Critica Sociale - Anno XVII - n. 12 - 16 giugno 1907
Cltl'flCA SOCIAl,E 189 dietro arrochito a metlorci in versi, Ieri lo banalità. sclentiftche dell'Jlaeckel o del ~,lammariou, oggi le fanta– smagorie ftlosoflche dell'llegel ... Dunque? Si ba o no da mettere del pensiero nella poesia? Si den:, o no rnre dell'arto uno specchio della ftlosofta? A queste doma.od~ Benedetto Croce risponde– rebbe, col suo sorriso ftne, che la poesia ba la sua fllo- 1wfla1e la fllosofla ba la sua poesia ; oho le loro sor– genti, lo alte misterioso sorgenti chiuse al contro dello spirito umano, sono di\•erse, e le loro correnti devono scorrere contigue senza confondersi. Per conto mio dirò che le domande sono ratue 1 che l'intiera questiono ò mal posta, e va rovesciata. La vera questione ò: - Può il pensiero diventare poesia, .avere la sua poesia? - E la risposta non ha nessun dubbio. La poesia ò il fiore delle cose; e non c'è zolle 1 JH!Ì- quanto umile, nell 1 immenso ammasso della materia delle cose e della vita, cbe non po!sn, anzi non debba avere questo flore. Il senso, li sentimento, la pas– sione possono avere la loro poesia; perchè non la do– nebbe avere il pensiero? Certo, la poesia ilei pensiero è più delicata, più difficile, più rara; ò assai pili co– mune e r11.cile sentir fioriro in sò la commozione este– tica p1tsseggiando per un bel bosco di primavera, o in– dugiando con gli occhi e con lo spirito dietro allo splendoro o alla desolazione di un tramonto; che spa– :dando col pensiero per le vastità e i misteri cosmici rivelatici dalla scienza. Ciò significa che Il senso è più pronto alla commozione estetica che non la mente; ra– gione per cui abbiamo tanta abbondanza di buona poesia sensuale, mentre la vera poesia del penslero è cosl rara.. Il respiro ò più difficile, quanto più si sa.lo ; ed anche la poesia .... i~ In questo senso che lo qualifico come poesia del pensiero la poesia di Giovanni Cena. Da.Ila Madre, che era pill sentimento e passione che non poesia ed arte, e dall'fn Umbram, ovo era già il conseguimento del– l'arte nell'affermazione sensibile del proprio tempera– mento poetico; egli emerge con qaesto nuovo libro nel– l'altezza e nella serenità della pura poesia. Egli non deve più perseguirla per raggiungerla con più o meno successo; la poesia è ora nella sua semplice parola, perchè poesia è diventato nel suo spirito tutto quello elio egli ha contemplato o esperimentato .... Contemplazione od esperienza dico, e lo dico Jlensa– tamente. Percbè nè l'uua nè l'altra di per sò bastano alla formazione del rozzo minerale psichico da cui si trae la. poesia. Certo Il Cena ha letto, ha studiato molto. Non ci deve essere uo campo solo nello sterminato ter– ritorio della scienza moderna, in cui egli non abbia fatta qualche escursione, con occhio sempre intento e curioso. .Ma non con la curiositù. sola, la quale non basta all'as– similazione poetica delle OO1.loni del pensiero. Vi doveva 'essere nel centro ,te! suo spirito una pnsslone, una in– tenzione, uno scopo che tramutava in esperienza quello che, per uno spirito rreddo, disinteressato, sarebbe ri– masto pura. contemplazione. L'uomo vive sempre entro un dato cerchio d'esperienza i che può essere più o meno vasto; può andare, dalle chiacchiere del suo vil– laggio o di Montecitorio, alla vita di una. classe, alla laboriosità. di una scienza., di un'arte, ecc. Il cerchio di espP-rienza, per lo spirito del Cena, ò l'essere cosmico quale ci è rivelato dalla scienza contemporanea. Altri potrà avere maggiore potenza poetica di lui in un cer– chio più ristretto, e In verità. poesia alta, potente 1 per– fetta può fiorire in un cerchio ristrettissimo, come i più bei fiori in una. piccola zoll1t.;ma a lui si deve ricono- scere un merito speciale nella ,·astità del suo cerchio di ispirazione. E tanto pili perchò questa sua tendenza non è un puro capriccio individuale; ma risponde ad una tupirazione, ad un bhogno universale dell'anima moderna. E non ò Inutile ricordare che, quando si ha la coincidenza. della massima potenza poetica con la massima esten,;ione dell'lsplrazione 1 si dànno i fenomeni miracolosi dei poeti sovrani... Contemplazione universale e<l esperienza individualo sono i due termini della poesia di Homo, In quale ri– sulta, appunto per questo, una specie di etrana poesia oggettivo-soggettivai il massimo oggettivismo nel motivo poetico, e il soggettivismo indomabile nella sua espres– sione. Il Cena è sfuggito - fortunato! - alla fascina– zione lucreziana. di tenta.re il poema oggettivo della scienza. In Lucrezio stesso tale tentll.tlvo ò un fa.lii mento i il De Rerum ]l"atura, abbiamo il coraggio cli dichia– rarlo, non è afrit.tto poesia nella sua sia pure elegante e lucida esposizione dell'epicureismo; non è poesia che nei momenti lirici o drammatici a cui la contemplazione commuove l'animo del poeta. Non so quanti moderni - ricordo rra gli altri Il Sully-Prudbomme e Il Rapisardi - hanno ritentato, e con la sorte inevitabile. JI Cena ha lasciato l'esposizione 1rnientiflcanel libri della scienza; e ce no ha data la sola sua commozione soggetth•o. E co!!l ci ha data la poesia. . . . Entriamo anche un momento nel particolari della con– cezione e dell'elaborazione <l'arte. 11 libro <lei Cena ò composto di un centluaio circa di sonetti, divisi in vari gruppi: Le etù deU'uomo; Amore; l•.'pisodi ,' Pat,·iaj la Natura; il 11/{jtero; I' U11i1:erso; la Uma,iiti,. Non c'è nessuna connessione logica, cioè a dire volutn, fra i vart gruppi e i componimenti di un gruppo; questi titoli sintetici sono lì solo a segnare I diversi ca• ratteri dell'ispirazione. Ciò solo, che vi è di Indubbia– mente voluto, prefisso, ò questa forma. del sonetto do• dotta a raccogliere I vari momenti dell'ispirazione. Oro., a prima vista, questo procedimento parrebbe un po'arbltrario. Dicono, o non a torto, che l'origine intima della poesia lirica ò musicale, e che quindi ogni mo– mento di ispirazione deve trovarsi di per sò stesso la sua propria rorma d'espressione, che non può non variare so essa deve raccogliere l'intima armonia dello spirito .... Ala la poesia del Cena non è propriamente lirica. lo non starò a cercarne una definizione; dico che non è lirica nel senso più preciso di questa parola, ed aggiungo che nemmeno è lirica veramente 111. forma del sonetto. La pura lirica pullula pll, dal senso e dalla passione che da.I pensiero. La lirica ò un grido dell'anima - dice una buona definizione - e qucst!> grido spontaneo non può . che perdersi nelle circonvoluzioni della meditazione . Una. poesia come questa può avere - ed ha - momootl di estasi lirica; ma non ò tale nel suo complesso; efl li sonetto, uscHo o passato traverso le scuoio ponsose del treccnt", ed avvezzo sino da. allora alla lenta medita– zione, ò forma che Mrrisponde mirabilmente a questo tipo di poesia .... Questo centinaio di sonetti del volume del Cena pre– sentanò una grande varietà. di movenze, di atteggia– menti, di toni i ma pure ))Otrebbero, a parte le divisionl di tema su accennate, essere raggruJ>patl lo due grandi tipi: uno che chiamerei e1>lsodico, l'altro meditativo. I primi, nervosi, brevi, e rotti nella frase, alle volte quasi aspri, rispecchiano, entro ·ti breve quadro del quattordici ver;il, un qualche episodio di vita; della vita generale. Ve ne ne sono dei perfetti: La ma,·ci" dei fa11ciulli;
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