~ compltca I Sezio11i corre una rAgguardevolo differenza. T/auno in troppo e sarà troppo lungo o d1ffio1 levemr ne a capo. ' • Questo sostenevano i docenti, con a ca.po il Salvè- corso ne ò stato la prova plu decisiva. J Congr~ssl, e~e mini, che epezzb tutte te più formid abili sue lancie prima avevano un valore assoluto o eorbnvano Iefficacia - anche in queste colonne - a sostegno di cote- 1 di lmporattvl categorici lnvlolablll, oggl sono, da molta sta test. parte della Federn.:io11e, dlsconosclutl 1 siccome sedi di Noi, bonariamente, la èeguimmo: ci par.ve dovere discussioni accademiche, remoto dall'aulma stessa dei di partito e dovere di onestuomini accettarla come federati, pura Arcadia, a cui 1più non s'inu,ressano, cui

RkJQdWJsaXNoZXIy