Critica Sociale - Anno XVII - n. 9 - 1 maggio 1907

Critica Sociale 'f?IV/ST./I Q UIN'DJCIN./ILE lJEL SOCJ./ILJSMO Nel Regno: .Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E 23 Anno XVII - N. 9 Non si vende a nmne1·i sepm•ati. Milano, 1° maggio 1907. SOMMAI~IO Politica ed Attualltà. Prirno 1/1(/(Jgloa, raccoglimmto (LA CRITICA SOCIALE), I'olilica 1111micipale: l'ollt!ca mnn!clpaln e p!attarorma economlcn: !n occasione delle elezioni 1rnm1lnlstrath·e di Roma .... e cl'a\trl siti (An•. M►arcc10 Rv1x1). - i::nte· autonomo o azienda mu1llcl– palo? Il. J)rOposlto di case popoltU'I (Dott. ÙIUl,10 CASAl.!l'i'!), l'ulitica dtl uwo1·0: l contratti colldtlvl dl 1i~,·oro e li\ personalità giuridica delle associazioni proteasiona\1, lii (fino) (i'ror. 0111- SEPV.'. :-.rnssrnAJ. Sel JJ(1tsedti dlssuvizi: La Corte !ltt co11U; come f1111;:;io11a l11llolla U supremo coutrollo dello Slato, Il (Prof. GIO\'A:ss1 :\l•:1u.o:s1). Studi economici e sociologici. GH sctoper, Ual/-alli 11ei J9Q(j, lii, IV, Y (ARTURO s.u.ucc1). FIiosofia, Letteratura e Fatti sociali. C1·011aca::iociale: Il mO\'lrncnto operalo lnlernazlonale (l'ror. F.~USTO i'AGLIAIU). Fn, Llbl"I. e mvtste: Pangermanismo (e. m,) - " Les Blbllothèques POJ)Ullllres ~ di ,\I, PtlU/18011 (Prof. E. ~-,.DIETTI), Biblioteca di propaqa11da. PRIMO MAfifilO DI RACCOGLIMENTO Questa tempesta di fango, che si è levata - come uu vero ciclone morale - dentro le chiostre for– mali del partito socialista italiano, questo stridere di minacce e impel'versare di contumelie e di scan• dali, dei quali sopratuttc si giovano (ed è giusti– zia) gli avversari più implacabili di ogni rivendi– cazione proletaria, non sarebbero una espiazione? Non sarebbero la sanzione di errori troppo a lungo durati, di acquiescenze, per ignavia, troppo pro– tratte, di contraddizioni non volute risolvere, e di un vivere nostro alla giornata, senza piano pre• fisso, ,1uasi a la ventura? È questo il nostro convincimento, assai matu– rato. Nella lotta scatenatasi fra l'Azione e l'Avanti!, fra sindacalisti da un lato e integralisti <lall'altro, uoi non avevamo motivi per pigliare posizione, ne avevamo al contrario per rimanere alla finestra, dolorosamente osservando. Nel conflitto - feroce, disumano, da ambo le partì - noi soli, la frazione riformista 1 eravamo fuori, a così dire, del campo di tiro. Sarebbe stato un po' fatuo compiacercene troppo. Potevamo - e potremmo - se fosse questa la piega del nostro pensiero, pavoneggiarci un tan– tino, rammentare i nostri scongiuri e i nostri pre– sagi. Ma non è lieto nè generoso, quando il vil– laggio va in fiamma, compiacersi di questo: che il nostro solo abituro sia rispettato dal fuoco. Do– veroso è invece additare le cagioni fatali, per le quali il fuoco si apprese alle case vicine e lasciò immune la nostra. Nè ci occorre addentrarci nei particolari della lite. Da chi iniziata? contro chi? dagli amici, dai col– laboratori, Q.agli elogiatori, contro gli amici, i col· laboratori, gli elogiati di ieri. La platea, scettica, osserva: quando mentivate? prima. o dopo? col si– lenzio o colla parola? Amici, collaboratori, aiutatori a vicenda. Da tutti è ricordato il Congresso di Bologna e da molti fors'anco, dopo la fine di esso, una non al– leg-ra profe:i :ia.di Andrea Costa. Costoro, che, ag– grediti, si rivoltano, furono prima gli strumenti di altre più larvate aggressioni. Lo stesso anar– chismo sindacalista è figlio, forse più. sincero, più sostanzioso, e più. logico, di quel rivoluzionarismo verbale, e di quella indulgenza lusingatrice di tutti i pregiudizì e le propensioni delle folle, che con– dusse agli scioperi generali e travolse per tanto tempo, nella coreografia e nel chiasso, ogni con– creta ed efficace atti vi tà del partito. Così è che oggi Enrico Ferri espia, forse troppo duramente -- ma con esso, purtroppo, espia tutto quanto il partito - alcuni dei suoi maggiori pec• cati politici. Una Nemesi occulta rivolta contro di lui 1 non solo i suoi amici e strumenti della vigilia, ma gli stessi suoi metodi di lotta. Or, se tutto ciò può diminuire certi uomini e attestare scemata, nelle sfere dirigenti del partito, quella piena rispettabilità, che fu altra volta in– contestato lor vanto, forsechè crollerà il socia– lismo, o il partito socialista ne sarà trafitto nel cuore? Al contrario: la lezione di cose - se esso dagli effetti i:iaprà risalire alle cause - dovrebbe segnare il principio della sua salvezza. Una cosa noi speriamo, finalmente, che crolli. Che crolli - ora che ha espresso) anche pei meno veggenti, tutti i suoi effetti tangibili - questo equivoco enorme, che stringeva. a forza in una sola compagine di fittizia unità, due pensieri, due anime, due volontà fondamentalmente antitetiche, destinate a paralizzarsi a vicenda ogni moto, de– stinate a scatenare, nel forzato connubio, tutti gli odii più implacabili, tutte le più cannibalesche passioni dell'uomo. La deleteria. assurdità di co– testo connubio noi denunziammo fin dai sintomi primi, e ancora insorgevamo contro essa nel re– cente Congresso socialista nazionale <liRoma. Forse l'eloquenza dei fatti sarà ormai più efficace di quella delle parole. Giacchè ormai dovrebbe a tutti essere fatto pa• lese, che non tanto gli assalti, che vengano al partito socialista dal di fuori del suo àmbito, pos• sono scrollarne le basi; ma quelli, piuttosto, che, generati di dentro, covati all'ombra di una sola e stessa bandiera, spingono gli adepti a transazioni continue, confondono la mente alle masse, e dalla stessa dimestichezza personale, nata dal lavoro in comune 1 traggono armi e lordure, che feriscono e insozzano le nostre medesime mani. Convien dunque "ritornare all'antico": a qnando 1 nel partito socialista., una era la logica, una la. direzione dei voleri 1 e, nel lavoro cosl;aute, nella sincera devozione ai bisogni del proletariato che attende ed invoca, gli arrivismi s'infrauge\'ano, gli uomini servivano alle cose e non viceversa 1 e il

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