Critica Sociale - Anno XVII - n. 8 - 16 aprile 1907

CRITICA SOCIALE 117 copisti ed uscieri.. .., di una sola persona. Bisogna, insomma, ai metodi affatto empirici seguiti finora - nei quali naturalmente gli affarismi trovano più comodo nido - sostituirne altri tecnicamente più moderni o rigorosi. Lo svecchiamento poi s'impone per i principi giu– ridici sull'n.ppartenenza delle acque. Si è avuto un sacro rispetto per le parole sr.ritte nei codici di di– ritto privato, senza pensare che esse corrispondono ad un'epoca oggi completamento superata. Quaran– t'anni YO!?liono dir qualche cosa. Specialmente quando, in questi quarant'anni (e cioè tra il sistema irrigidito del diritto e l'attualità della Yila), sta cli mezzo Galileo Ferraris. Ai tempi nei quali il Codice civile fu scritto, l'utilizzazione indu– striale delle acque era ai pl'imi iniz'ì ed avveniva sov,·a-luogo. La scoperta della trasmiesioue elettrica dell'energia a grande distanza fu una rivoluzione. Il tranquillo e limpido rio, che era poco più di un motivo pittoresco e serviva nel inaffiar quattro cavoli e muovere un molino od una gualchiera, potè dar luce o forza agli opifici colossali ed alle città lontane. Come potevano adattarsi ai nuovi rapporti le nor• me sancite per una condizione di fatto così diversa e di tanto minor valor sociale? È avvenuto, allora, un processo interessante di trasformazione. Rispet• tando l'inviolabilità letterale del diritto privato, le speciali leggi amministrative vi hanno sovrapposto una fitta rete di limitazioni e di vincoli d'ordine pubblico, che apparentemente regolano soltanto J'a. zione dei poteri statuali per ragioni di polizia idrau– lica e Ji tutela del regime fluviale, ma vengono con inevitabile necessità ad alterare i rapporti del mio e del tuo ed i criteri sulla pertinenza dello acque. Di qui una duplice concorreute serie di norme, e uua fila di antinomie e contraddizioni, che i giuristi vogliono comporre nella logica formale del diritto, senzil avvertire che rampollano invece dal movi– mento economico ed industriale, e che il vero mo• dificatore dei principi giuridici è stato .... Galileo Ferra.ria. Ormai è tempo di riassumere il processo di tra• sformazione con una revisione delle stesse norme di diritto privato. Quasi ovunque, negli altri paesi, si accentua, per la pertinenza delle acque, la ragione sociale. Lo Stato proclama i suoi diritti su tutte le acque correnti, ed interviene sempre più con un'a– zione regolatrice di fronte a.i concessionari di deri– vazioni. Contro la tendenza alla nazionalizzazione delle forze idriche l'on. Colombo ha sostenuto e sostiene che bisogna ancora ed unicameute: fidare sulla ini· ziativa privata, non crearle impacci con soverchio intervenzionismo e limitare la riforma legislativa ad una semplificazione di procedura. Ma. il coro~degli interv enzionisti cresce di continuo. Si fa ben rile• va.re che, concedendo le acque ai privati verso il pagam ento d'un lieve canone, si fa. un vero regalo; e lo Stato acquista il diritto di penetrare nel com– plesso dei rapporti che scaturiscono dall'atto di con• cessione. Può e deve riservarsi l'uso delle energie idro-elettriche eventualmente necessario pei pubblici servizi; favorire, anzichè l'impianto individuale, quello a forma di consorzì j disciplinare i reciproci diritti ed obblighi tra concessionario e sub-concessionario j arrivare persino a stabilire il prezzo dell'energia messa. sul mercato dall'industriale che ha trasfor– mata l'acqua in elettrici fa. In questo senso fece pro• poste una Commissione, nominata dal Balenzano e presieduta dal Quarta. 11 Nitti, l'apostolo tenace del carbone bian~o, spinge lo sguardo più in là: agli impianti di tra– sformazione idro•elettrica direttamente assunti dallo Stato. Egli comprende le difficoltà finanziarie che si frappongono alla meta j ma ha .... la sua. idea. Lo Stato faccia concessioni ai privati, 1>erbreve tempo e condizionate al diritto di rhersione delFintero im– pianto alh1 scadenza) senza obbligo di corrispettivo. Ahimè I 11idca è brillante, come tutte quelle che escono dal cervello del Nitti, ma .... Dato il costo in• gente degli impianti ed il tempo cl 1 ammorti:-:zo che richiedono, è egli presumibile che un priva to se ne addossi l'onere e corra il rischio, solo per fa.re un beneficio, o. concessione scaduta, alla collett ività? Comunque sia, è certo che i problemi, ormai lar– gamente agitati, vanno posti anche nelle leggi. Il carbone bianco, che sostituirò. come re dell'industria il " nero frntello delle viscere della terrn ,,, intro– duce orientazioni diverse nello strutturn. giuridica ed economica. La. miniera, con i suoi strati immo– bili da secoli 1 si presta ad essere obbietto di vero dominio individuale i ma l'acqua, l'acqua v-ii:ae fug– gente, di cui canta il Pttstonchi nella sua ode al gi– gante divinatore (Ferraris), l'acqua mobile, che pe– rennemente tramuta e si rinnova, non si presta ad essere appropriata da un solo. Il concetto di pro• prietà privata male ad essa si attaglia. Di qui la base delle costruzioni giuridiche antiche e nuo\•e, per le quali l'acqua è di tutti j di qui il diritto della collettività di assoggettarla alle sue convenienze e ragioni. So il carbone è stato (rendendo possibile la grande industria) il simbolo della proprietà bo1·ghese, l'e• nergin idrica, ha detto qualcuno, lo sarà di un si– stema di produzione più soggetto all'azione sociale dello Stato. E la speciale forma della proprietà idraulica., come ora diviene, può racchiudere un germe per altre forme economiche vagamente profilate nell'avvenire. Lo Stato è padrone dei beni cli produzione (acqua), li concede ai privati, ne ricava un canone, regola nell1interesse generale il processo produttivo; ma l'iniziativa individuale non è soppressa; e ciascun concessionario trae, dal lembo di demanio idrico af• fidatogli temporaneamente, il maggior margine di profitto possibile. Chi sa che, anche per la terra 1 non si debba passare per forme analoghe? Ma non facciamo profezie 1 perchò è troppo me· lanconico il mestiere dei profeti. Leviamo per ora la voce 1 sperando che il disegno di legge paralizzato riacquisti forza per trascinarsi avanti al Parlamento. Allora ne riparleremo. MEUCCIO Rurn1. Attendiamo con vivo dealderlo gli ulteriori sviluppi promessi dal nostro collaboratore. Frattanto, dallo Spet– tatore., 14 corrente, desumiamo le seguenti notizie. I canoni 1 riscossi dallo Stato per la concessione di de– rivazioni dl acque pubbliche, salirono nel decennio ul– timo da L. 509842 a L. 1.647.884.Questa triplicazioue è un indice del prodigioso Incremento dell'utilizzazione •dell'energia. Il progetto, che sta davanti al Senato, faclllterebbe le concessioni all'industria privata 1 allargando le maglle della d!resa degli interessi avvenire dello Stato, difesa che esisteva in germe nella ,·ecchla legge del1'84 e che venne alquanto rafforzata, contro la speculazione, dalle circolari Branca, 1° settembre 1897, che stabiliva ter– mini brevi e rigorosi per dare esecuzione all'esercizio delle derivazioni, e Afan de Rivera, 17 glugoo succes– sivo, per la quale tutte le domande dl derivazione a scopo di forza motrice dovevano essere sottoposte a un preliminare esame, accertante se la forza richiesta non polesso per avventura venire utilizzata per la trazione elettrica delle ferrovie. Ma, giusta I calcoli della Relazione, l'applicazione della· trazione elettrica allo nostre ferrovie importerebbe un fi:tbblsogno di un milione di cava.lii, nella ragione di 37 chllowatt:i per chilometro e di una rete ferroviaria di 20 mila chilometri, mentre io Italia risulterebbero di– sponibili forze idrauliche per 5 milioni di cavalli dina– mici. Di qui ora la tendenza a largheggiare a favore dell'Industria privata. (Nota della CR1T1CA).

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