Critica Sociale - Anno XVII - n. 5 - 1 marzo 1907
CRll'lCA SOCIALE G9 mendo forme nette e precise, ha obbligato molti socia– listi borghe8i a domandarsi se era proprio da persone intelllge1Jti dare il proprio aiuto a un movimento che comincia sul serio a dar noia alla borghesia. Quanti giovanotti di belle speranze, figli d'industriali, di agri– coltori, di commercianti, che.fecero rialzare, prima del 1900, i prezzi delle cravatte rosse, ed erano socialisti magari Intransigenti, han fluito poi come Romeo Soldi e giocano la sera a terziglio col parroco o col brigadiere dei carabinieri nel retrobottega della farmacia monar– chica? Essi sono sempre socialisti; ma deplorano il loro " Ideale iorranto ,,: sono socialisti " sfiduciati ,,. D'altra parte, nel miglioramento dello condizioni economiche generali avveratosi dal 1900 in pol 1 parecchi, che si erano "convertiti II al socialismo come si convertirebbe O.E. Mar• ginatl se perdesse l'Impiego, hanno bene o male trovato modn di ristabilire l'equilibrio del bilancio. Molti altri, che erano socialisti per semplice reazione contro la illi– beralità malvagia del partiti dominanti, non trovano oramai quasi più nulla contro cui essere insoddisratti. Anche costoro sono sempre socio.listi i ma sono socialisti " tiepidi 111 e, se pure restano per forza d 1 abitudine iscritti nel Partito, non si occupano più di nutln 1 o peggio ancora sono riformisti: cioè non vogliono seccature. Dopo tutti questi salassi, che cosa è rimasto nel Par• tisto socialista di elementi, non iscritti solo sulle matri– cole, ma attivi e battaglieri? Sono rimasti tutti gli stu• denti bocciati e bocclabill, altrimenti detti " giovani socialisti 11 ; tutti i proletart e piccoli borghesi di quegli ambienti economici arretrati 1 In cui, non essendo pos– sibile alcun lavoro utile nelle organiziazlOni e nelle amministrazioni, Il Circolo serve di IDOE?O di ritrovo, dove ftno a mezzanotte si gioca a carte, si beve un bic• chiere, si risolvono le questioni sociali, si votano or11ini del giorno a Ignominia dell1on. Giolitti, a gloria dell'o– norevole Ferri, a lode benevola, sebbene con qualche riserva, per l'on. Clemenceau; tutti gli avvoca.tucci am• bizlosettl dalia testerolllna. vuota e dall'agile scilingua• gnolo, aspiranti a rappresenta.re il popolo sovrano; tutti quei proletari intellettuali, cioè proletari dell'intelli– genza, che non hanno ancora risoluto il problema di equilibrare il bilancio e sperano con l'aiuto del Partito di avere un impiego di !'>O lire al mese in una. Lega o io un Ufficio comunale; tu1t\ I chiacchieroni into11era– blli1 che si dimetterebbero da socialisti se il Partito sopprimesse 1 Comizi, le conferenze, le " ottime gior– nate di propaganda II e gli applausi. Anche prima del 1901 costoro imperversavano nel Partito; ma non erano i soli padroni del campo. Eppoi, prima del 1901, per I bisogni della. piazza, anche loro serfh•ano bene: per essere utile allora non occorreva altro che uere polmoni di ferro per urlare, mentre al giorno d'oggi ci vuole purtroppo dell'altro. Sono questi 1 u compagni coscienti 11, fra. i qua.a l'o– norevole Ferri raccoglie li suo codazzo. Sono esJi II il proletariato n· Come i tre sarti, di cui parla Carlyle, riunendosi a Comizio cominciavano sempre i loro ordini del giorno con la solenne formola: 11 Noi popolo d'In– ghilterra II i come I vecchi dottrinari della democrazia personificavano sempre In sè modestamente " li popolo sovrano n; cosl parola non al pronu11zia in un Circolo socialista, che sia beniuteRo In regola coi pagamenti presso la Direzione, la qua.le non rappresenti la espressa volontà. del proletarillto. . .. Da qualche tempo a questa parte il proletariato era alla dillperazlone per non sapere tronre nulla da fare. Sopratutto la scoperta delPi.ntcgrnlismo è stato un vero disastro. Prima c'erano, se non due idee, almeno due pa– role - riformismo e rivoluzionarismo -nbbastanzachiare, Intorno a cui perder tempo e ponzare ordini del giorno. Quando si cominciò a contrapporre al riformismo il sin– dacalismo, la cosa s'imbrogliò un poco; per fortuna li sindacalismo si diceva anche rivoluzionario, e que:1to era. un barlume. Ma, Jopo che ò sbucato l'integralismo o siamo diventati tutti una famiglia, non ci si capisce più nulla, od è venuta meno ogni materia di disputa, cioè di la,•oro. Ci sarebbe da suicidarai, se non appa– risse alle ,·iste la campagna anticlericale! Dimostra– zioni, ordini del giorno, proteste, nessun bisogno d'ir'lee, tutt'al J>iù un po' di sa11gue di san Gennaro o di imma– colata coucozlone; che Cosa si potrebbe clesid{!raro di meglio P - Antlclorlcallsmo, dunque, a tutto \'aJ)oro Oramai lo Massoneria è ritornata ad essere nost1·a vicina di casa; eilsa non devo f11raltro cho distaccare in ciascun Circolo socialista un paio cli fratelli un po' turbi, cho flicano benu dell'on. Ferri, o il Partito socialista diven– terà una succursale ma:sonica. Non ha forse lo steJso Ai:m1ti. 1 dichiarato che, se la Massoneria mette giudizio, non sarà poi impossibile accomodarci? Il Gruppo parlamentare socialista è quello che è il Partito. Fino a quando si trattb di combattere per la libertà, I deputati tennero quasi tutti bene il loro posto Passato il fosso, la gregge s 1 ò disperaa a pascolare: i migliori si sono specializzati per le questioni locali o pei J>rOblomitecnici e proressionali; i più si sono messi a girare l'Halia, difendendo le cause dei loro clienti e guadagnando flor di quattrini; oppure ranno i procac– ciatori d'impieghi por i loro galoppini elettorali; oppure fanno i clarlataui i oppure non fauno niente: questo erano fln da principio, o queste continuan ad eilsere chiusosi Il periodo di azione liberate, le loro specialità Eppure, evidentemente, ò impossiblle che si continui a lungo cosl senza danui gravissimi. I problemi pro• fessionali e tecnici non si possono trattare indipenden– temente gli uni dagli altri e dai problemi generalissimi interessanti la vita di tutto 11paese. 1 gruppi profdssio• nati sono naturnlmcnte esclusivi e a lunèfo andare si isteriliscono nell'isolamento egoistico, se non esiste una organi:uazìo11e superfo1·e1 che coordini i loro sforzi, che subordini gli intores.:JI speciali agli interessi generali, che tenga a treno gl'lmpazlenti e scuota gl'inerti, che rappresenti e tuteli di fronte alla minoranza organizzata la maggioranza non organizzata. L'immenso e rovinoso errore commesso dal Turati e dal Bissolati, allorchò continuarono 011 appog!:{iare il Ministro Ololittl anche dopo ì fatti di Candela - errore che non è stato certo esso la causa del disraci• mento del Partito, ma che ha Indebolito moralmente il gruppo cito intorno al Turati e al Bissolati si racco– glieva, e gli ba diminuita la forza di attrazione durante la inevitabile crisi, ed ha spinU..per 1cgiltima reazione verso la. demagogia grossolana del forrismo molti ele• menti cho, meglio condotti, sarebbero rimasti coi riror– misti e si sarebbero educati via vin ad un lavoro 1>re• zioslssimo - quell'errore fu determinato appunto dal fatto che gl'iutorossl speciali transitori dello organizza• zionl reggiane e genovesi fecero dimenticare al 'J'urati e al Bissolati gl'lntere!Jsl generali permanenti del pae3c. E un errore analogo ha commesso, durante I giorni pas– sati, nel Conshcliosuporiortt dol lavoro, il rappresentante delle organizzazioni economiche lli Genova, proponendo, col cordiale consenso dei r,\ppresentantl borghe~i, un progetto J)er Il rlconoacime·nto giuridico delle organilZa.
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