Critica Sociale - Anno XVII - n. 5 - 1 marzo 1907

70 CRITICA SOCIALE zioni operc.ie, che sarebbe buono per Genova. ma non per l'Italia, o di cui ad ogni modo è imprudente chie– clere che si occupi, nelle attu!\li condizioni politiche del nostro paese, una Camera come l'attuale. Errori di questo genere avverrebbero più cli rado, se i singoli gruJJpi non agissero ciascuno per conto proprio, ma 1 prima di a9su– mere una iniziativa, dovessero sentire il parere di tutti i gruppi interessati, stretti insieme da una organizza– zione superiore. La stessa. lotta contro il clericalismo, a combattere la quale sono evidentemente inutili, quando pure non sono 1lnnnose, le intermittenti sbandierate del vecchio stile massonico, laddo,·e essa si deve combattere giorno per giorno, ora per ora, in ciascun gruppo professionale, e lieve consistere sopratutto in uno sforzo concorde di tutti i gruppi per ottenere un rinnovamento della scuola ele• mentaro o secondaria, questa lotta, per essere fortunata, esige che i singoli gruppi abbiano un insieme comune di norme cli condotta da essero applicnte rla ciascuno secondo lo loro condizioni speciali, e che tutti i gruppi secondino con energia gli srorzi di quello organizzazioni che si occupano specialmente dello riformo scolastiche. Se In organizzazione coordinatrice ò bene costruita, i singoli gruppi procedono aiutandosi a vicenda per il bene di tutti; se la organizzazione non esiste, i gruppi minacciano di sperperare il meglio dello loro forze io gare intestine; so la organizzazione ò mal congegnata, si avrà il malo più gravo di tutti: i gruppi patrocinati dalle persone più autorevoli e più invadenti subordi– neranno al loro interessi speciali, in nome della solida• rietà e della disciplina, la forza della organizzazione superiore; i gruppi più deboli saranno sacrificati ai più forti; e la organizzazione, che dovrebbe coordinare gli sforzi, subordinarli all'interesse generale, impedire il formarsi di una aristocrazia nelle file dello stesso proletariato, diventerà essa stessa lo strumento, per mezzo del quale si eleverà, a danno dei più, l'egoismo di una nuova aristocrazia sfruttatrice e ipocrita; avverrà, insomma, dello Stato del proletariato ciò che avviene (lello Stato l>orgbese, in cui i gruppi più influenti e più furbi (zuccherieri, armatori, produttori di grano, ecc.) aggiogano alle loro ingordigie i gruppi più deboli della stessa borghesia. . . . Ora, questa organizzazione di secondo gra.do, allo stato attuale delle cose in Italia, J)UÒesser data dal Pat"tito socialista? .No, assolutamente uo. La massima parte di coloro, che costituiscono oggi effettivamente, o non sulla1 sola carta, il Partito socialista, non ò in nessun modo capace di discutere di questioni tecniche generali o spe• ciali con surtlciente intelligenza o cognizione di causa. La maggioranza dei deputati socialisti è degna della maggioranza del Partito. La direzione del P11rtlto,quale l'ha costituita il Congresso di Roma - Dè poteva farla diversa o migliore - con un certo numero di orga– nizzatori autorevoli, i quali non possono non portare nella direzione ciel movim~nto il peso degl'interessl speciali delle loro organizzazioni con danno delle orga– nizzazioni escluse, e con una rnaggioran;:a di lanziche– necchi rerdani 1 messi là a dissimulare col numero la dittatura opportunista del duce, è quanto di più peri– coloso ci possa essere 1>er gl'iutorcssi permanenti del proletariato - di quello vero naturalmente, non cli quello dei Circoletti settari. Volere raddrizzare lb gambe a questa razza di cani, ò un perder tempo e fatica, à - peElgio ancora - ri– tardare le nuove formazioni che, in luogo delle antiche, la società va esprimendo faticosamente dal suo sano. La organizzazione superiore, che deve coordinare il lavoro di tutti i gruppi speciali, non può essere in ne9suu modo, come è il vecchio Partito socialista, una riunione caotica di persone di tutti i g,meri, che debbano occu– parsi di tutto, debbano dettar la leggo a tutto, senza avere· speciale competenza in nulla. È necessario che, come fuori del vecchio Partito so– cialista si sono costituite le organizzazioni professionali ed banno rivendicata a sò la cura dei propri interessi, così si costituiscano liberamente altrettanto associazioni speciali di studio e di propaganda per ciascuno di quei problemi che non possono essere decisi dai gruppi pro– fessionali. Quei socialisti, per os., che s'interessano spe– cialmente dei rapporti fra lo Stato e la Chiesa e cercano al clirflcile problema soluzioni che rtivoriscano l'ascensione economica e politica del j)roletariato, non stie no ad aspet• tare il verbo dai Congressi del Partito socialista. Non a. caso in questo tempo si sciupa tutto con bizantinismi verbali: se un Cougresso socialista dovesrn trovar.si faccia a faccia con questioni concrete e complicate, o non sa– prebbe che dire, o direbbe scempiaggini enormi, oppure scaricherebbe la soma sulla Direzione del Partito - come ha il fatto il Congresso di Roma. per l'antimilita– rismo - ben sapendo che per portar some di quel genere sarebbe impossibile trovare un pill perfetto somiero. 'E altrettanto facciano quei socialisti, che s'intere.ssano della politica estera - perchè il Dissolati non prenile lui la iniziativa di una associazione di questo genere? - o si sentono più portati a studiare lo questioni dell'ordina– mento militare, della legislazione sociale, del femmi– nismo, occ. Scrivano Relazioni, tengano Congressi, for– mulino soluzioni, facciano conrerenze. Queste associa– zioni si riuniscano In una Confederazioue nazionale, in cui lo iniziative e Io proposto dei singoli gruppi alano discusse e approvate o respinte in ultima istanza da tutti. La Conrederazione del lavoro da una parte - eccola che già si va formando da sè la superiore orga– nizzazione coordinatrice degli sforzi del proletarìato - e dall'altra questa nuova Confederazione delle associa– zioui socialiste per lo studio dei J)roblcmi politici e so– cialì1 non dovranno fare altro che costituire un Comitato permflnente comune, e tenore, via via cho ue appaia l{I. necessità, Congressi comuni di tutto le organizzazioni di azione economica e di studio. E l'apparato direttore, di cui la classe operaia ha bisogno, si sarà cosi a poco a poco organizzato. Quanto a coloro, che sciupano oggi il tempo nel Partito socialista, ehi ha voglia e capacità di luornre sarà attratto dal gruppo economico o di studio meglio rispondente alle sue attitudini, ni suoi interessi, ai snoi gusti. l figli di nessuno rimarranno nel ,·ecchio Partito socialista a votare ordini del giorno in nome .del pro– letariato. E il nostro museo politico conterrà, accanto al partito repubblicano, un'altra bestia impagliata dl più. 'l'RE STELLE. La diagnosi di 'Pre Stelle è assai meno desolante di quel che vorrebbe averne l'aria. Rinunziamo a confutarlo dove parla degli errori nostri e del Bis. solati : siamo convinti piì:1 che mai - ogni giorno che sorge ce ne porge nuovi argomenti -- che l'er– rore nostro fu, essenzialmente, l'errore altrui, del non essere seconda.ti abbastanza da chi poteva e doveva. Un periodo, onde il partito nostro potesse avviarsi a trarre così rapidi e cospicui vantaggi - se il dernagogismo non prevaleva - come quello che si aprl nel 1900, non si presenta due volte, nella storia d'un paese, a brevi intervalli. E pare proprio

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