Critica Sociale - Anno XVII - n. 16 - 16 agosto 1907
CRITICA SOCIALE 217 vano del pari che propaganda teorica socialista e azione pratica proletaria. Man mnno 1 ogni nuova organizza– zione che sorgeva, s 1 loserlva naturalmente, e trovava senza fatica il suo posto, nel " sistema II già esistente. E l'organismo cresceva normale, senza quel dualismo fra Io spirito e la materia, fra le idealità e gll interes~i, che, come tormenta gli individui nella crisi della giovi• nezza, tormenta anche I partiti e i popoli. 1 Trovare la formula che equilibri e componga il con- l trasto, ecco il busillis. • 1' .. Cosl, l'azione elettorale era spontaneamente in armonia con l'azione economica. Non tutte le molte migliaia di aderenti alla Camera del Lavoro di Reggio crederanno in Carlo Marx e nella proprietà. collettiva, ma tutti, senza di– scussione e senza esitazioni, accedono alle urne o votano pel candidati socialisti, non per le formulo In cui costoro credono 1 ma perchè i candidati socialisti sono gli amici e i dirensorl delle loro istituzioni economiche, perchè I pubbliol poteri in mano del socialisti significano bene– ficio materiale e tangibile alle organizzazioni e agli or• 1 ganlzzati. E questo modo di intender la vita si estende dagli individui alle associazioni. Sono oggetto di stupore e di ammirazione a noi e agli a.Itri le sottoscrizio,iielettorali, con cui I lavorntori reg– giani mettono insieme le 10 1 le 15, le 20 mila lire per una lotta: e le lotte son frequentissime. Si parla, per esaltarlo, dello spirito di sacriHcio: ed esso è veramente stupendo. Ma non è menomarlo, bensì elevarlo, 11maniz– zandolo1 dire che in questo 8lancio dl sacrificio l'abne– gazione e l'idealità si fondono con un senso d'interesse Immediato e concreto. La giornata di lavoro, ohe l'or– ganizzato dà per le elezlonl, gli tornerà in tasca con la vittoria del suo partito. Le 100 lire, ohe la Cooperativa laica dà per n trionro del socialisti suoi amicl, rappre– sentano un'ottima spèculazione per essa. TI prevalere degli avversari slgnifloa.boicottaggio alla Cooperativa di lavoro, guerra alla cooperativa di consumo. E, polchò gli aneddoti, specialmente quando 8ono au tentlol 1 dicono più di mille ragionamenti, riferirò questo della Cooperativa di consumo <Il una delle ville del Co– mune di Reggio. Alla vigilia delle elezioni viene il segretario con un viso dipinto di contentezza, e porge al ca1nlere della sottoscrizione ele.ttorale 100 lire: - Finalmente quest'anno son riuscito a far votare dal Consiglio un'offerta per le elezioni. Ma ce n'è vo– Juto I Dicevano che la Cooperativa non doveva tare della l)0litlca ... - E come quest'anno si son convertili? - Oh I non è merito mio! La Gran.de Armata (la coa Uzione antisocialista), al Comune, ci ha attaccato nn dazio per favorir l'esercente della villa, che, altro che 100 lire! Si son accorti che per l'Interesse economico della Coo– perativa bisogna cacciar dal Comune gli avversarL. ... Attraverào queste semplici ed umili cose ch'io vo nar– rando, vorrei emergesse questo concetto: che il socia. llsmo reggiano, per Inclinazione felice di popolo, e per influsso di quel tipo d'idealista-pratico che ò il Prampo• lini, seppe giungere alla fede per la via dell'interesse, con procedimento assolutamente marxista e positivo, e profondamente anticattolico. L'antlcattollcità, la spregiudicatezza. dl que3to movi• mento, è infatti quelld che colpisce di più, specie chi arriva di fuori, dai paesi del dogma, di cui cl oecupe• remo plù avantl. Per i cattolici, si salva non chi opera da cristiano, ma chi credo in Dio. rer molti socialisti è 11. compagao ,, chi credo nella lotta. dl classe e nella proJ)rlotà collet • Uva, non già chi si comporta da buon organizzato. Qui, lo formule di teda o lo giaculatorie 80D lnsclnto di pre• fcrenza ai preti: e ai lavoratori 1 per esser tonuli come buoni o fedeli soldati, si chiedo non che credano, ma che operino. Una tran8igenza, una manica larga meravlgllosa,scan• dallzzante por un ostraneo, presiede alla vita del par– tito, al rapporti intero\ e a quelli del mondo esteriore; una mancanza di gerarchia, di liturgia, di protocollo, di tutto quel di burocratico, di stecchito, di ufficioso e di lmpaccioso, che rende cosl autipatico talvolta il so– cialismo ai socialisti-nati l Un giovanetto formalista, uscito di sotto lo gonne materne o da un collegio di preti 1 messo dinanzi alla morale larga, sana ed umana di un uomo sperimentato, che so l'è rifatta da sè nella vita, su criteri d'indul– genza, di SI\J)ienza e di vera o buona ,·irtì1: ecco l'im- 1>ressloneche tre quaTti dei socialisti italiani pro,·ereb- 1.ierovedendo da presso questo movimento, tanto ammi• rato e tanto mal noto. Ala, come accanto all'Indulgenza dell1uomo morale vi è unn grande severità. - diversa la prima e la seconda da quella dei preti - cosl qui nel Reggiano, accanto a quella trnnslgenza e a quella llbertù, v'ò un'intransi– genza e una disciplina profonda, che non è quella degli ordini del giorno o dello Statuto dei Circoli, ma che è la leggo spontanea, automatica, sinceramente voluta e liberamente segulta, cbo questo organismo vigoroso e possente ha dato a sò stesso. Di qui la scaràezza del Congressi, la assenza delle logomacbìe, la concordia. effettiva e soUlntosn, la w,ità sostanziale, non delle tessero, ma degli animi e delle opere; di qui la omogeneità. del mo,·lmento 1 che, pur spiegandosi, come uo esercito, in terreni, In forme 1 in manovre diverse, si muovo tutto in una direttiva e ad un fine, non per dittature di duci o per cieca obbe– dienza di gregari, ma per consapevole consenso di masse, la cui coscie11za s'è formata con metodo sperimentale, e s'è fatta salda e concreta attraverso illleressi che non contrastano con l'ideale, m, ne sono parziale attuazione cosl come l'ideale appare lucido e positivo percbè è null'altro che la proiezione dell'interesse presente e sen• 9\bile. Questa forma froebellnna e antimetafhioa di socialismo ha la sua naturale esplicazione nella Cooperativa: la quale, se è dovuta qui In parte alla codituzlone econo– mico. del Reggiano, risponde anche a una concezione particolarmente positiva del socialismo. Quanto volte s'è sentito discutere se la Cooperativa di consumo non sia u pericolosa ,, (l'abito cn.ttollco di certi socialisti adopero. propriamente questa pestifera parola di sacrestia) per la coscienza e l'idealità socialista? L'egoismo bottegaio, la preoccupazione del mahrialo interesse, non forse poteva deviare e legar a terra gli animi dei lavoratori? ... I lettori mi son testimoni se questa ò caricatura o verità, e se (anche) questo non è linguaggio schietta– monto eta preti, che afl'acola.n l'antitesi tra Il cielo e la terra, tra i beni celesti e l mondani. Parimenti si discutevo. o si discute, se la C001>erativa di consumo debba. o no aver anima socialista: e ae anima vi par parola da curato, dito pure spirito. Per codestl metafhlcl i11corrag~ibili 1 l'anlma socialista,
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