Critica Sociale - XVII - n. 13-14 - 1-16 luglio 1907
CRITICA SOCIAl,E 209 far da sè con serena fermezza e fiducia; e soltanto in c8.si ecce.=ionali - che sieno giudicat.i per tali in seguito a considerazioni d'ordine perentorio da appu– rar~i diligentemente e da vagliarsi re!trittivamente - consentire un momentaneo accordo con forze con– servatrici, per conseguire un determinato fine inci– dentalmente fondamentale. Ecco, insomma, ciò che il Congresso ha voluto. La realtà è infinitamente varia e molteplice 1 e spesso imprevedibile; e però un Congresso non può dettare n0tll\.8 inllessibili per tutte e singole le contingenze avve• nirej ufficio suo è di indicar solo la norma direttiva, i modi caratteristici e prevalenti da imprimere all'azione. E questo, più o meno lucidamente, il terzo Congresso radicale ha. fatto. ./"-11, Degna è di singolar rilievo la discussione vertita sulla politica ecclesiastica.. L'on. Alessio fece un'ampia e profonda esposizione della situazione attuale di fatto e di. diritto del pro– blema ecclesiastico, e giunse a conclusioni di grave importanza. Propose, cioè, qual meta all'azione del par– tito: 1° una trasformazione radicale della legge sulle guarentigie, intesa ad escludere ogni carattere politico nel papatoj 20 lo sviluppo della politica della separa– zione per sopprimere gli ultimi avanzi del confessiona– lismo; 8° la.trasformazione della propriotà ecclesiastica, sia con tt.ssociazioni di culto, sia con altro mezzo, per togliere al1 1 alto clero la sua presente preminenza; 4° in– novazioni e rafforzamenti delle leggi eversive i 5° dif– fusione massima della coltura e della moralità. Su proposte concrete, dunque, e ben delineate, non già su ciance vane, l'on. Alessio domandò Papprova- 1.iooe del Congresso. La disputa ~i protrasse più a lungo e più viva su la proposta più precisa: di devoluzione - cioè - al basso clero delle rendite or godute in così larga.misura dal clero alto. Parve questa a molti, e fra gli altri al Ciraolo, una semplice copia delle nuovissime leggi francesi i e poichè - si disse - Pesperimento io J'rancia non è ancora finito, aspettiamone il termine e vediamo prima che frutti sarà per dare. Nessuno - sLrano a dirsi - s'è ricordato che di tale desiderabile as.ietto è cenno esplicito persino nel secondo Palio di. Roma, che di tanto precede le ultime leggi della vicina Repubblica. Pur tuttavia l'as~emblea, ohe - per ve• rità - non mi parve troppo preparata per affrontar seriamente una questione così grave e complessa, finì col comprenrlere - e fu fortuna! - la necessità di passare finalmente, dalle inani declamazioni e dalle solite affermazioni astratte di anticlericalismo, alla in– dicazione di qualche direttiva sicura e precisa per l'a– zione del partito in questo campo Vastissimo e ancor vergine. A gran maggioranza furono quindi approvate (respinta una proposta di sospensiva) le linee e i con– cetti fondamentali della rela;r,ìone e delle conclusioni surriferite dell'oo. Alessio. E i particolari di esse? Vasl:lemblea non ne ha aftd.tto discusso, perchè eviden– temente impreparata. Il 0he non può d 1 altronde sor– prendere, nè può farle torto, quando si pensi che, dopo il 1871, fu questa la prima volta che nella rappresen• taoza di un partito si è discusso dei rapporti fra lo Stato e la Chiesa e della necessiti\ di regolarli con leggi nuove. Ad ogni modo, la maucata discussione e appro• va·.done dei singoli particolari delle proposte Alessio non pregiudica menoma.mente l'importanza eccezionale delle loro linee fondamentali accettate dal Congresso. Le norme direttl\•e sono state sancite, così, e ben cbia- ramante. E anche - aggiungo - provvidamente; se no 1 si sarebbe fatta davvero dell'accademia! ... Peccato che la discussione della questione scolastica, di preminente importanza, si i;ia svolta affrettatamente fra le impazieuze delPultima seduta! E<J~a è quella che pill preme ed urge risolvere nell'intere:-1se della ci vii tà e del decoro nazionale, ed è quetla. che il partito radi– cale deve sopra tutte agitare con infaticata costanza, con zelo indefesso. Qual questione infatti lo to~ca e continge più dil vicino, più intimamente? "Partito di coltura n lo ha definito ron. Sacchi, e tale e davvero, perchè critico e scientifico di contenuto e sperimentale di metodo. Non potrà quindi mai sperare di prevalere, finché non siaBi dissipata. dalld menti delle moltitudini la densa tenebra dell'ignoranza e della snperstizionej nò vi ha certo più buona guerra contro il neo-guelfismo invadente, che non sia l'espandere in ogni regione, in ogni classe, in ogni strato sociale la luce avvivatrice del glorioso pensiero moderno. Splendidamente Fon. Ca.– ratti ha illustrato questa necessità Msoluta, fustigaudo le vergognose perples51ità e titubanze governative, che tendono a dii;tanziare sempre più le condizioni delle nostre popolazioni da quelle delle na.-zionipiù evolute, e ha. dimostrato altresì che non basta avocare la scuola primaria allo Stato, ma occorre fornirle i mezzi pecu– niari e imprimerle un preciso indirizzo 1 al fine di creare 11 la scuola popolare, laica e {Jl'aluita, che conduca i figli del popolo di tutta Halia ad un grado sufficiente di coltura, dall'asilo alla scuola. professionale.,, n Con• gresso - va sans dire - ba acclamato queste conclu• sioni dell'eloquente relatore, e ha plaudito pure a una riforma dell'insegnamento secondario, 111. che favorisca la formazione di una borghesia colta e produttrice, quale è richiesta dalle esigenze attua.li del nostro paese n. Se il problema ecclesiastico e lo scolastico, iudisso– lubihnente fra loro congiunti, interessano tutta la vita nazionale e le stesse sorti della civiltà. italica, il pro– blema degl'impiegati e l'opera data a risolverlo stanno fra le note che meglio caratterizzano e individuano il partito radicale. Il quale, se non può dirsi e, in senso proprio, non è partito di cla.~se, trova nondimeno una base, un sostrato direi quasi naturale, io taluni aggrup– pamenti delle classi medie, quali appunto gPimpiegati, gl'inseguanti, i piccoli commercianti 1 i piccoli proprie– tart. Non per calcolo egoiijtico, ma perchè ciò, in fondo, ò del tutto conforme ai suoi principi, ai suoi postulati economici, il partito radicalo deve in ogni più utile guisa promuovere e favorire Porganizzazione e lo svi– luppo continuo di questi ceti, i quali costituiscono la materia prima sociale ch'esso ha da comporre in forme politiche e da interpretare, rappresentare, significare nella vita contemporanea. Formata ed educata che n'abbia la coscienza sociale, sappia conquistare a quei medi ceti !'effetti va libertà. dì pensiero, la reale, piena indipendenza politica, e, poiché democratici son già d'indole e di istinto, il partito radicale gli avrà ben tosto collaboratori fidati, sicuri, indefettibili nella vita pubblica. Questo il Congresso ha soutito e intuito, e verso tal meta ha fatto più di un passo, assumen..do sotto il protezionismo del partito la cla!-!sedegl'impie– gati, e affermando - dietro relazione limpida e acuta del prof. Rocco - la necessità di una legge sullo stato giuridico degl'impiegati civili e di una riforma gene– rale degli organici, fatta con criterio unico per tutte
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