Critica Sociale - Anno XVII - n. 12 - 16 giugno 1907
188 CRITICA SOCIALE all'origine, esistevano tra gli uni e gli altri. E non erano soltanto rapporti di ,·ila comune e di mutualit.\ erano anche, o sopratutto, obbligadoni reciproche. Oli artigiani non potevano ossoro licenziati a beneplacito del mae– stro, nò andarsene di lor fantasia; ~alario e lavoro erano regolati dagli statuti della corporazione. D'altra parte, tutti avo,ano la speranza di dl,•eoire un giorno maestri, e questa speranza si reallzzavn per molti. In una parola, artigianato e maestranza non rappresentavano affatto due classi sociali opposte, ma due stadli successivi della medesima profeulone. Ma quando, allo. ftne del medioevo, i piccoli mercati urbani cessarono d'essere Il contro della vita economica 1 o la costituzione del grandi Stlltl moderni, l'apertura di nuove o grandi vlo di comunicazione cominciarono a creare del mercati nazionali e Internazionali, i piccoli maestri d'un temJ)O non furono sufficentemente ricchi e potenti por bastaro alla produzione. K1sl ,•eonero rim– piazzati progressivamente da capitalisti, da grossi mer– canti, che più tar1II d\,•enteranno capi d'industria, cd t, cosl che spuutb a poco u por:o dal maestro il padrone. Jn pari tompo 1 gli artigiani videro chiudersi l'adito alla maestranza; cominciarono a rormare una classe dlsllnta, vennero esclusi dalle corporulont e costretti ad opporre alle maestranze, (l\,•enute non altro cho a9sociazlool di padroni, le loro associazioni, prima rorma dei nostri Sindacati operai. ~ra (la allora Il capitale e la mRno d'o– pera procedono per vie dherso ed opposte. Ma occorreva ancora un passo per giungere alla vera forma del l!lalarlato. Bisognava sopprimere tutte le re– strizioni e le regole ohe formavano l'inreriorità econo– mica del regime corporativo, che legavano il lavoratore nel tempo steuo che lo proteggenno, occorreva rendere la mano d'opera a9solutamente mobile per poterla orga– nizzare o. volontà. f.'u clb cho comincia1ono ad attuare le m1rn!ratture 1 le quali, create sotto la protezione dello Stato al di fuori delle corporazioni, si trovarono per ciò solo liberato da ogni regola e poterono applicare libe– ramente In divisione do\ lavoro o la produzione su grande scala, l•'u clb che torminaron di fare, più tardi, in modo compiuto le disposizioni legislative, decretando la assoluta libertà del lavoro. Da allora in poi, gli operr.l furono, di ratti, liherls!liml: liberi di vendersi al prezzo fissato dalla pura legge O<'O· nom\ca della domanda e dell'offerta; liberi di riHutare il lavoro; liberi d'andarsene a lor piacimento. Ma anche I padroni, naturalmente, furono liberi di procurarsi, al minimo prezzo posslblle 1 uomini, donne, fanciulli, e di dlsruseno a volontà. li contratto di Javorn divenne cosl spedito e liscio come un contratto di vendita, ma ancora più l!lempllftcato, giacchè la legge adegnb occuparsene; e la mano d"tpera non fu più che una merce, sottoposta o.Ile stesse leggi economiche di tutte le altre mercanzie. Il regno del salariato fu allora veramente istituito, e mentre dette, da una parte, un immenso Impulso alla pro(luzlone e nlle Industrio, non aumentò certo, diminuì anzi dall'altra, li benessere della classo operaia. u I lavorntorl - scrive Il Oicle nell'opera piì1 volte citata - tsolntl, disorganizzati, ,·ittime di una legisln– zlone che non 1>ormette,·a più loro d'associarsi, si tro– varono nella peggior condizione per trarre profitto della loro merce, cloò del lavoro, o non poterono venrtorlo cho a \Ilio prezzo. E ognuuo ò d'accordo nel riconoscere che, dalla fine del x,·111} alla. metà del xix secolo, la cond17.lone degli operai lu Europa è etM«""durissima 1 t cht il salariato è stato per loro mm i•<mtaggioso cht i prtctdt,iU ,·egimi. 11 E se da principio ò stato meno vantaggioso anche dal lato materiale, oggi seguita ad esserlo dal Jato morale, polchò Il regime ca1>ltalistlco, come abbiamo altrove già. visto, va continuamente destando nell'animo dei lavora• tori un cumulo di desideri!, di aspirazioni, di necessità 1 di bisogni, e quindi di dolori, cho non vengono affatto compensati dal salarii, per quanto siano cresciuti e va– dano lentamente crescendo. ~:dunque l'equilibrio fra le condizioni morali e quelle materiali che la classe operala à perduto, e non per sua colpa. La società borghese à fatto di tutto per perrezio– nare, Ingentilire, evolvere od elevare le prime; mentre con tutte le rorzo si oppone a un adeguato aumento delle seconde. E co9l la clasl!lo operaia, ohe era folico un tempo, quando a pochi mezzi corrispondevano per essa, in un mondo pii, calmo e sereno, pochi e moderati b\... sogni, travolta oggi anch'essa dalla civiltà, strappata a rorza dalla lndlfferenu e dalla. rassegnazione, messa al conUnuo contatto delle nltrul 'ricchezze e degli altrui godlmontl, educata a sensi d'eguaglianza ed eguagliata di ratto alle altre classi sotto l'aspetto giuridico e poli• tico, non ò pii1 felice, perchè profondo è Il distacco tra ciò che le viene ratto desiderare e credo suo diritto di avere, e ciò che cffottivamento essa. à. Perciò Il movimento economico e politico, che viene rimproverato al lavoratori come dovuto a smodate pre– tese o vane Illusioni, non è nè smodato nè illusorio, polchò non tendo che n. ritornare i lavoratori allo stafu quo mite, cioè a. quell'equilibrio dell'animo, a quella felicità che il regime borghese, anzichè stabilire od ac– cre9cere, à lo loro profondamente turbato. {Contimta). CARI.O PETROCCHI. LA POESIA DRL PENSIERO (A 11ro()osit.o di Jrow.o tli (;. Cena) - Poesia del pensiero - ecco la formula sintetica con cui lo, deponendo JI libro, lucido e sottile nello stes:m tempo - lucido di poesia, sottile di meditazione - cho mi ò stato dolco e tormentoso compagno in parecchie passci,t"– glate primaverili, credo <li poter raccogliere alflne lo impressioni molte1,llci, varie, ora acute ora sfuggenti, che In sua lettura ml ha dato. Lettura? Sl; ma una di quelle letture lente ed esl• tanti, che ora si avanzano un po' prcoipltose quasi 1>er sfuggire all'assillo della meditazione ed afferrare le con– clusioni; ora si arre9h.no , ritornano Indietro sulle pagine già scorso, e Improvvisamente lumeggiate di nuova luce. Olò, le pagine di un libro di poesia organico dovrebbero potersi leggere tutte in una volta, come il maestro di musica leggo le varie righe della partizione, o come si colgono con un sol colJ>o d'occhio tutte le linee e le tinto di un quadro. L11.lettura della poesia ha questa dlfllcottò, che non può easere superata che con l'amore, l'attonzione o sopra tutto la pazienza. Senza la pazienza preliminare, non è possibile entrare nel dominio artistico della poesia ... Poesia di pensiero, dunque; ma ho appena scritta questa rormola 1 che sento Il bisogno di spiegarla. Porchò ml viene subito alla mente la vecchia, l'eterna questlon('. Questa poesia sarebbe bella se avesse del pensiero - dicono alcuni critici; ed altri replicano: - i pensieri sono alti; ma manca la poesia. Studf 1 studi il poeta -– rlbatte un terzo - entri nel campo sterminato della scienza moderna; vi raccolga messe di pensieri, e poi torni, cosl, rlnnovellato alle mu:ie 1 ecc. - B qualche buon ragazzo, che aveva un dotce fil di canto nel cuore, ascolta il consiglio, e va., studia, suda e ci ritorna in-
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