Critica Sociale - Anno XVII - n. 5 - 1 marzo 1907

72 CRITICA SOCIALE che e tra le peggiori jatture che p9ssa abbattersi su di un partito o di un movimento sociale: si va, si cam– mina, ci si agita, ma senza bussola, senza determina– tezza dei fini o doi mezzi, senza coscienza dei propri atti. Onde càpita di arrivare a Bisanzio, mentre la mèta avrebbe voluto esser Romti. 1\on è dubbio che la sorprendente vittoria del 1903 aveva dato alla testa al pa.rtito socialista tedesco. Mal sceverando le congiunture favorevoli e passeggiare dagli elementi effettivi e duraturi, mal valutando le formi– dabili resist-enze dell'avversario, l'inopinato successo elettorale di quattr'anni fa aveva infuso negli animi dei Sozialdemolu·aten si inebriante 0Ltimismo 1 da far parere tutto roseo, tutto facile, tutto raggiungibile entro breve àmbito di tempo. La strada sembrava ormai sgombra d'ostacoli, la marcia in avanti non si sarebbe più arrestata. La gioconrJ.a speranza prorompente dni fatti cUlminava nel grido famoso: u nost,·o è l'Jmpei·o, nOstro è il ntondo. " Tale Slimmung, tale disposizione di cuore e di mente, doveva durare fino al 25 gennaio 1907, il gioi-rio del {Jil(· cli;io del popolo, come con esultanza, all'epilogo della grandiosa lotta, n.veva ai quattro venti proclamato il Vonoiirls, l'organo centrale del partito. E il giorno del giudizio popolare venne; ma, ahimè, nel gelido e brumoso giorno di gennaio miseramente affogavano tutte le speranze e tutte le alate chimere che, ingannevolmente sorridendo dinanzi agli occhi, avevano fatto sussultare con intima compiacenza i pe– netra.li delle coscienze commosse. A quanto è dato capirne a distanza, l'urto contro lo scoglio della realtà deve essere stato ben doloroso pei socialisti di Germania. Bebel e Singer avevano prono– sticato e assicurato che il Gruppo parlamentare sarebbe tornato al Reichstag più agguerrito e più forte di una ventina di deputati, e invece appena una quarantina, o giù di lì, dei rappresentanti del proletariato uscì in• colume dalla mischia. La socialdemocrazia. fece le spese per tutti. Nè vale il trar conforto dal fatto che i voti sono complessivamente aumentati; poiche da un lato può sempre dirsi che nel frattempo anche la popolazione si è accresciuta, dall'altro è pur vero che il gradimetro della potenza di un partito parlamentare, più che dal numero dei voti, è dato da quello dei canrlidati che escono vittoriosi dalle urne. . .. Del resto, che le giornate del 25 gennaio e 5 feb– braio 1007 abbiano destato un doloroso sgomento tra le file dei socialisti tedeschi (- sgomento abilmente masche– rato sotto ingegnosi raziocini-), lo prova la circostanza della quantità e della qualità dei commenti che quelle giornate hanno sollevato. 'l'utta la stampa di partito 1 in particolar modo quella di provincia, fu 1Dvasaper set• timane da articoli rintraccianti le cause della rotta. Interminabili sono state le disquisizioni dotte e profane, le recriminazioni, le polemiche sull'inesauribile argo– mento di carattere economico-sociologìco, e inesauribili sopratutto in mano di gente che vive nella patria di Hegel e che ha nel sangue la speculazione filosofica. Nella C,·itica della volta scorsa, riportando le opinioni di Calwer e del Louis, già accennammo ai principali eoefllcienti dell'inaspettato avvenimento. In complesso ci sembra cho i giudizi dei due scrittori testé nominati abbiano abbracciato buona parte della verità e sufficientemente chiarita la situazione. Ma, a miglior dilucidazione, non possiamo passar sotto si- lenzio le manifestazioni di due tipi rappresentativi della Soziaklemcla-atie, tanto pi\l che uno di essi ci 1>orge occasione per una. qualche considerazione sul partito socia.lista italiano. Anzi, a confessare la verità, dob– biamo dire che fLl in vista di tali considerazioni che ci siamo indotti a scrivere queste righe. . .. Uno psicologo amarica.no analizzò assai sottilmente il processo per cui, ad un determinato aumeuto di svi– luppo del nostro organismo, la nostra psiche si irrigi– disce. si ossifica, si rende inadatta a qualsiasi elabora– zione di materiale nuovo che venga ad aggiungersi all'antico. La no:stra massa appe,·cettioa non sa più fon• dere ed assimilare in maniera originale le sensazioni e percezioni che attraversano il campo della coscienza. Svanita l'elasticità e la freschezza spirituale, si diventa mummie dogmatiche. L'abito mentale dogmatico deve ormai essere una seconda natura pel direttore della. Neue Zeil, il Kautsky. qon quattro o cinque formule, egli sa s_piegare tutt~ quanta la. storia: pa.:; :m.ta, presente e futura. 1 testi dicono che la lotta di classe va sempre più acutizzan– dosi fino all'immancabile catastrofe; è naturale perciò che l'esito delle ultime elezioni tedesche sia quello che tntti conosciamo. Ma i voti dei socialisti sono aumen– tati o si sono purificati di tutte le scorie piccolo– borghesi. Il blocco proletario e più compatto che mai. I medi ceti, che ora, presi tra l'incudine e il martello, han preferito buttarsi nelle braccia dei bo1·yhesi, sono desti• nati a precipitare, in un avvenire non lontano, nelle file del proletariato, pel noto processo di immiseri– mento crescente. Quindi alla sconfitta d 1 oggi Seguiranno indeprecabilmente le decisive vittorie future; solo basta proseguire immutati e instancabili nei metodi di pro– paganda fin qui usati, fedeli ai principi consacrati dalla tradizione. Cotesta pare una variazione teutonica di un tema a noi noto: " uè a destra, nè a sinistra, ma. sempre dritti! ,, Con ben altro senso positivo e affrontato l'argomento dal direttore dei Sotialistische Jionatshefle. Il Bernstein, che accolse con pessimistica diffidenza l'annuncio dello scioglimento del Reich,;lag, dopo aver osservato che la nota fondamentale nella passata battaglia elettorale fu data dalla questione coloniale, afferma che la tratta– zione di questo problema non poteva essere fatta in modo piU fal~o e grettamente meschino da parte dei socyalisti. Si è fatta una misera questione di dat·e e avere, mentre il problema coloniale avrebbe dovuto essere in– vestito da tutti i lati, come a.oblio di quella politica mondiale, perseguita dal Kaiset· e dalle camarille di Corte, di fronte alla quale la rappresentanza popolare è assolutamente estranea ed irresponsabile . .Molto più abile fu il Centro, il quale perciò sep1>emantenere, anzi rafforzare, le proprie posizioni. E non è da dire che il principe Bti.low e il signor Dernburg, direttore dell'Uf– ficio delle Colonie, non abbiano indirizzato con focoso ac– canimento i loro strali contro la Tori·e det Centro: questi si sono infranti senza poter aprire l'agognata. breccia. Ma un'altra ragione adduce il Bernstein a spiegazione dell'insuccesso dei socialisti, ed è una ragione estrema– mente grave nella sua apparente genericità. u Il nostro partito - esclama il Bernstf'.in - nel corso degli ultimi anni ha perduto molto della sua forza di attrazione, molto ha scapitato nel proprio prestigio (die Partei, im Laufe de,· let.:ten Jahre, hal ungemein an ihl'em Nim– bus eingebiisst). Il nimbo, cioè l'a.utorilà. morale del

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