Critica Sociale - Anno XVII - n. 16 - 16 agosto 1907
2H CRITICA SOCIALE riformisti 1 ,, a patteggiare, a transigere, a farsi acco– modanti e piccini. I lavoratori lo sanno, e si pascono volentieri - quelli specialmente di razza latina - del lusso delle grandi frasi inconcludenti, ben sapendo ch'esse non sono che delle frasi e del lusso. Sono come l'alcool intellettuale, che fa riscontro all'alcool effettivo, al detestabile alcool di patate con cui si . avvelenano, gaiamente, lo stomaco ed il sangue. Non riflettono al danno profondo che cotesto regime di incoerenza, di ostentazione, di sistematica dop– piezza, apporta alla efficacia, alla rispettabilità, al carattere morale del movimento. Chi pensi a certi fenomeni che,in più piccola cornice, si av,,crarono nel movimento proletario italiano in questi ultimi anni - la infatuazione anarchica del Congresso operaio di Genova, i pronunciamenti an– tiparlamentari del Congresso ferroviario, gli scioperi dtil Ferrarese, ecc. 1 ecc. - così poco rispondenti alla psicologia intima e più vera, che va mano mano manifestandosi, della quasi totalità della massa ope– raia organizzata, che ora si ripiglia e cerca una espressione più schietta nella nostra "Confedera– zione del lavoro "' non penerà molto, argomentando a mi110r.i aa uwjus, a spiegarsi il fenomeno della Confédéralion du, fravail, dove le tendenze anarcoidi sembrano aver preso il disopra. Ivi, infatti, due forze opposte, due anime antagoniste covano nel profondo: il corporativismo, vecchio-tradunionista e apolitico, pel quale - giusta la frase di Guesde - l'orga– nizzazione non è che un egoisme à plttsiew·s) spoglio di ogni luce d'idealità che vada oltre il piccolo lucro immediato che arrotonda il salario; e la ribellione impulsiva, lo spavaldo fanatismo della blouse auto– noma, individualista anche nell'organizzazione e, ver– balmente almeno, rivoluzionaria; queste due anime, così opposte, si congiungono nel comune odio della formula scientifica e dell'azione ordinata, equilibrata, graduale, rappresentativa, veramente e durevolmente efficace. La scarsa coscienza dei più è il terreno favorevole su cui questa alleanza può stringersi, determinata da interessi di capi e agevolata senza dubbio dalle dissensioni, dai personnlismi, dalle de• nigrazioni che caratterizzarono sempre il partito so– cialista francese. Così si spiega l'atteggiamento dei rappresentanti la Confédération d1t travail, in anta– gonismo intimo e reale colle disposizioni e coll'azione della· maggior parte e della miglior parte delle Leghe e E'ederazioni che la compongono e delle più forti di esse; e si spiega anche il tentativo quasi dispe– rato dei migliori socialisti parlamentari di mante– nere ad ogni costo i contatti, risparmiando, carez– zando, indulgendo anche, agli umori meno ragione– voli dei loro av,•ersari 1 anche a prezzo di concessioni che possono sembrare umiliazioni e rinunzie. Detto questo per « spiegare l'ambiente "' non ne segue che la questione sia stata posta, nè molto meno risolta, in termini chiari. Ecco infatti i due ordini del giorno, quello del Cher, che prevalse con 167 voti, e quello della Dordogna 1 che fu battuto con l41 - differenza, voti 26 e nessuna astensione. Mozio11edel Cher (accettata dai sindacalisti). Jl Congresso, convinto che la classe operaia non potrà. emanciparsi pienamente so non colla fo,·za combinata del– l'azione politica e dell'azione sindacale, col sindacalismo spinto fino allo sciopero generale e colla conquista del potere politico in vista dell'espropriazione generalo del capitalismo; convinto che questa duplice azione sarà tanto più efficace quanto più l'organismo 'poutico e Vot·ganismoeco– nomico godranno completa autonomia, il sindacalismo pro• ponendosi il fine medesimo del socialismo; considerando che questa fondamentale concordanza dell'azione politica e dell'azione economica del proleta– riato assicurerà necessariamente, senza confusione nè subordinazione nè diffidenza, una libera cooperazione fra i due organismi j invita tutti i militanti a. lavorare del loro meglio por dissipare ogni malinteso fra. l'organizzazione corpo– rativa. e l'organizzazione politica della classe operaia. Mozio11edella Dordogna. Considerando che i Congressi internazionali furono unanimi nell'affermare la necessità dell'organizzazione e dell'aziono corporativR. o sindacale " per combattere la onnipotenza. del capitale e migliorm·e la condizione degli operai nella società attuale,,, e ch'essi fecero un do– vere a tutti i lavoratori « dl appartenere al Sindacato dell'arte loro n; considerando che, insieme alla necessità di questa organizzazione e di questa azione corporativa o sinda– cale, gli stossi CongreJsi unanimemente affermarono ch'essa « non può bastare all 1 emancipazione della classe laboriosa 111 ch'essa " non può sopprimere, ma soltanto' attenuare lo sfruttam,ento capitalistico m che lo sfrut– tamento operaio non finirà se non quando la società stessa avrà preso possesso di tutti i mezzi di produzione 11 , e che questa socializzazione è sttbo1·dinata alla conquista del potere politico da parle dei lavoratori, organizzati in partito politico di classt; considerando, d'altro lato, che è la medesima classe che, pel miglioramento delle sue condizioni di lavoro e di vita e per la sua emancipazione integrale, è chiamata ad organizzarsi e ad agire sul terreno corporativo e sul terreno politico, e che questi due modi d'organizzazione e d'azione, per quanto debbano rimanere distinti, non possono fgno,·a,·si e contrastarsi a vicenda, senza che ciò importi una divisione letale nel proletariato medesimo; il Congresso decide che è opportuno provcedere a che, seco11do le ci1"costanv', l'azio11esindacale e l'azione po– litica dei lavo/'alol'i poss(rno coucerfm•si, e combit1arsi, na– zionalmente e internazionalmente. Abbiamo detto male - e ce ne accorgemmo tra– scrivendole - che le premesse delle due mozioni dovessero portare soltanto a conclusioni simila.ri . C'è qualcosa di ben più singolare. La mozione che più doveva concludere allt1. necessità degli accordi era quella, trionfata, del Cher, che parla di neces– sità di forze combinate, e afferma, con frase che sorpassa la presente realtà delle cose, che usinda– calismo e socialismo si propongono il medesimo fine,,. Laddove, nella mozione battuta, quella di Dordogna, le due azioni - corporativa e politica - anzichf? su un medesimo piano e con fini comuni, sono po• ste su piani distinti e l'una è prospettata come suc– cessiva e complementare dell'altra: si direbbe che l'azione politica non sia che preparatoria 'della finale catastrofe, mentre tutto il miglioramento delle condi– zioni degli operai nella società attuale sembra affidato all'azione corporativa. Il concetto è falsiEisimo, ma, se fosse vero, è intuitivo che la opportunità degli accordi ne promanerebbe assai meno impellente, nella società attuale e nel quarto d'ora che corre, che non dal concetto de1la mozione del Oher, la quale patia di fine identico e di libera cooperazione necessaria per riescire .... alla completa autonomia e, in realtà, al reciproco ignorarsi dei due movimenti ! Ma la mo– zione del Che1" non pretendeva alla logica neppure nei discorsi dei suoi fautori, che distinguevano fra la verità teorica e la pratica necessità e si racco– mandavano a. questa: essa non ·è che una mossa diplomatica, una battuta d'aspetto, una specie di sospensiva sul merito e di augurio che, dissipati i
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