Critica Sociale - Anno XVII - n. 15 - 1 agosto 1907
234 CRTTrCASOCIALE bene stare - o di migliorare, se possibile, con un di– verso ordinamento sociale, le condizioni medesime 1 o almeno (ciò che non ò affatto balordo) di dar lo sgam– betto alla borghesia JJer mettersi al suo posto, ed inau– gurare, se non altro, un'eguaglianza altenmth·a in luogo di quella sincrona. . . . 32. - Questo in America. In Inghilterra le cose non accennano a procedere diversamente. Ancho nella pal– li(la Albione, ftnch,ò è rimasta incontrastata l'egemonia economica e questa à consentito che i salad della classe operaia, o, almeno, della ~ua e/ife, saJissero a tal punto da non differenziare anche qui la condizione d'un buon 1 lavoratore dalla condb:iono d'nn commerciante o d'un profcssi011ista 1 i hworatori ànno risolto le loro contro– Yersie comme1·cialmente, con dei do ut des e secondo la legge della domanda e dell'offerta, cercando, con scio– peri, coalizioni e mezzi simili, di diminuire la seconda per aumentare la. prima. E ci sono riusciti a meraviglin, 1 conseguendo un ilwidiabile benessere ed inftschiandosi 1 giustamente, della lotta di classe e d'ogni atteggiamento l'ivoluzionario che, pur costando maggiore sperpero di energia, ayrebbe ritardato il raggiungimento della mèta desiderata. InRnite sono state e sono le querimonie contro di loro dei rh•oluzionarl e degli iperrivoluzionart del Continente; ma - ironia della storia! - oggi anch'e~si - posti in prima fila gli intransigentissimi tedeschi - Yanno a poco a poco, e sia pure ritrosamente, incamminandosi sulla medesima strada, di mano in mano che si cam– biano quelle condizioni economiche che avevano deter– minato, e reso logico e conveniente 1 il loro rivoluziona– rismo. Sicchè 1 da quando il predominio economico europeo accenna a passare dall'Inghilterra alla Ger– mania, gli operai inglesi si dànno un po' pitt rigorosa– mente alla politica dì classe e guardano con più amore ai pubblici poteri, mentre i lavoratori tedeschi, ben schierati nelle loro poderose falangi socialiste, moderano il passo e abbassano la voce per non irritare il J(aiser e non offendere Ja maestà dell'Impero. lnteressantP, a questo proposito, ò il passare in ras– segna tutta l'evoluzione percorsa dal fiero socialismo teutonico per adattarsi coi fatti alle circostanze, e fruire dei crescenti benoflzi della vilipesa Costituzione impe– riale e dell'odiato regime capitalistico, senza rinunziare n parole alle rigide formule invocanti un regimo mi– gliore; nello stesso identico modo con cui i Tbuoni ereJ denti, pur aspirando a un diverso mondo oltre tomba, cercano di godere più che possono in questa valle di lacrime. È una rassegna già fatta brillantemente da Oiovanni Jaurès in un suo acuto studio sul riformismo dei rivoluzionari tedeschi (I). Essi, dapprima, in nome della lotta di classe, diffida.t·ono perfino del suffragio uniYersale e ripudiarono le elezioni al ReichstmJj poi vi parteciparono, sempre in nome della lotta di classe, ma non Yollero vedervi che un mezzo di agitazione e vie• tarono agli eletti di prender parte a deliberazioni po– sitive sulle leggi; inflne, tL1tt'al contrario, reclamarono dagli eletti stessi un laYoro parlamentare sostanziale ed efficace. Dapprima, in nome clella lotta di classe, fu de– cretato di non fare alcuna differenza nei ballottaggi fra le diverse frazioni borghesi; poi fu deciso di votare pei liberali. Dapprima Yenne interdetto ai deputati <li en– trare nella Commissione pe\ regolamento del Reichstag, (') G10\'ANN1 JA.un.F.s: 1 sociaustl a, f,•011teai pote,·e, In Cl'Wca Soctaie, anno XIII, n, 21. poi ce li inviarono. Dapprima denunciarono come fu– nesta la partecipazione alle elezioni municipali e a quelle <lei J_,am1lay; poi tentarono, pur con un sistema cli suffragio sfavorevole e ingiusto, di penetrare nei landtag e nelle assemblee municipali. Sicchè tutte le porte, che avevano sbarrate a se stessi 1 àu poi finito per spalancarle, e tutto il partito s'è messo a praticare con fervore ciò che, poco innanzi, veniva scomunicato come tradimento o corruzione. Di passo in passo, di gradino in gradino, il ferreo ·socialismo tedesco, ergen– tesi un tempo in blocco rigido e compatto contro tutta la società borghese, è divenuto anche troppo legalitario e malleabile, non cercEL-ndopiù, se non dentro i limiti della Costituzione, di modificare la Costituzione mede– sima. Caratteristico fu il dibattito fra i socialisti tedeschi a proposito della vicepresidenza al ReicmJtag. Gli intra.n– sigenti si opposero a che fos.se nominato vicepresidente un socialista, solo perchè la Costituzione nen prescrive,•a i calzoncini corti e le calze di seta che la maggioranza borghese voleva connessi alla carica e alla fllnzione. " Va da sò - scriveva il fiero e impeccabile Mehring nella Neue Zeit - che il partito operaio rivoluzionario, quando prende parte, nell'interesse dei suoi flui rivolu• zionari, alla vita parlamentare in un paese monarchico, non deve ritrarsi di fronte a semplici forme; se la Co• stltuzio11e impone ai membri del Parlamento una for– mula di giuramento, o se un disegno di legge presentato dallo stesso partito operaio deve portare la menzione <lel sovrano investito <!alla " grazia di Dio ,., od altra somigliante, è cosa puramente formale che nulla à da fare coi principi. Se si vllol combattere sul terreno di una data Costituzione, conviene pur riconoscere l'esi– stenza di fatto cli essa anche nello disposizioni che si vogliono combattere ed abroga.re . Non è scritto, per vero, nella Costituzione che i partiti più forti debbano for– mare la Pl'esidenza del Reichslag, ma è una tradizione affatto naturale, e non v'è ragione che interdica al par• t\to socialista di conformarvisi. Esso non rinunziò dunque a far valere il suo diritto se 110n qua11do i pm·titi bo,·. yhest della tnaggio1·a11za vollero imporgli co,Idizioni umi– lianti, non comprese 11è nelle regole dell'attività parla• mmtare, 11è nelle disposizioni del diritto cost-ituzionale, e che im1Jlicano mi omaggio volo1tta1·in alla monarchia. 11 Alla buon 1 ora! - commenta Giovanni Jaurès. - È proprio peccato ohe nè il Regolamento nè la Costitu– zione nbbianQ previsto e proscritto la Yisita a Corte, perchè allora la questione non esisterebbe neppure. J':; proprio peccato che nè il Regolamento nè la Costitu• zione non abbiano previsto e prescritto per tutti i vi– ' eepresidenti, il socialista comproso, i pantaloni corti e le calze di seta, perchè allora tutte lo obiezioni sareb- bero cadute. " Chi si adombrerebbe per le calze di seta socialiste se fossero regolamentari, o pei pantaloni corti socialisti :se fossero costituzionali? Tutto a norma della Costitu– zione, e, quando appaia il suggello ufficiale della vo– lontà imperiale consegnata nella Costituzioue, tutte le intransigenze svaniscono. ,., ... 38. - Ma i socialisti tec1.et1t}hi non si son fatti miti, docili e rispettosi, solo per le questioni di formai lo son divenuti pure di fronte alle più gravi, scottanti e so– stanziali questioni. È quello che ancora rimproverò loro in faccia cpn parole di fuoco Giovanni Jaurès al Con– gresso internazionale di Amsterdam, rispondendo alle accuse fatte a lui di riformismo e ministerialismo (I): " Vi sono deglì atti ammirabili di abnegazione nel proletariato tedesco - egli disse - ; ma esso' non à, ( 1) 111 Crittca Sociale, RTIUO X(V, n. 16-11,
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