Critica Sociale - Anno XVII - n. 16 - 16 agosto 1907

CRITICA SOCIALE 245 malintesi, In questione possa cssero realmente trat– tata e risolta. Oggi ogni tentativo di approcci sa– rebbe etnto, forse, B segnale di uno scatenarsi pii1 furioso di guerra. . .. Non dleouLinmo ciò che potò essere accorgimento e necessità diplomatica. Il nostro voto integralista al Congresso di Roma (che abbiamo allora. spiegato e del quale siamo ben lunge daJ pentirci) ci , 1 ieta di essere trop1>0 rigidi - cbe vorrebbe dire seLtari e inintclligcnti - in materia di voti di Congressi. :Ya diciamo che nè l'una nè l'altra mozione contengono la verità socialista, che entrambe rimangono molto al di qua o al disotto di essa, e che l'equivoco di Nanc.r - come quello del Congresso di Koma - è l'effetto di un equivoco lungamonto mantenuto e tol– lerato nella propaganda e nell'aziono ciel partito. A Roma fu certamente necessario di ingoiare - dopo ayerlo bono nnaJizzato - il minestrone Integralista, dt votare, dopo averla, pel meno peggio, spietata– mente confutata., la formuJa morgarlnna, per ren– derla negli effetti meno deleterio, o staccarla e con– trapporla ,·ieppiù spiccatamente a ciò che era in quel momento il più pericoloso nemico dell'azione socia– lista, al sindacalismo rivoluzionarlo. A Nancy potè essere utile cli dire alla Confederazione del lavoro, che pigllnvn a calci il socialismo: '"non ti rispon• diamo e non cerchiamo neppure di i11tendcrci teco per?hò in fondo tu sei noi ~, a lasoinrti quota, do'. vra1 accorgerti elio pigli .a calci te stessn..... 11 Questi giochetti possono aprire un rotto della cuflia salrn.· tore o ave1·e il valore di un'ora. Altra ò la verità socialista, che vuol essere pro– cl_amata e _d~fesaed_inculcata ogni giorno, a dispetlo d1 tutti glt ~nter~ss1, di tutti i sofismi, di tutti gli opportunismi e d1tutte le menzogne. l~d è che azione econom.ica e a1.ione politica, sindacalismo e parla– mentan~mo operaio, non sono duo cose distinte, per 1e quali possa parlarsi di autonomia o di an– tinomia, cli accordi o di cooperazione: sono una c?s~ medesima, in due funzioni connesse, e il so– crnhsmo non. ò. di qua piuttosto cho di lò, ma è in questa conness1one, nella compenetrazione dei due aspetti di un fenomeno istesflo, che par diverso uni– camente perchò evolve e si muovo. JI Sindacato senza l'azio°:e intel!ettual~ ~be conquista l'ambiente, che J>re– ~e _suipoteri pub~hc1, che modifica gli istituti, le leggi, l ?r1entamento dei Governi, non ò nullR nella storia d! un popolo, 1!0" è neppure il m1se,·ab1fe soldo ag– gumto al SC1larw, che la reazione politica gli con– tende e gli toglie, se così le garba, con un semplice soffio; o l'~zi~ue politica, elettorale, parlamentare, statale socmhsta, non ~i concepisce, non si svolge, non ha come esercitarsi ed effettuarsi senza un eser– cito organizzato di lavoratori che la 1 esiga che la. intenda, che la presidi' e la ;timoli, oho la' riceva e la sfrutti; non sarebbe che un'astrazione un vane"'– gia~ento di filosofi, simile a quelle test~ di angio– Jett1 sospeso sulle aluccie, che occhieggiano dalla bambagia nelle volte dei tabernacoli.. ... Cosi, del resto, e non altrimenti venne posta la questione. !lei_ socialismo italiano, fin dai Congressi ~e!11ora~1h d1 Genova e di Reggio, fRnoo ormai quin– d1c1 anm; con questo spirito noi aociulisti fondammo coltivamn~o,. clif'endemmo le prime Logho operaie, I~ Camere d1 Lavoro, le Federazioni nazionali di re– sistenza;, montro, c~Jlo stesso spirito, organizzavamo Cooperative, conquistavamo municipi e scanni in Parlamento, accedevamo al Con siglio del Lavoro e conducevamo lu. propaganda coi giorna.li nelle con– ferenze, negli opuscoli ( 1 ). Che se nelle' organizza- ( 1) \'e11u1, fra l'altro, U ltght di r-td.1tt11.:a • U ,11,ruto 1odafi• 1ta; 11re110 la Cl'IUca Soci.alt, cent. tO. zioni 01)ernie l'anima socialista nppnre - ed è ra– gionevole che appaia - più shiacliln e Intente e qunsi soltanto virtuale, ciò deriva, non da u11ndistin– zione o antagonismo profondo che sia fra cs~o e il socialismo politico, ma dal gmclo lrnmatul'O cli svi– luppo In oho si tl'ova110ancora, dallo necessità del rcclutnmcnto, che sconsigliano lo etichette politiche e lo pregiudiziali. Vi ha una puerizia sociale, alla quale, corno a quella individualo, maxima clebelw· revere111i11, per ragioni pedagogiche; ma la inconsa pevolezza operaia, che la lotta steasa. modifica e di· strugge, non perciò di\·entcrà il principio di una scuola o la ragione di un partito. Ancho la. distinzione tecnica, che altri J)Onein ri– lievo, fra l'azione strettamente operaia e l'azione proletaria politica, non ha in rcnlt1\ che brevissimi confini ccloffimern essenza, perchò In stessa disciplina degli sciopori - il fenomeno piì1cn.mttoristicamente operaio ciel sochtlismo in aziono, In cui importanza, per nitro, ò decrescente quanto piì1 il movimento si fa robusto e complesso - è tutta. pie1rn di riflessi o di nttinonzo politiche, e, pii'1in là, non è questione 01>erniucho non urti subito o non shocchi nella po• litica effettiva, comunale, parlamentare o go\'ernativa: libertà politiche, protezione del lavoro, dogane, bi· lanci comunali e di Stato, sistemi tributari, tribu– nali del la.\'oro e arbitrati, scuole, suffragio elctto– rulc, spese militari, emigrazione, colo11lc, politica estom; tutto uu viluppo di quostiorli, di riforme, di i11izintivo, senza le quali il problema opernio non ha luce, nò moto, nè vita - cd ò costretto a sta– gnare o nd imputridire. Disfatti, sotto i colpi della critica scientifica, e più sotto la luce dell'esperienza, i mirnggi del catastro– fis1.no, dell'immiserimento, della ri,•oluzionc automa– tica . o della violenza redentrice, una sola \'ia rimase aperta :Iinnanzi al movimento prolernrio: quella delle ri_forme 1>rogrcssive, intese, voluto, conquistate, fog– giate e salvaguardate da esso, nell'arnb10nte modifi– cato a mano a mano, per gli organi che l'ambiente gli fornisco, collo forze e cogli ausilt che osso mette n sua clis1>osizione. [I proletal'iato, senza l'ambiente demoorntlco, perde l'ossigeno vitnlo cd ò come ful• minato da 1>aralisi. Ma l'ambiento democratico si– gnifica evoluzione ·progressiva, solidarietà. sociale grandeggiante, elevamento graduale od equilibrato di classi e cli individui, non urto meccanico violento, non antagonismo forzato ed isolnrnento. Ogni con– cessione fatta dal socialismo allo spirito del suo eterno concorrente - l'anarchisrnot comunque ma– scherato - so può dargli una uniti\ fittizia ed effi– mera, A"li ò in realtà fatto scontare duramente dalla. logica dello cose che non perdona. 1~: cosi che in Germania il movimento socialista gii\ enorme, ma irrie-iditosi nollo formule, non piega.to1:1i ullo nuove esigenze, si è infiacchito ed ò rinculato; ed in Francia. l'iutransigenza che prevalso gottò i radicali e il Governo radicale sulla ri\•1t progressisto, quasi fra lo braccia moderate, e arrestò, come di botto, lo slancio del partito socialista, cho ora divenuto per brev'ora primo attore e decisivo della. storia di quel paese meraviglioso. È perciò che, nell'odforno movimento operaio - sforzo titanico di un'intera. società the tende a rinno,•cllarsi dalle fondamenta - dopo la cieca rea– zione conservatrice, un solo vero o formidabile ne– mico si può dlrc sia sorto: quel sindacalismo rivo– luzionnrlo, che tendeva e tendo a recidere al movi– mento prolotnrio medesimo i nervi clelhl sua vita di relazione, costringendolo nell'arresto di sviluppo di un'infunzia perenne. È perciò che In. deviazione più funesta del socialismo ravvisammo In quel cosidetto " integralismo ,,, che, col pretesto del giusto mezzo, patteggiava o concedeva {s'è visto poi quanto util– mente I) con cotesta tendenza, veramente disinte-

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