Critica Sociale - Anno XVII - n. 8 - 16 aprile 1907

CRITICA SOCIALE tore si sofferma a trattare del carattere del nostro movimeuto operaio e della natura dei servizi che le nostre organizzazioni rendono ai loro associati. ... Come si sa dai dati roruiti dal Rollettino delf Ufficio del Lavoro agost.o-set.lembre 1906 - il nostro mo– vimento dì resistenza raggruppava, nel 1• semestre 1906, 818.HG or(l:anizzali in 82 Camere del Lavoro e 2833 Se– zioni, e 15i,2S9 organizzati in SO Faderazioni di me– stiere con 2GI:? Sezioni. Non 8 possibile dare la cifra totale degli organiz1.ali, perchè molli operai sono con– lemporane,unonle in11cr1tti nello due forme di organiz– znzione. Le Came1·e del /,aV0l'0 itono più numerose nella To– scana (14) 1 nell'l~milh~ (1!3),in Lombardia (13), nel Pie– monte (12), nelh~ I,ignria (G).La Basilicata, gli Abbruzzi, la Sar(legnn 11011 hanno Camere del Lavoro. Il maggior numero di org,~nizzati nelle Camere del Lavoro lo troviamo però nelPEmilia (188.953), :seguita a grande dish~nza dalln Lombardia (88.251), dalla Li– guria (00.191), dnl Piemonto (19,677), dalla Toscana (18.601), dal Veneto (IG.228). r.'(talia Meridionale ha uno scarsisciimo numero di organizza.ti. Le Camere del Lavoro p iù important i sono quelle di Reggio Emilia (86.877 soci), Bologna (32.651, compresa la }'ederazione dei conladini), Genova-Sampierdarena (2'2.860), Ravenna (21.792), Milano (20.613). Delle Federazioni di mestiere, la Federazione edilizia è quella che presenta un maggior numero di soci (26.65.'i); seguono i meta11urgici (23,175), i lavoratori del mar~ (20.JG2), i Sindacati dei ferrovieri (12.700), il Ri- 11catloferroviario (12.000), i tipografi (8737), i lavoratori dello Slalo (810'1~ Questi dali hu.uuo però una relativa attendibilità, e perohò le nostre organizzazioni non si occupano quasi affatto cli tenor una eimtla statistica, e perchè molto si è cambiato in questi nltimi tempi. Ba.starà. ricordare il progresso dei metallurgici, la fusione dei ferrovieri, la scissione nei lavorn~ori del mare. Comunque, quando si pensi allo slàto industriale arretrato d'Italia 1 e sopra• tutto alle condizioni economiche dell'ftalia Meridionale, queste cifre dimostrano como il principio di organizzit– zione abbia (l\tto molta strada anche da noi. Nè 8 da dimenticare che Jlllalia ha il vanto di esser riuscita a creare un'organizzazione fra i lavoratori della terra, refrattart all'organizzazione di classe. Per certi riguardi, anzi, e in cerle plaghe, l'organiz– zazione rurale ci può es~ere di conforto e di speranza più del movimento di resistenza degli operai dell'io• dustda. Dopo lo slancio eroico del 1001 e le batoste degli anni successivi, quando i padroni si erano preparati. alla resistenu, il movimento dei conta.dini 1 abbando– nata la tntlica infantile dello sciopero ad oltranza, si è messo per la strada della cooperazione di consumo, delle affittanze collettive, delle Cooperative di lavoro fra braccianti, dello sviluppo delle piccole industrie, della colonizzazione inlerna, ecc., che darà al movi– mento una solida base e un duraturo successo. Alla fine del 1905 l'organizzazione dei contadini, dopo la deca– denza clel 1002-1003, contava ancora 982 Leghe e 2-21.918 organizzati, dei quali 018 Leghe e 77.77G soci aderenti alla Fede,-az'ione Nazionale dei lal)o1·al01·i della te1·ra. ... Però, malgrado le cifre relativamente alte di operai organizzati e !llpeoialmente per ciò che riguarda i la• voratori dell'industria, il nostro movimento di resistenza, esamioato nella sua reale efficieoza, ci si dimostra an– cora molto arretralo, taoto che il Brocchi non si perita di dichiarare che "' la nostra massa operaia è più unita che organizzata .,. Prevale ancora 1'01·ganit:-azione locale, sia per la spiccala tendenza dei nostri operai alla politica e il prevalere della vita cittadina o regionale su quella na– zionale, sia per il predominio della solidarietà di classe sulla solidarietà di categoria, essendo il movimento operaio nato e cresciuto per opera della propaganda socialista, sia e sopratutto per lo scarso e non uniforme sviluppo dolrinclui-tria e la conseguente sperequazione dei salart da luogo a luogo, che ostacolano il formarsi di snidi organismi nazionali di resistenza. Cosi le Ca•· mere del Lavoro hanno ancor oggi una parte prepon– derante nel movimento operaio, facilitando la degene– razione dogli organi del movimento di resistenza in organismi prevalentemente politici e ostacolando spesso l'azione delle Federazioni, le quali, del resto, e per l'ineguale sviluppo industriale ed economico soprac– cennato e per la povertà dei coutributi 1 sono, più che altro, organi di superiore direzione tecnica dei conflitti e sono costrette a la.sciare alle Sezioni la massima au– tonomia. Anche la tenuu,; dei conlributi contribuisce a mante– tenere debole il nostro movimento operaio. Le-Camere del Lavoro hanno contributi che variano dai 50 ai GO centesimi all'anno per socio; le Federazioni, quando si eccettuino quella dei bottigliai che ha annessa la Cooperativa, ed ha alle quote, quella dei tipografi, che ha per la prima calegor1a fino a L. 11,96 all'anno di quoto, e quella dei cappellai, le cui quote raggiungono un massimo di L. 7,80 Rnnue, hanno una quota annuale che oscilla fra le L. 1,20 e le L. 1,4.0 al mese. Il fondo dt cassa poi è un mito. Nel 1906 le Camere del Lavoro avevano un'entrata complessiva di L. 286.801 e un 1 nscita di'"L. 266.290, e 80 Camere, con circa S(X).000 organizzati, un fondo patrimoniale cli L. 20.000 ! Delle li'ederàzioui, 20 avevo.no un'entrata di L. 890.381 e una uscita di L. 7tG.18G. 1 fondi di cassa, ad esclusione della }i'oderazione bottigliai, del Riscatto, dell'Edilizia, e di qualche altra, sono insignificanti. È da ricordarsi però che molte Sezioni hanno, per loro conto, notevoli fondi di cassa (tipografi, litografi, ecc.). Delle Camere del Lavoro, 28 ricevevano dai Comuni nel 190G in sussidi L. 45.285 e da altri enti (Casse di risparmio, Camere di commercio 1 ecc.) L. 2952. ... A questa povertà di mezzi corrisponde una povertà di .s,woi:i non meno significante. Su 82 Camere del Lavoro 1 solo 81 hanno Ufji.ct di col– locamento, iu gran parte nominali i delle Federazioni, solo 6, pure rudimentali. Su.'8idi dt disoccupazione sono pagati di regola dalle Sezioni e nou hanno importanza che presso i cappellai, i tipografi, i litografi, i metallurgici. li sussidio di viaggio è pure rudimentale j solo alcune Federazioni l'han reso obbligatorio por le Sezioni, e, delle Federazioni, solo quella dei cappellai e dei tipografi spesero per questo servizio somme notevoli: la prima dal 190'2 al 1905 L. 15.508; la secondo. dal 1875 al 1905 L. 82.832. Gli aHri se1·uizi mutualistici (malatUa, invalidità., funerali, vedove o orfani, eco.) sono per lo più lasciati alle Mu– tue, e solo poche associazioni - tipografi 1 litografi, fer• rovieri, bottigliai, cappeltai, ecc. - vi dedicano fond~ notevoli.

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