Critica Sociale - Anno XVII - n. 5 - 1 marzo 1907
i6 CRITICA SOCIALE sità dell'autorizzazione goveMJativa alle sole donazioni de!ltinale ad aumentare il patrimonio. . Jntìne, rinviando ad ulteriori f'ludt per I!- determina: zione del modo di estendere i concordat1,. approvali da dne terzi degli apparleneuti a un'iod~s~r1a, al ter~o estraneo, concluse riafl_er:maudo la necessita ed urgenza della riforma del prob1v1rato. , . Sull'argomento - che, rip_etinmo, ò importantissnn~ - pubblichinmo un prit~o. art1~0\o del _prof. G. Messrna~ specialista competent1ss11no tn mat;erm 1 e alc~ne osser vazioni di Amilcare Storchi, che ci z,eembranomfor~ate, con vero ,ienso pratico, ai quotidiani insegnament1 del– l'esperienza. I CONTRATTI COLLETTIVI DILAVORO elaoerionalilà giuridica delle Associazioni or ressionali I. Sotto la pressione di fenomeni ocon ?mi.ci p~essoch~ identici, nei dh•ersi Stati moderni, o 111 1sp ec1e negli europei, l'opera legislath·a si vol~e la~gamente,_ nel– l'attuRlo momento storico, ad ordilrnrc I rapporti del lavoro. Per quanto le finalità clell'i_nten•e~t~· dell~ Jegs:e dh•ersifichino singolarn!ente, m _,tutta _1 paesi s'è ormni d'accordo nel non ritenere pm lectto che le legislazioni ignorino le esigenze, cui metton? cap~ i conllitti tra cap itale e lavoro, o s'accontentrno d1 vederlo regol !l.te da. normo introdotto per provvedere a tutt'altri in tent i. Al movimento suddetto si collega, quale primo passo della nostra pesante mA.cchina legislath·a, In Rtlazioue sui coutratli colleffiui di luvoro e sulla per• som1litl, delle Associazi.o,,i professionali, presentata dal .Murialdi al Comitato permanente del Lavoro. L'ultimo passo sulla via della legge non sarà certa• mente percorso tra breve. E non è male. Anzitutto, perchè già sotto l'impero del diritto comu_ne le o~• ganizzazioni 1>rofessior.ali vnn110 tr~vando 1~p~opr1~ adattamento· e poi, perchò non v à materia m cui si debba pro 1 cedere più cauti di quella del legifern!'e sui mezzi di pacificazione sociale. Lo sommario osservazioni che seguono sono intese a rlteval'e per l'ap1>unto, la gmvità dei p,·oblemi sollevati dat :Murialdi e l'opportunità. di studiarli ancora largamente. Jnvero, a me sembra che la cennata rel~zione, sorta in principio addirittura come p~u_postad1.leggo e destinata eventualmente a. tradursi m un disegno di legge, non rispun\la a_idu~ 1>o~tulati, c~i si deve uniformare ogni opera d1 leg1slaz1one: anzitutto alla rilc,·uzione esatta dei fenomeni economici, eri in se• condo luogo alla cognizione della motivazione delle masso, cui la legge s'indirizzerebb?· Jn quest'ultimo verso, intanto, s1 può notare che la Relazione Murialdi 110n ò stata illuminata dalla esperienza legislativa dei paesi che hanno partico– larmente regolate le Associazioni professionali. Cosl. non è scrnb, ato degno di studio il fatto che la le!l'g~ belga del 1898 sul riconoscimento d.elle A~soc1az1011! i>rofcssionali abbia dato, secondo gli stessi rapporti utnoiali (I), scarsissimi risultati, e che ~i .essa .non ahbia approfittato se non un numero mrnuno d1 or• gauizzazioni in gran p~rte profes~ionali. E neppure ha soffermata l"attt>nzwue lo sviluppo della legge fra.ncose del 1884 sui Sindacati profo,sionali, la quale dopo poco più d'un ventennio di .applicazione 1101~ ha snpulo attrarre nella sua. orbita che due t_erz1 dello associazioni. Il qual da,o ns-tume una part1co• lare importanza ove si consideri eh~ la l~gge rico~– datn, pe1· là prima volta dOJ>O lu rivoluzlOne, resti• (1) Roppo.-1 r#ltrtlf -' l'exlruUo" d, lo IOI IJ nt01'S 18S6 ,i,,- IU V1tiotll p.-o(tHl.o""dlu. - Druxellet, 1904, J)A8'-Xl e segg. tui"a agli operai il diritto d'associazione, che p~esso di noi è una \ ecchia conquista di diritro _pubb_hco .. Ma. la Relazione non ha ne1>pure vagliato I dati del movimento professionale ital ano. Chi presso di noi lrn difatti richiesto il riconoscimento delle as– sooiuzi~ni professionnli? A mia scienza soltant~ ta• luno Camera di commercio soLto In. preoccupaz1one di certi scioperi e per reagirvi; o la seconda Opera dei Congl'essi cattolici, tutta ln~esa ~d affermare che anche alle associazioni conress1onah spetta la perso• nalitil per diritto divino! (') . . . . Non occorre rilevare che le finalità del r1conosc1- mento non sono prese in considerazione alcuna in questi termini, e che il riconoscimento non impedirà gli scioperi, per evitare i quali occorrono tutt'altre provvidenze. . . . Comunque, all'infuori delle voci isolate ora r1cor– clnto la grande massa operaia non è certamente fa.– voro~ole al riconoscimento della personalità delle organizzazioni. Sarà nmL psicologia tutta speciale quella di qu~ste masse, ma non la si può trascurare nel consigliare una legge, in cui è rimesso alla _vo– ' lonth. degli interessati l'acquisto del!a. personalità. Jn questi termini, per fttrc opera vitale, non solo occorre che la legge conceda qualche notevole van• tai:glo (il che è dubbio che avverrebbe seguend_o_ la Reht.zione Murialdi), ma è necessario affidare gh rn– teressati che il riconoscimento non minaccia il libero sviluppo delle loro organizzazioni. La Relazione, in• voce, pare fatta apposta per rafforzare ?on_ le sue proposte la preoc cupazione dei lavo~a~or1 d1 essere sottoposti ad una contin.ua tutela poliziesca da parte dello lato. Difatt i, la Ue laziono - mentre aveva essa. stessa esclusa, per una preoccupazione simile, l'organizzazione coattiva di tutti i lavoratori - p_er– mette, poi, la revoca del r!conoscimento "facol~t1~0 delle associazioni, quando st commettano gravi v10- lazioni dello Statuto o gravi irregolarità d'esercizio "' È intuitivo che una tale norma autorizzerà, in tutti i tempi ed in tutte le forme, iogerenz~ suBa ,•ita dell'nssociazione e potrà renderle grave 11dono del riconoscimento. :rn nello stesso senso opereranno le norme che la Relazione vorrebbe osservato nella formazione dello Statuto dello Associazioni eia registrare circa le ele– zioni della presidenza, la validità delle deliberazioni, il controllo degli atti del Consiglio d'amministra– zione, ecc., ecc. S'insiste sulla portata _educ~ti~a che dovrebbe avere una legge sulle orgamzzaz10111pro• fessionali e sulla necessità d'insegnare ai lavoratorj come si debbano fare lo Associazioni. Orbene, qui o si tratta di un semplice requisito di compilazione degli Statuti, ed allora si può stare tranquilli: ne abbinn\o dei perfettidsimi, più completi a.ncora di quello che non li voglia In. Relazione! O s'è inteso che debba essere curA.to il mtrntenimento dell'osser– vanza pratica delle norme statutarie, ed allora sarà necessario ammettere una nontinua e pedante sor· \'eglianza della ,•ita. dell'Associazione registrata da parto dello Stato. Ma v'è qualcosa d'altro da rilevare in ordine allo stesso punto. La Relazione propone pel ri~onosci– menlo una procedura che parrebbe 11on11atwa, lttle cioè da consentire il riconoscimento appena che lo Statuto dell'Associazione soddisfi alle condizioni ri– chieste. La registrazionE\ necessaria per l'acquisto dcll1\ personalità parrebbe una formalità esterna e l'Ufficio del Lavoro, chiamato a compierla, non in– vestito di poteri di sindacato ullo Stututo. Ma qualche 1>roposta della Reh1ziono può far dubitare delh\ BO· lidità dell 1 apparenza 1 1>oichòsi consente _alloStato la revoca del riconoscimento quando risulti essere av- (') Vedi &,lltUl"o dtU'U/lldO del Lot·o,·o. febbraio 190~, P•lr• HSj m•IIIO lto~, pag. 180.
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